Dà fuoco al letto del carcere, interviene la squadra antisommossa: 14 detenuti evacuati

Giovedì 26 Gennaio 2023 di Valeria Lipparini
SANTA BONA La casa circondariale di Treviso

TREVISO - Ancora tensioni nel carcere di Treviso.

A poche ore dall’aggressione subita da un agente della polizia penitenziaria, lunedì sera, 23 gennaio, un detenuto per protesta ha incendiato il materasso su cui stava dormendo. Gli agenti, intervenuti in assetto anti sommossa, sono stati costretti a evacuare l’intero reparto.

L’INTERVENTO

Tutto succede lunedì sera, verso le 20, nel reparto Osservazione, di fianco all’infermeria, dove trovano posto detenuti con problemi non soltanto di salute, ma anche di difficoltà di coabitazione con i compagni di cella. Un detenuto, italiano, 60enne, protesta. Vuole più ore d’aria, cibo migliore e migliori condizioni di detenzione. Così prende un accendino (la cui detenzione è consentita), e dà fuoco a materasso, lenzuola, coperte e cuscino. Nel settore si diffondono fumo e panico.

Ci sono 14 persone oltre agli agenti, che decidono di smistare i detenuti in altri reparti. Viene fatta intervenire la polizia di assetto antisommossa. Tutto avviene in poco tempo e il fuoco viene spento dagli stessi agenti della penitenziaria, con gli estintori. Agenti che la sera prima, domenica, avevano dovuto gestire un’altra emergenza: due detenuti avevano aggredito un agente di polizia penitenziaria, minacciandolo con un manico di scopa spezzato per farsi aprire il cancello della sezione. E per farsi valere uno dei due detenuti aveva sbattuto la testa del malcapitato con violenza contro il portone. Trauma cranico e due giorni di prognosi per il giovane agente, trentenne.

Il carcere di Santa Bona negli ultimi giorni insomma non conosce pace. L’anno scorso è stato segnato anche dalla rocambolesca evasione del criminale albanese Edison Pula, fuggito a giugno e tuttora ricercato in tutta Europa. Poi, le risse tra fazioni di detenuti finite in infermeria. E adesso, tra domenica e lunedì due episodi allarmanti con i detenuti che cercano di farsi ragione con la forza, usando scope a mo’ di bastoni oppure dando fuoco al materasso della propria branda.

L’ALLARME

Se da un lato le conseguenze sono state lievi in entrambi i casi, gli episodi di domenica e lunedì riaccendono i riflettori sulle pecche della casa circondariale trevigiana, afflitta dalla carenza di personale, dal sovraffollamento di detenuti e da strutture non adeguate agli standard di sicurezza, come hanno più volte ribadito i sindacati. «È solo grazie all’intervento e all’alta professionalità del personale che la situazione non è precipitata - ha affermato Nicolino Budano, segretario Regionale della Uil polizia penitenziaria del Veneto - Quella delle aggressioni ai danni del personale in servizio negli istituti penitenziari costituisce una delle problematiche più difficili. Non vogliamo creare allarmismi o strumentalizzare gli episodi ma è del tutto evidente che la frequenza con la quale si registrano eventi critici all’interno delle carceri ci impone di suggerire ai vertici dell’amministrazione un cambio di rotta. E soluzioni immediate a tutela degli operatori che vi prestano servizio». La fotografia di quanto la situazione sia critica arriva dai numeri: 133 agenti in servizio a fronte di un organico che ne prevede 165. Neppure guardando agli amministrativi la situazione è confortante: 13 su 19. E un educatore in meno rispetto ai 3 previsti. Alla carenza di personale carcerario fa da contraltare l’eccesso di detenuti: 189 anziché 137.
I sindacati hanno paura che il caso Santa Bona scoppi con altri eclatanti episodi di violenza.

Ultimo aggiornamento: 07:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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