Carlo Nordio. Il Guardasigilli conosce a fondo i poteri e i difetti della magistratura

Sabato 22 Ottobre 2022 di Alda Vanzan
Carlo Nordio. Il Guardasigilli conosce a fondo i poteri e i difetti della magistratura
1

«Dopo aver scritto, per oltre 25 anni, sulle criticità della nostra giustizia e sulla necessità di rimedi urgenti in senso garantista e liberale, la rinuncia a intervenire attivamente quando te ne viene offerta la possibilità sarebbe una mancanza di coraggio, o quantomeno un atteggiamento di incoerenza e di pigrizia». Con queste parole lo scorso agosto Carlo Nordio salutava i lettori del Gazzettino, confermando di aver accettato la candidatura in Parlamento per Fratelli d'Italia. Il suo nome era apparso nei giorni frenetici delle trattative tra i partiti per l'elezione del presidente della Repubblica, prima nella rosa dei papabili della coalizione di centrodestra, poi votato da FdI come candidato di bandiera contro la ricandidatura di Sergio Mattarella sostenuta dalla maggioranza di governo. Il 25 settembre l'elezione a deputato nel collegio uninominale di Treviso. E ieri la premier incaricata Giorgia Meloni l'ha inserito nella lista del ministri. Giustiza. È lui il nuovo Guardasigilli.


IL PROFILO
Nato a Treviso nel 1947, in magistratura dal 1977, Carlo Nordio ha trascorso la sua carriera in toga a Venezia.

All'inizio ha condotto l'inchiesta sulle Brigate Rosse venete, su alcuni sequestri di persona, poi negli anni 90 l'inchiesta sulle Coop rosse e il contrasto alla Tangentopoli veneta. Prima sostituto procuratore, nel 2009 è diventato aggiunto e nel 2017, anno in cui è andato in pensione, ha guidato la procura come facente funzioni, prima della nomina del capo. Ultima grande inchiesta di cui è stato titolare, quella sul Mose, le tangenti nella costruzione del sistema di protezione dall'alta marea, che ha portato a 35 arresti. È stato consulente della Commissione parlamentare per il terrorismo, presidente della Commissione ministeriale per la riforma del codice penale e coordinatore della Commissione di studio di Palazzo Chigi e del ministero per gli Affari regionali sullo status degli amministratori locali. È membro del Cda della Fondazione Venezia, della Fondazione Einaudi e del Comitato bioetico della Ulss 2 Marca Trevigiana. È stato presidente della giuria del premio letterario Campiello per il 2018 e 2019. In occasione dei referendum sulla giustizia dello scorso giugno è stato tra i sostenitori delle ragioni del sì. Convinto garantista, a questo tema ha dedicato sei libri. L'ultimo, pubblicato quest'anno, è una riflessione che spazia da Tangentopoli al «crollo della magistratura».

Video


LE POSIZIONI
Nordio ha assunto spesso posizioni impopolari dentro la magistratura, come quando si è schierato per il sorteggio per la composizione del Csm. Da tempo favorevole all'abolizione della legge Severino, dopo il suo approdo in Parlamento ha chiarito però che in questo momento c'è un'altra priorità: «La prima cosa da fare è accelerare i processi, che hanno tra l'altro un forte impatto sull'economia, che ci costa due punti di Pil. In questo momento l'aspetto più importante, ancora più della separazione delle carriere, è l'impatto che sull'economia può avere la giustizia».

Ultimo aggiornamento: 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA