Stop agli interventi di chirurgia plastica nell'ospedale pubblico

Venerdì 21 Dicembre 2018 di Mauro Favaro
Stop agli interventi di chirurgia plastica nell'ospedale pubblico
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TREVISO - Ragazzini che si presentano con la foto di Tom Cruise chiedendo un intervento chirurgico, supportati dai genitori, per trasformare il proprio volto in modo da farlo rassomigliare a quello dell'attore americano. E poi altri che chiedono di rimodellare il proprio naso per venire meglio nei selfie, la moda di questo periodo storico. Sono le scene che si è trovato davanti agli occhi Giorgio Berna, chirurgo plastico 56enne che, oltre a essere primario della Chirurgia plastica dell'ospedale di Treviso, opera da oltre 20 anni in libera professione a Treviso e Belluno. Lui ha sempre ascoltato tutti. Ma poi si è rifiutato di eseguire operazioni senza la presenza di inestetismi oggettivi. E ora anche l'Usl della Marca ha adottato questa linea. Chi sogna un viso senza più rughe, un seno più voluminoso o labbra più carnose deve rivolgersi altrove. Negli ospedali trevigiani non si eseguono più interventi di chirurgia  plastica per motivi puramente estetici. Non nel pubblico, ovviamente, ma nemmeno affidandosi a chirurghi che operano in libera professione, cioè a pagamento, all'interno delle stesse strutture ospedaliere. «Gli ospedali non hanno gli stessi obiettivi delle cliniche private», è il ragionamento di Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca. La decisione di bandire lifting e operazioni simili è stata presa interpretando un'indicazione regionale in modo restrittivo. Non funziona così in tutti gli ospedali del Veneto. A Padova, ad esempio, non ci sono particolari limitazioni agli interventi di chirurgia plastica eseguiti in libera professione negli ospedali. «Abbiamo scelto di escludere la possibilità di eseguire interventi di chirurgia plastica per motivi puramente estetici negli ospedali sulla base di una direttiva della Regione conferma Benazzi facciamo interventi estetici solamente su persone che hanno dei problemi oggettivi, come possono essere le mastectomie per tumori al seno, pazienti rimasti sfregiati o vittime di incidenti e così via». 
LIBERA PROFESSIONELa libera professione garantisce importanti entrate nelle casse dell'azienda sanitaria. Escludere alcuni interventi che altrove vengono fatti senza troppi problemi, in sostanza, potrebbe significare darsi la zappa sui piedi a livello economico. Benazzi conferma comunque la sua linea, anche se aggiunge: «Adesso andremo a verificare meglio la scelta fatta dal settore tecnico, sentendo anche la Regione annuncia Benazzi la nostra interpretazione al momento è restrittiva. Ma andremo a verificare se siamo stati più realisti del re». Fermo restando che questo non vorrebbe dire aprire le porte indiscriminatamente a chi chiede di assomigliare a un attore o a un calciatore famoso. A cominciare dai ragazzini. «A livello generale fa il punto il primario Berna c'è un aumento della richiesta di interventi già a partire dai 14 anni. Al di là del caso di Tom Cruise, anche altri ragazzini e ragazzine portano foto di attori e attrici. Chiedono di poter avere il naso, il seno o le labbra simili. A volte le giovani vengono pure con la foto di una compagna di classe che reputano carina. Il loro obiettivo è assomigliare a delle persone prese come riferimento. In questi casi si deve sempre rifiutare l'operazione. Perché in realtà quello che vogliono è la vita degli altri. Sotto c'è l'insoddisfazione verso la propria vita». Capricci, insomma, quando non veri e propri problemi psichici. «Non capita spesso, ma capita. Certamente non si può operare per un capriccio, dobbiamo contrastare il fenomeno per cui una persona si vede in modo diverso rispetto a quello che è». 
 
Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 12:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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