Pioggia di disdette nei ristoranti e spunta l'idea: «Spostiamo il Natale al 27»

Sabato 5 Dicembre 2020 di Michele Miriade
Pioggia di disdette nei ristoranti e spunta l'idea: «Spostiamo il Natale al 27»
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TREVISO La rinuncia alla cena di Natale e al veglione di Capodanno era ormai cosa scontata, ma la doccia fredda delle ulteriori restrizioni nel giorno di Natale, con il divieto di spostarsi dal proprio comune, è stata una doccia fredda per il mondo della ristorazione trevigiana. «Già abbiamo dovuto ridurre gli spazi per garantire i distanziamenti, se poi ci tolgono pure i clienti di altri comuni rischiano di saltare decine di prenotazioni» è lo sfogo condiviso di maestri della buona cucina.

E c'è chi lancia l'idea di posticiparlo al 27 dicembre.

FUORI CITTA' La situazione si complica ancor di più nei piccoli comuni. Una cosa è limitarsi ai clienti di Treviso, di Castelfranco o Conegliano, altro è se ci si trova in paesini da poche migliai di abitanti. «A Miane siamo in 3mila - spiega Luigi Bortolini Gigetto -, e ovviamente chi ha prenotato da noi per Natale arriva da Treviso, Vittorio, Montebelluna e da altre località: se non cambiano le regole non riusciremo nemmeno a pagarci le spese. Non ci resta che sperare, altrimenti ...». A Le Calandrine stesse perplessità: «Avevamo già rinunciato alla vigilia e al veglione e speravamo di poter rifiatare un po' con il pranzo - spiega Gianni Contessotto -, ma dei 200 clienti che hanno prenotato molti sono da fuori comune: noi cerchiamo di fare del nostro meglio per rispettare tutte le disposizioni, ma alla fine non ne varrà nemmeno la pena». Da qui la proposta - provocazione: «Facciamo un Natale 2 il 27 dicembre - lanciano l'idea il socio Remo Spricigo - così tutti possono venire a tavola».

LE DISDETTE Le prime disdette stanno già cominciando ad arrivare. «Per noi sarà un Natale ridotto - spiega Ivan Camerotto del ristorante Da Domenico, a Lovadina -. Verranno a mangiare una trentina di affezionati da Spresiano, ma le altre prenotazioni le devo tutte cancellare. Si uniscono al coro di proteste Egidio Fior di Castelfranco e Celeste Tonon di Venegazzù: «Con i soli residenti non ce la facciamo». Le cose sembrano andare meglio in città. «Per fortuna le prenotazioni sono arrivate da chi abita in zona - spiega Giacomo Benvegnù de L'Incontro -. Spiace però per la cena dell'ultimo dell'anno: per chi veniva da fuori avevo organizzato anche la possibilità di pernottare in hotel. Sulla cena della vigilia avrei però un'idea: farla di pomeriggio, prima delle 18, per poi dedicarsi alle ultime ore di shopping o andare a messa. «Nei ristoranti non ci sono assembramenti - aggiunge Alfredo Sturlese di Toni da Spin -, bisognerebbe guardare piuttosto ad alcuni bar». 

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