Ciclabile dei veleni inviale Montegrappa: arrivano i parcheggi

Giovedì 23 Agosto 2018
Ciclabile dei veleni inviale Montegrappa: arrivano i parcheggi
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TREVISO 420 mila euro spesi, due corsie e un fiume di polemiche: tra poche settimane la ciclabile di viale Montegrappa compie due anni di vita. Un'opera simbolo, l'avevano definita al tempo il sindaco Giovanni Manildo e il suo principale fautore, l'assessore ai lavori pubblici Ofelio Michielan. Uno scempio urbanistico, nella definizione di parte dei commercianti e residenti del luogo che con una petizione di 750 firme (raccolte nel breve giro di due settimane), avevano cercato inutilmente di fermare l'opera.
 
I COMMERCIANTI
Oggi, nel viale alberato più bello della città, le biciclette corrono a fianco delle auto, e i pedoni camminano negli ampi marciapiedi: sembrerebbe quasi che la pista si sia perfettamente integrata con la vita del viale, quartiere nel quartiere, con i suoi negozi, i suoi codici, le sue piccole idiosincrasie. Per alcuni è davvero così, e la pedonale è il vero snodo di accesso al centro storico per chi giunge dalla Treviso-Ostiglia attraversando il quartiere di San Giuseppe. Esercenti e residenti tuttavia non sempre condividono questo giudizio. «Fatturato diminuito del 20%. Questa è la realtà, il resto chiacchiere» risponde netto Luca Bonato, titolare di Degusto. Ma c'è divisione anche tra gli esercenti del viale. In molti hanno iniziato a convivere pacificamente con l'opera. «Da trevigiana, ciclista e commerciante non posso dirmi contraria alla ciclabile - spiega Nadia Pignatto - credo però quest'opera dovesse essere concepita in un altro modo, magari con una corsia da un lato e l'opposta dall'altro. Devo dire che poi gli automobilisti hanno grossi problemi nell'immissione dalle vie laterale, anche perché noi ciclisti siamo un po' refrattari nel rispettare il codice della strada». Il problema della visibilità per le auto che devono inserirsi è in effetti evidente: ciclisti velocissimi e alberi occludono la visuale. E tuttavia nello storico non si registrano incidenti gravi. «Questo non significa che la pista sia sicura: anzi, è malsicura per chi la percorre e per gli automobilisti»ribatte Bonato. Il grande problema sono i parcheggi: «La pista ci ha portato un evidente danno, soprattutto perché in assenza di stalli carico-scarico noi abbiamo problemi enormi nel garantire la corretta catena del freddo - sottolineano le titolari del bar Fuoriporta - questo è un esercizio identitario per il viale, dagli anni Sessanta sono stati chiesti almeno due stalli per i fornitori. Ma non sono mai arrivati».

CHI ABITA VICINO
I residenti, per la maggior parte, plaudono ad un'opera che ha modificato le loro abitudini ma che oggi è stata completamente digerita. «Cambiare è sempre un rischio - affermano gli abitanti - ma la ciclabile in questo viale è un'opera corretta e di respiro europeo. Per noi è promossa». In campagna elettorale Mario Conte era stato chiaro: l'opera non verrà smantellata, ma l'impegno della giunta è oggi quello di portare a termine il progetto del 2016, realizzando una decina di stalli a spina di pesce vicino all'edicola. «Nessuno ha mai parlato di smantellare la pista... anche perché non si può - scriveva ieri il sindaco - Di certo cercheremo di renderla più sicura e di creare di parcheggi comodi per le attività commerciali». Il comitato conferma: «Sono stati chiari da subito- riprende Bonato - Quello che oggi si sta studiando è la realizzazione dei dieci stalli, per noi sarebbero decisamente utili. Ora serve coraggio: il marciapiedi è di oltre 6 metri, larghezza spropositata. Ne basterebbero tre. Per questo noi chiediamo la riduzione del parcheggio e la creazione degli stalli a sosta breve dall'altro lato della strada». Il nuovo assessore Sandro Zampese ha già un progetto anche per la messa in sicurezza di pista ed intersezioni. Ma per il momento non si sbilancia. «È un'opera complessa, stiamo facendo le valutazioni del caso - spiega - è prematuro parlarne, ma ci stiamo lavorando».
Elena Filini 
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