Caro bollette, sindaci trevigiani riuniti in Provincia per trovare una soluzione

Sabato 17 Settembre 2022 di Mauro Favaro
I sindaci trevigiani riuniti per discutere delle difficoltà del periodo, tra i nodi il caro bollette
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TREVISO - Tarzo spegnerà tutti i lampioni da mezzanotte alle 6 per ridurre le bollette gonfiate dal caro energia. Si partirà con l'inizio di ottobre. E nel frattempo il sindaco Gianangelo Bof invoca una sorta di scudo giuridico in caso di problemi. Cappella Maggiore non ha più nemmeno un agente di polizia locale. Quando serve, sono gli stessi amministratori a piazzare i cartelli necessari. A Montebelluna la bolletta delle piscine comunali è lievitata a 70mila euro. Il sindaco Adalberto Bordin chiede un intervento del governo prima che sia troppo tardi. E Spresiano riapre alla fusione con Villorba e Povegliano. C'è giù un'idea per il nome: «Senza uno nuovo, si potrebbe limitarsi ad aggiungere della destra Piave agli attuali nomi dei paesi», dice il sindaco Marco Della Pietra. Sono una parte dei nodi e delle possibili soluzioni locali per uscire dal baratro del caro bollette messe sul piatto nell'assemblea regionale di Anci e Upi, l'associazione dei Comuni e l'unione delle Province, andata in scena al Sant'Artemio.


IL SUMMIT
Un centinaio di amministratori veneti hanno condiviso un documento che verrà inviato a palazzo Chigi. Si chiedono maggiori risorse, almeno 30 milioni in più per il Veneto, 5 solo per la provincia di Treviso, per coprire gli aumenti. Oltre alla possibilità di usare i ribassi d'asta, la revisione dell'Iva sui lavori e tempi più rapidi per le assunzioni. C'è poi lo spettro della scadenza del Pnrr: i lavori vanno affidati entro marzo 2023. Ma molti Comuni rischiano di essere tagliati fuori. «Ormai l'attuale presidente del Consiglio forse non leggerà nemmeno il documento - spiega Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto - ma in realtà servono risposte immediate: non si può più aspettare. La tenuta sociale non è mai stata così a rischio: si prospetta un disastro economico da qui a Natale. Per fare un esempio: a Treviso, in centro storico, per via dei costi dell'energia non ci sono più cinema aperti». Carlo Rapicavoli, direttore di Anci e di Upi Veneto, è netto: «Con le attuali risorse non arriveremo alla fine dell'anno». Da qui la richiesta di nuovi fondi, oltre a quelli già previsti dal decreto Aiuti. «È arrivato davvero poco sottolinea Conte a fronte di 3 milioni di spesa in più, a Treviso sono stati assegnati 281mila euro». Uguale in Provincia: «Arrivano 370mila euro, ma i costi energetici sono aumentati di quasi 3,5 milioni - rivela il presidente Stefano Marcon - tra gli 80 milioni stanziati per le Province, 60 sono andati a Roma».


SCELTE DRASTICHE
Per ora ci si arrangia. Anche con scelte drastiche. A Tarzo si è pronti a spegnere i lampioni: la delibera arriverà a giorni. «È una situazione di emergenza: si riducono i consumi per far quadrare il bilancio - spiega il sindaco Bof - il Signore ha fatto la luce del sole e i buio della notte. Non serve illuminare a giorno. L'importante è che i sindaci abbiano un'indicazione sulla strada più giusta nell'ottica di una copertura giuridica». Paolo Galeano, sindaco di Preganziol, chiede un piano condiviso per decidere quali luci spegnere. Ma Conte non nasconde le riserve: «Tagliare servizi vuol dire far ricadere ancora disagi e costi sulle nostre comunità». A Cappella Maggiore ci si barcamena senza vigili: «Uno si è licenziato perché ha cambiato lavoro, ma le procedure per il concorso durano minimo tre mesi», allarga le braccia il sindaco Mariarosa Barazza. Da Montebelluna arriva l'allarme piscine: «Un dramma: utenti dimezzati e costi raddoppiati - sintetizza il sindaco Bordin - non vogliamo chiudere nulla. Le piscine sfornano campioni e soprattutto hanno una grande funzione sociale. Per questo è necessario un intervento prima che sport e volontariato finiscano in un vicolo cieco». Preoccupazione condivisa da Villorba: «In prospettiva ci attendiamo aumenti per 1 milione - spiega il vicesindaco Giacinto Bonan - molto dipenderà da come ripartirà lo sport e di conseguenza l'uso delle strutture».


FUSIONI
Mentre da Spresiano si rilancia l'idea della fusione proprio con Villorba e Povegliano: «Il problema è che la fusione non può essere fatta nell'anno che precede le elezioni - evidenzia Della Pietra - e i Comuni coinvolti vanno tutti a elezioni in anni differenti. Oggi servirebbe una congiunzione astrale». Il tutto mentre si moltiplicano le richieste di aiuto da parte di famiglie in difficoltà per le bollette. E non mancano casi limite. «Abbiamo anziani con case vecchie che pagano 1.700 euro a bimestre - conclude Andrea Favaretto, sindaco di Salgareda - noi facciamo tutto il possibile, ma serve un aiuto».

 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 18:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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