Caro affitti. A Treviso tanti negozi sono vuoti, l'imprenditore: «Prezzi come Milano e Cortina, completamente fuori mercato»

Sabato 4 Marzo 2023 di Paolo Calia
Caro affitti a Treviso

TREVISO - «A Treviso i costi degli immobili sono drogati, altissimi, quasi ai livelli di Milano o Cortina. Sia se si parla di affitti, elevati, che di acquisto. Siamo arrivati al punto che chi vorrebbe investire nell'acquisto di un immobile commerciale ci pensa su due volte. E spesso sceglie di lasciare i soldi in banca». A Dirlo non è un inquilino scottato da un canone di locazione diventato insostenibile, ma Giorgio Rossi, imprenditore, per anni alla guida di Coin, con le sue società gestisce vari immobili a destinazione abitativa, direzionale e commerciale. Volto notissimo in città, da tempo vede tante cose che non gli piacciono. «La proseccheria Soffioni chiude e mi dispiace molto.

Quando giro la città noto tante vetrine vuote. E dire che, quando mi occupavo di Coin, mi sono battuto tantissimo perché il centro fosse sempre piano di luce, di vetrine, di gente. La vitalità è necessaria».

Il nodo dei costi altissimi

Il problema sono i costi, gli aumenti che flagellano sia i proprietari che chi prende in affitto un locale per aprirci una nuova attività. «Inflazione e tassi d'interesse sempre più alti influiscono tantissimo, poi ci sono le tasse, l'imu, le manutenzioni straordinarie, l'aumento delle materie prime. Mantenere un immobile diventa sempre più un'impresa. Questo lo riconosco. E poi, oggi, a firmare i contratti per attività commerciali sono quasi sempre società per cui non vale la cedolare secca, il che comporta una tassazione differente e più alta». Tutto questo, inevitabilmente, sfocia in affitti e prezzi al metro quadro schizzati alle stelle. Ma ugualmente, nota Rossi, certe locazioni sono fuori da ogni logica. E i negozi restano chiusi oppure aprono e poi, per dirla schiettamente, schiattano stroncati da incassi non all'altezza delle spese. E qui Rossi tira le orecchie ai suoi colleghi proprietari: «Ha perfettamente ragione il sindaco Mario Conte quando dice che i proprietari, almeno alcuni, sono troppo rigidi. Purtroppo non è un luogo comune quando si dice che c'è chi preferisce tenere un locale sfitto pur di ottenere l'affitto che desidera anche se elevato. I proprietari dovrebbero farsi un esame di coscienza e mettersi nei panni dei conduttori e fare alcune valutazioni. Oggi per dare il via a un'attività commerciale ci vuole tanto coraggio. Io, quando devo dare un affitto un locale, voglio sedermi al tavolo con l'imprenditore, parlarci, conoscere il budget, dargli anche un consiglio se serve. E proporre un affitto in linea perché è inutile affittare a prezzi alti se poi, dopo sei mesi, chi deve pagare non ce la fa più. Lasciare un immobile vuoto, per me, è la scelta peggiore. L'immobile vuoto troppo a lungo si deprezza, anche un eccessivo turnover non va bene. Molto meglio affittare, magari anche a un 30% in meno, e fare gli interessi di tutti: del proprietario e di chi prende in affitto. Affittare un negozi anche a duemila euro al mese vuol dire, in tre anni, prendere 72mila euro. Magari non ci guadagni molto, ma hai un immobile vissuto, che non deperisce e rendi più viva la città». Poi porta alcuni esempi: «Sant'Agostino è una bellissima zona, molto frequentata. Eppure vedo ancora tante vetrine vuote. Perchè? Dubito che manchino imprenditori interessati ad avviare attività commerciali in un posto così. Molto probabilmente la verità è che vengono chiesti affitti altissimi, fuori mercato. Per me, da proprietario di immobili, questa è una logica che non capisco».

Gli aiuti

Per Rossi le amministrazioni pubbliche, in questi meccanismi, non dovrebbero però entrarci. «Sono accordi tra privati, ogni intervento della pubblica amministrazione è deleterio. Il sindaco, invece, può fare grande opera di sensibilizzazione, organizzare momenti d'incontro. Quindi ben venga l'idea di un tavolo di confronto, per il resto l'amministrazione deve occuparsi d'altro. Ho fatto i complimenti al sindaco e agli assessori per le tante attività che riempiono la città e il centro soprattutto nei fine settimana. Bello vedere 100-150mila persone, fanno sicuramente lavorare tutti ed è bene continuare su questa strada. Adesso però bisogna lavorare per vedere più gente anche nel resto della settimana perché, certi giorni, è un deserto».
 

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Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 10:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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