Il chitarrista dei "Rock-Ola" Mauro Negretto: «Travolto da un ubriaco, mai una scusa»

Giovedì 29 Dicembre 2022 di Maria Elena Pattaro
Mauro Negretto, il secondo da destra, con il suo gruppo P-CIX

TREVISO - Impugnare di nuovo la chitarra gli sembra un miracolo, dopo il terribile incidente che 5 mesi fa lo aveva ridotto quasi in fin di vita. Un automobilista ubriaco, che sfrecciava sul Terraglio, aveva centrato la sua Toyota Yaris durante un sorpasso azzardato. Estratto agonizzante dalle lamiere, Mauro Negretto, 56 anni, ha lottato a lungo: due settimane di coma e 5 mesi di ricovero. Alla fine ce l’ha fatta. Ma per il noto e talentuoso chitarrista trevigiano, pilastro delle band P-CIX (funky) e Rock-Ola (rock classico), la strada per riprendersi la vita di prima è ancora tutta in salita.

Prima di tornare a esibirsi con i suo gruppi dovrà affrontare una lunga riabilitazione: altri tre, forse 4 mesi. I suoi compagni musicisti, che subito dopo l’incidente avevano annullato tutte e date, continuano ad aspettarlo, fiduciosi. E intanto gioiscono insieme a lui dei piccoli progressi quotidiani. Negretto non ha dubbi: «Sono un miracolato. Quell’auto poteva uccidermi e chi la guidava non mi ha ancora chiesto scusa. Il mio obiettivo è tornare come prima. La chitarra? Ho ripreso a suonarla perché senza sono un uomo morto ma a cinque mesi dall’incidente mi reggo in piedi a fatica e cammino solo per brevi tratti, con l’aiuto di un girello». 

L’INCIDENTE
Il 56enne, che di professione fa il copywriter e abita a San Zeno non ricorda nulla dello schianto. Era la mattina del 25 giugno, un sabato: alle 5 stava tornando a casa dopo aver accompagnato all’aeroporto la moglie e la figlia per una breve vacanza a Parigi. Sul Terraglio, a Sambughé di Preganziol, gli è piombata addosso all’improvviso l’Audi S4 di un 42enne di Mestre. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, il mestrino era sbronzo e scappava a 180 all’ora da una pattuglia della polizia. Nella sua folle fuga ha azzardato un sorpasso senza accorgersi della Toyota che sopraggiungeva proprio in quell’istante sulla corsia opposta. Il frontale è stato devastante. Provvidenziale l’intervento sia dei poliziotti che inseguivano il 42enne, sia di un’ambulanza passata di lì subito dopo: i soccorsi sono stati immediati. Una coincidenza che ha permesso di salvare la vita al chitarrista. 

IL CALVARIO
«Ero massacrato - racconta Mauro -. Ho preso una botta fortissima in testa, che mi ha poi creato problemi al nervo ottico dell’occhio destro. Avevo fratture ovunque: gambe, ginocchia, bacino, costole e persino la mandibola». Dalla sua casa di San Zeno, il 56enne ripercorre il suo calvario: «Sono rimasto in coma 15 giorni, poi sono passato dalla Terapia intensiva a Ortopedia. A metà agosto mi hanno dimesso dal Ca’ Foncello e qualche giorno dopo sono entrato nella clinica di Motta di Livenza, specializzata nel recupero post-incidente, da cui sono uscito poche settimane fa». Ora è di finalmente a casa, circondato dall’affetto della moglie, della figlia, del fratello Andrea e dei tanti amici e colleghi musicisti che in questi mesi gli sono sempre stati vicini. «Non so davvero come avrei fatto senza di loro: sono stati preziosi, soprattutto nei momenti più bui. Li ringrazio di cuore, insieme a tutti i medici e al personale sanitario che mi ha seguito in questi mesi». Dopo le festività per il 56enne inizierà la full immersion di fisioterapia con l’obiettivo di riacquistare la mobilità. 

L’APPELLO
All’iter di guarigione si affianca quello assicurativo, per ottenere il risarcimento dei danni. Il 42enne che ha causato il frontale è stato denunciato per lesioni personali aggravate e guida in stato di ebbrezza. «Non mi ha chiesto nemmeno scusa - dice Negretto -. Non porto rancore: sarebbe solo un dispendio di energie e in questo momento voglio concentrarmi sulla guarigione. Ma il suo è stato un gesto folle: mettersi al volante dopo aver bevuto e azzardare un sorpasso sul Terraglio alle 5 di mattina in un tratto dove la striscia è continua. Mi ha quasi ammazzato». Negretto ha sfiorato la morte, rischiando di essere una delle tante, troppe, vittime della strada, in una provincia che piange 72 vittime. «Siate prudenti quando guidate, non lasciatevi distrarre e rispettate le regole. In ballo c’è la vostra vita e quella degli altri» è l’appello accorato del sopravvissuto.
 

Ultimo aggiornamento: 07:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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