In pensione il carabiniere eroe: «Io investito dai banditi, ma rifarei tutto»

Martedì 22 Novembre 2022 di Valeria Lipparini
CARABINIERI Maurizio Biasini, 40 anni nell'Arma e un grave infortunio operativo

CASTELFRANCO - Travolto dall’auto della banda che nel 2015 firmava i più grossi furti in villa. Finito in ospedale, Maurizio Biasini, il carabiniere eroe, è andato in pensione giovedì scorso dopo 40 anni di onorato servizio nell’Arma, salutato dal comandante provinciale Massimo Ribaudo. «Una gamba rotta val bene l’arresto dell’intera banda» dice il brigadiere capo, sposato con 2 figli e sei tra fratelli e sorelle.

Cosa ricorda di quei momenti?

«Avevamo messo in piedi una complessa operazione per fermare i malviventi, tutti albanesi, dediti ai furti nelle ville e nelle case del Veneto e del Friuli.

Avevano il covo a Treviso, in zona Fiera, ed è proprio nei sotterranei dell’edificio dove ci eravamo appostati che uno di loro, nel tentativo di fuggire in auto mi ha travolto spaccandomi la gamba. Il male è stato terribile, la degenza in ospedale anche. Ma rifarei tutto quello che ho fatto. Sapere di aver assicurato alla giustizia quei malviventi mi ha fatto bene all’anima».

Si è mai sentito un eroe in divisa?

«Assolutamente no. Non è quello il messaggio che voglio veicolare. Sono un uomo che ama il proprio lavoro e che ha corso dei rischi. Ne più ne meno dei tanti operai che restano vittime di incidenti nei cantieri».

In tanti anni di carriera saranno state molte le operazioni a cui ha partecipato.

«Ho moltissimi ricordi. Sono stato impegnato in servizi contro lo spaccio, l’estorsione, ma anche la prostituzione. Mai ho rischiato come quando sono stato investito dall’auto dei malviventi albanesi. Ricordo che all’epoca mi ero costituito parte civile e mi hanno risarcito con pochi spiccioli. Non ricordo nemmeno la cifra perchè doveva essere solo un anticipo. E invece non ho visto altro. Non volevo nemmeno accettare da quanto la cifra era irrisoria».

Rabbia per un risarcimento ridicolo?

«Fino a un certo punto, perchè la vera soddisfazione è stata quella di aver assicurato alla giustizia una banda di pericolosi ladri. Vedere il sorriso sulle facce di chi era appena stato derubato mi ha ampiamente ripagato».

La Marca è funestata dagli incidenti stradali. Che ne pensa?

«Ne ho visti troppi. E’ una stretta al cuore, ogni volta. E penso ai tanti giovani drogati o ubriachi alla guida che ho visto in questi 40 anni. Vorrei dire loro di pensarci, ma credo che non sappiamo a cosa vanno incontro. Se avessero visto la metà di quello che ho visto io, non si metterebbero al volante alticci o sotto influsso di stupefacenti».

Cosa farà?

«Penserò ai miei tre nipoti di 18, 8 e 3 anni. Corro di più con loro di quando ero in pattuglia».

E cosa le mancherà?

«Credo tutto. I colleghi, il contatto con la gente, il profumo dell’asfalto e il brivido delle operazioni. Ho amato immensamente questo lavoro che mi ha ripagato con innumerevoli soddisfazioni».

Ultimo aggiornamento: 15:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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