Case popolari a Treviso: cosa si è scoperto dopo i controlli. L'inquilino all'estero e quelle auto da oltre 40mila euro

Mercoledì 9 Marzo 2022 di P. Cal.
Case popolari a Treviso: cosa si è scoperto dopo i controlli

TREVISO - C'è quello che risulta residente in un appartamento di via Santa Bona 103 ma in realtà, da anni, si è trasferito all'estero; poi c'è l'appartamento, assegnato, ma lasciato completamente vuoto e disabitato. Resta solo qualche piccolo oggetto di arredo e poco altro. E infine c'è la ragazza che risulta ancora intestataria dell'alloggio, ma da tempo si è trasferita dall'altra parte della città dove ha anche messo su famiglia. Sono questi i tre casi più clamorosi emersi dopo gli ultimi accertamenti eseguiti dalla Polizia locale nelle case popolari di Santa Bona meno di una settimana fa.

Un blitz scattato all'alba, che ha portato gli agenti a suonare i campanelli e verificare l'identità degli inquilini di 36 appartamenti. A oggi le anomalie principali sono le tre spiegate più sopra. «Stiamo approfondendo tutte le situazioni - spiega il comandante Andrea Gallo - vogliamo capire che fine hanno fatto gli inquilini cui è stato intestato l'appartamento e se sono tutti in regola col pagamento degli affitti. Si tratta di tre alloggi, di fatto, non più utilizzati e che possono essere messi nuovamente a disposizione di chi ha bisogno».


CONTROLLI

Gli agenti della Polizia locale hanno anche annotato le targhe delle auto di grossa cilindrata, dal valore superiore anche ai 40mila euro, trovate nei parcheggi dei palazzi: «Alla fine del controllo, come sempre, abbiamo girato i dati raccolti agli enti interessati per le verifiche. Nei prossimi giorni faremo anche altri controlli in zone divrese della città». Non si allenta, insomma, la morsa di Ca' Sugana sulle case popolari: «Nelle prossime settimane - osserva il sindaco Mario Conte - proseguiremo con le verifiche per coprire tutti gli alloggi comunali. Riguarderanno la corrispondenza fra residente e assegnatario, la presenza di beni incompatibili con una situazione di disagio economico e il rispetto delle regole di convivenza civile».


LA DECISIONE

Intanto una partita si è chiusa. Il sindaco Conte e il comandante Gallo hanno ritirato le due querele per diffamazione contro un ragazzo, residente fuori provincia, che aveva insultato la Polizia locale sui social. Sotto un post che parlava dell'uso delle telecamere a infrarossi per verificare la presenza di ladri nelle vicinanze delle case, aveva scritto pesantissimi insulti. Morale: sindaco e comandante hanno ritirato la rispettive querele in cambio di un risarcimento, 600 euro a denuncia per un totale di 1200 euro, che sarà versato nelle casse comunale e immediatamente devoluto in beneficenza.

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