TREVISO - «È un incidente diplomatico che in questo momento sicuramente si doveva evitare, vista la gravità della guerra e vista, in particolare, la gravità della crisi alimentare».
IL METODO
Sul caso Russia, la critica di Da Re a Salvini non è tanto nel merito, quanto nel metodo. Ma in politica, si sa, la forma è anche sostanza. «Dare un contributo per la pace non è mai sbagliato chiarisce Da Re . Quella di Salvini è stata una presa di posizione lodevole nei principi e nelle finalità, ma senza dubbio avrebbe dovuto essere concordata». Alla fine non ha preso forma un incidente diplomatico internazionale perché Salvini, dopo mille polemiche, non è andato a Mosca. Non ancora, almeno. Fatto sta che secondo l'europarlamentare i contraccolpi interni, sia a livello di governo che direttamente in casa Lega, non sono di poco conto. «L'Europa specifica non riesce a trovare l'unanimità per individuare una soluzione per le sanzioni. Il governo Draghi, anzi, lo stesso Draghi in prima persona è impegnato in questa fase. È chiaro che in un tale contesto risulta estremamente difficile muoversi. Non è sbagliato andare a cercare la pace. Va perseguita. E soprattutto si deve dialogare anche con il nemico, perché la pace la si deve trovare tra le parti. Ma in questo contesto, appunto, bisogna muoversi con le dovute cautele vista la gravità di questa guerra, che sta coinvolgendo anche l'Italia in maniera estremamente diretta». Non è nemmeno chiaro se Salvini avesse condiviso l'idea con i vertici della stessa Lega. «Queste sono cose che devono essere concordate con una segreteria evidenzia l'europarlamentare e non so se lui l'abbia fatto. Su questo mi limito a leggere i giornali, facendo un ragionamento più generale. Ma sicuramente l'iniziativa doveva essere concordata».
IL CAMBIO
Negli ultimi giorni diversi esponenti di primo piano della Lega, non ultimo Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, hanno preso le distanze dalla volontà di Salvini di incontrare direttamente Putin, senza coinvolgere il governo. Il premier Mario Draghi non ha calcato la mano su quello che più di qualcuno ha interpretato come un tentativo di bypassare il governo, senza però rinunciare a un richiamo alla trasparenza. Alla luce di tutto questo, è possibile intravedere cambi in tempi rapidi alla guida del Carroccio? Da Re non parla direttamente della necessità di un cambio al vertice. Ma auspica che si arrivi quanto prima all'appuntamento dedicato alla scelta del segretario. Cioè al congresso. «I congressi conclude sono fatti proprio per questo. Salvini oggi è il segretario eletto. Ha tutto il diritto di esserlo. E si muove come tale. Quel che è certo è che la Lega sta attendendo i congressi. Si devono fare. In parte si sta iniziando, perché le sezioni hanno cominciato a rieleggere i propri segretari. È un percorso lungo e lento. Ma spero che ce la faremo».
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