L'allarme della Cgil: «Scuole sporche costrette a chiudere»

Sabato 12 Ottobre 2019 di Mauro Favaro
Personale addetto alle pulizie in una scuola
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TREVISO - Ci sono anche Silvana Gava, Donata Pellegrinelli e Francesca Brandolino tra i 147 addetti alle pulizie di 39 scuole, a partire da tutti gli asili statali, le elementari e le medie di Treviso, che ora rischiano di ritrovarsi a casa. E senza di loro le scuole, oltre che sporche, rischiano addirittura la chiusura. Sono 39 gli istituti in bilico nella provincia. A luglio le tre lavoratrici erano tornate sui banchi, rispettivamente a 61, 52 e 46 anni, ottenendo la licenza media. Un requisito fondamentale, assieme a un’anzianità di servizio di almeno 10 anni, per rientrare nell’elenco degli addetti che lavorano per la cooperativa Rekeep, ex Manutencoop, e che entro fine anno dovrebbero diventare dipendenti a tutti gli effetti del ministero dell’Istruzione, come previsto dalla legge di bilancio. Internalizzazione, si chiama. In altre parole, il sogno di un lavoro stabile dopo anni di precariato tra cambi di appalti e tagli di orario. Senza questi addetti le scuole resterebbero sporche fino al punto da dover chiudere. Ma  all’orizzonte si profila una beffa. «Dopo un anno non è ancora stato fatto il decreto attuativo indispensabile per procedere con la stabilizzazione degli operatori», spiega Barbara Zunnui della Filcams-Cgil di Treviso. Di contro, però, la cooperativa ha già avviato il licenziamento collettivo. Il termine è fissato per il 31 dicembre. Se il passaggio al Miur non verrà definito entro tale data, tutti e 147 gli addetti alle pulizie si ritroveranno a casa. Sono 145 donne e due uomini, con un’età media di 50 anni. Comprese 33 persone che al momento non avrebbero i requisiti per il passaggio alle dipendenze del ministero dell’Istruzione: a 23 manca l’anzianità di servizio di almeno dieci anni e altre 10 non hanno la licenza media. Oggi lavorano nelle scuole per una media di 15 ore a settimana, strappando uno stipendio di 500 euro al mese. Con il Miur farebbero tempo pieno: 36 ore. Tutti si sono già detti disponibili. «Molte addette hanno famiglie a carico e fanno diversi part time per tirare avanti», specificano dalla Filcams-Cgil. I sindacati, oltre a sollecitare il decreto attuativo, hanno chiesto più volte al governo di togliere tali requisiti. Ma senza ricevere risposte. E adesso scatta lo sciopero nazionale. Martedì gli addetti alle pulizie incroceranno le braccia. Verrà garantita solo la pulizia minima di asili ed elementari: pulizia del 50% dei bagni e svuotamento cestini. Nelle superiori, invece, non ci sarà alcun intervento. «Ci sono persone che svolgono da anni le mansioni legate alla pulizia delle scuole, non è pensabile che non possano passare alle dipendenze del Miur per eseguire le stesse mansioni – mette in chiaro Zunnui – chiediamo la pubblicazione del decreto attuativo e l’internalizzazione di tutti gli addetti. I livelli di occupazione e di reddito devono essere mantenuti». Senza di loro, le scuole restano sporche. Si potrebbe arrivare addirittura alla chiusura dei plessi. Non è pensabile riuscire a fare senza. «Gli istituti con l’appalto per le pulizie hanno una riduzione del 25% del personale Ata – sottolinea Marco Moretti della Flc-Cgil di Treviso – si perderebbe una fetta enorme. Va trovata una soluzione, magari attingendo risorse dal programma “Scuole Belle” o prevedendo un contratto a termine di due anni per le persone senza i requisiti al momento richiesti». Nell’elenco delle 39 scuole che oggi vengono pulite dai lavoratori della cooperativa, oltre agli asili, alle elementari e alle medie di Treviso, ci sono le superiori Da Vinci, Palladio, Duca degli Abruzzi e Riccati, per rimanere nel capoluogo. E poi, ancora, le elementari e le medie di Conegliano, Mogliano e Montebelluna e le superiori Giorgione e Martini di Castelfranco, Casagrande di Pieve di Soligo, Marconi e Fanno di Conegliano, Einaudi-Scarpa e Levi di Montebelluna, Verdi di Valdobbiadene, Sansovino di Oderzo, Scarpa di Motta di Livenza, Flaminio di Vittorio Veneto e Berto di Mogliano. «Siamo a metà del guado – tira le fila Mauro Visentin, segretario della Cgil di Treviso – bisogna risolvere la questione prima che abbia pensanti ricadute sul lavoro e sul servizio scolastico».
Ultimo aggiornamento: 08:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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