CASTELLO DI GODEGO - «Sono mortificato.
LE INDAGINI
Erano da poco passate le 17 di lunedì scorso quando le due farmaciste di turno nel negozio Monti, nel centro di Castello di Godego, avevano visto entrare un uomo con la mascherina sul viso e un cappellino calato sulla fronte. Non c’erano altri clienti e lo sconosciuto, mostrando un coltello che sporgeva dalla tasca, ha chiesto un farmaco. Un medicinale specifico, un oppioide prescritto per curare i dolori cronici. «Datemi tutte le scatole che avete» aveva intimato. Le due dottoresse gliene hanno date una decina, tutte quelle che erano disponibili, per un valore di 200 euro. Lui era poi tornato sui suoi passi ed era sparito lungo la strada, mentre sul posto accorrevano le pattuglie dei carabinieri e scattavano le indagini. Grazie alle testimonianze delle due donne e ai filmati delle telecamere sparse in tutta la zona, nel giro di pochi giorni i militari del Nucleo radiomobile di Castelfranco lo hanno identificato in un 48enne che vive nel comune.
LO SFOGO
«Io ho dovuto farlo, ero disperato –ha ammesso l’uomo convocato in caserma–. Stavo malissimo, ma non riuscivo a farmi prescrivere quei farmaci. Ne avevo bisogno e allora ho deciso di fare quello che ho fatto. Mi dispiace immensamente, non volevo fare del male a nessuno ma non ne potevo più. Ho preso il primo coltellino che ho trovato in cucina, ma non lo avrei mai usato. Volevo solo spaventare». Un lungo sfogo il suo, quello di un uomo che in passato non aveva mai avuto alcun tipo di problema con la giustizia e che nella veste di rapinatore era da subito parso assai impacciato. I primi riscontri avevano fatto pensare a una persona tossicodipendente in crisi di astinenza, arrivata a rapinare una farmacia come già accaduto in molti altri casi, ma gli accertamenti hanno portato alla luce una realtà diversa. Il 48enne avrebbe agito per motivi di salute, non essendo riuscito a ottenere gli oppioidi richiedendo una normale ricetta medica. Venerdì è quindi stato denunciato a piede libero con le accuse di rapina aggravata e porto abusivo di oggetti atti a offendere.
GLI AIUTI
«La vicenda ha molto scosso il paese, che normalmente è tranquillo –ha commentato il sindaco Diego Parisotto–. Le indagini hanno confermato che è stato un episodio isolato, dettato non da uno spirito criminale ma da una necessità. Nessuna giustificazione, come è ovvio, ma ne siamo tutti più rassicurati». Il primo cittadino vuole però che serva da monito dopo le enormi difficoltà causate dal Covid. «Tanti hanno perso il lavoro, tanti vivono in ristrettezze economiche, la pandemia ci ha inferto un duro colpo –conclude Parisotto–. Voglio che tutti sappiano che il Comune è sempre pronto ad aiutare. Abbiamo i buoni spesa, i nostri addetti che vanno a casa di chi è in difficoltà. Non è giusto arrivare a commettere una rapina se si ha bisogno di farmaci o di qualsiasi altra cosa: noi ci siamo, venite a chiederci aiuto. Non sentitevi in imbarazzo, le difficoltà le abbiamo tutti. Le nostre porte sono sempre aperte, soprattutto in un periodo drammatico come quello che abbiamo vissuto».