Caro bollette, mondo delle costruzioni e legno-arredo in ginocchio: «Siamo pronti a chiedere la Cassa integrazione»

Sabato 3 Settembre 2022 di Mattia Zanardo
Caro bollette, legno arredo pronto a chiedere la cassa integrazione

TREVISO - Erano tra i settori più in ripresa, ma ora anche costruzioni e legno-arredo (rispettivamente quasi 24mila e oltre 20mila addetti nella Marca) subiscono la crisi dell'energia e delle materie prime.

Tanto che diverse aziende hanno prolungato le ferie e si preparano a chiedere cassa integrazione.


L'ALLARME
A lanciare l'allarme sono sia i sindacati, sia gli imprenditori del comparto. Di una «situazione economica preoccupante anche per i nostri territori», parla ad esempio Marco Potente, segretario generale della Filca Cisl Treviso Belluno. «Non solo per l'impatto dell'inflazione sulle bollette e sulla spesa delle famiglie - spiega -, ma anche e soprattutto per l'effetto devastante dei costi energetici sulle attività produttive e manifatturiere. Produrre rischia di diventare antieconomico nel settore del legno-mobilio, con i costi delle materie prime schizzati alle stelle: gli ordini non mancano, ma il margine di guadagno delle imprese è sempre più ridotto. In alcune grosse aziende del territorio la riapertura dopo le ferie estive è stata posticipata e la produzione avviata una settimana dopo, e questo è un primo segnale allarmante sull'impatto che potrebbe avere questa crisi anche sull'occupazione». Il tema sarà al centro del Consiglio generale della sigla di categoria, in programma lunedì a Castion di Belluno, con la partecipazione anche dell'economista Alberto Berrini, del segretario regionale veneto della Filca, Francesco Orrù e di quello della confederazione interprovinciale Massimiliano Paglini. Ma il caro energia preoccupa molto pure sul fronte imprenditoriale: «Sta impattando in modo pesante sulla programmazione economica e sugli investimenti futuri: alcune aziende del settore stanno già programmando la cassa integrazione per ottobre, mentre l'inflazione e l'incertezza stanno svuotando gli showroom, facendo presagire una crisi del settore edilizio», conferma Renza Altoè Garbelotto, amministratore delegato del Parchettificio Garbelotto di Cappella Maggiore, presidente del Gruppo Pavimenti di Federlegno Arredo e consigliere di Assindustria Venetocentro. «Le aziende - sottolinea Altoè - oggi devono rispettare contratti con forniture a prezzi fissi e non modificabili siglati mesi fa in uno scenario completamente diverso e a dover produrre i pavimenti senza sapere a quanto ammonteranno le perdite. Noi ad esempio abbiamo importanti commesse firmate in aprile che stiamo mettendo adesso in produzione con costi di energia e materie prime aumentate, ma non sappiamo ancora stimare di quanto, a causa dei mercati impazziti e dell'instabilità politica».

 

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