Case Ater ai Rom, bufera sull'Ufficio casa di Treviso: dirigente comunale finisce sotto inchiesta

Giovedì 9 Giugno 2022 di Paolo Calia
Le case Ater di Treviso indagato dirigente del Comune

TREVISO - Corruzione e abuso d'ufficio. In poche parole: soldi per scalare la graduatoria di assegnazione degli alloggi popolari o per ottenere piccoli e grandi favori. Un'ipotesi di reato molto pesante che coinvolge l'ufficio Casa, lo Sportello Unico Edilizia di Ca' Sugana e 26 assegnatari, quasi tutti di etnia rom. Nell'elenco degli indagati c'è finito anche il dirigente Stefano Pivato e tre impiegati. Nell'ufficio lavorano: Stefano Masiero, Manuela Menegone e Fornero. Nel mirino anche altre quattro persone accusate di essere degli intermediari, tra i nomi figurano Silvana Hudorovic e Simone Garbin. Ieri mattina, su mandato della Procura, i carabinieri si sono presentati in Comune per perquisire sia gli spazi dell'Ufficio Casa che quelli dello Sportello unico e, contestualmente, anche la sede dell'agenzia immobiliare che gestisce per il Comune gli alloggi popolari. Sono andati anche nella sede dell'Ater, dove hanno sequestrato altro materiale. Il cda dell'Agenzia ha assicurato massima fiducia nella Magistratura precisando: «Abbiamo massima fiducia nei confronti dei dipendenti». Nelle stesse ore altre perquisizioni avvenivano nelle abitazioni degli assegnatari in varie zone della città, da Borgo Capriolo a via Bindoni a Santa Bona ai condomini in zona San Lazzaro.

Indagini in corso sulle case Ater

Da Ca' Sugana e dagli uffici di viale Vittorio Veneto, sede dell'Ufficio Casa, i carabinieri hanno portato via molto documenti: bandi, registri, mail, lettere e preso in consegna computer e telefoni cellulari. Tante pratiche fatte a partire dal 2009 fino a oggi. Nessun amministratore è stato, al momento, indagato. Altro materiale è stato poi recuperato nelle abitazioni finite nel centro del mirino. In un alloggio sono anche stati trovati circa 18mila euro in contanti.

Non si fanno ancora ipotesi precise sulla loro provenienza o la loro destinazione, ma una somma così consistente nascosta in casa ha lasciato più di qualche dubbio. E rovistando sempre nello stesso appartamento, i carabinieri hanno rinvenuto anche una pistola: sequestrata anche quella. Perquisita pure anche l'abitazione del dirigente comunale, ma non è emerso nulla di significativo: gli investigatori hanno fotografato alcuni orologi e penne, di cui però il diretto interessato ha saputo spiegare per filo e per segno la provenienza. Tutti questi tasselli raccolti nel corso della giornata hanno comunque contribuito ad agitare, e non poco, la normale vita amministrativa. Si tratta di tante piccole tessere che hanno spinto gli investigatori del Nucleo Investigativo del Comando provinciale ad affermare, pur con tutte le cautele del caso, che per quanto riguarda i 30 soggetti oggetto di perquisizione sono stati acquisiti indizi di colpevolezza che li fanno ritenere, a vario titolo e in concorso tra loro, presunti responsabili dei reati di corruzione e abuso d'ufficio.

Il sindaco Mario Conte: «Attendiamo di capire quale sia l'oggetto delle verifiche»

Il sindaco Mario Conte mantiene però la calma. Da mesi c'erano avvisaglie di tensioni nei quartieri dove sono concentrati gli alloggi popolari. E che prima o poi potesse accadere qualcosa se lo aspettavano un po' tutti. Nessuno si attendeva però un'indagine così articolata, con ipotesi di reato così pesanti dirette a un settore del Comune da sempre in prima linea sul fronte del sociale. «Attendiamo di capire quale sia l'oggetto di queste verifiche - precisa il primo cittadino c'è però massima disponibilità da parte nostra a collaborare con magistratura e carabinieri. Non vogliamo che ci sia alcuna ombra sull'operato della pubblica amministrazione». Poi il sindaco semina un dubbio: «Non so siano cose collegate - premette - ma dopo la decisione di approfondire qualche assegnazione, dopo i controlli fatti dalla polizia locale negli alloggi popolari negli ultimi mesi, e dopo il blocco delle assegnazioni proprio per favorire questi controlli, abbiamo registrato un aumento delle tensioni. E poi queste segnalazioni arrivate ai carabinieri. Non dico altro, non voglio fare collegamenti. Ma resto in attesa della conclusione delle indagini». Infine l'ultima precisazione: «Garantiamo massima collaborazione alla Procura e agli investigatori, ferma restando però la fiducia sull'operato di funzionari e dipendenti del Comune. Auspichiamo che le indagini facciano presto chiarezza sulla vicenda, della quale non conosciamo ovviamente i dettagli e che non vede alcun amministratore coinvolto. Da parte nostra ci sono la massima stima e la fiducia nei confronti della Magistratura».

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