Benzina e gasolio alle stelle: sospetti e proteste. Il Ministero promette verifiche

Martedì 10 Gennaio 2023 di Mauro Favaro
Benzina e gasolio alle stelle: sospetti e proteste. Il Ministero promette verifiche

TREVISO - I prezzi del carburante sono di nuovo alle stelle.

Il gasolio è già arrivato a sfiorare i 2,40 euro al litro nella Marca. E la benzina segue a ruota, fino a poco meno di 2,30 euro al litro. Stando ai dati del portale Osservaprezzi del ministero dello Sviluppo economico, i picchi al momento si registrano a Treviso, Mogliano e Castello di Godego. Mentre la zona di Castelfranco appare come la quella più economica. Pochi chilometri fanno la differenza nell’attuale, variegata mappa del caro-carburante nel trevigiano.


LA FOTOGRAFIA
Partiamo dal gasolio servito. All’Ip di via Caprera a Castello di Godego è a 2,381 euro. E nella stazione di servizio Sile Ovest sull’A27 a Casale sul Sile a 2,259. Il prezzo più basso, invece, sempre servito, risulta essere quello dell’Oil Italia di Villarazzo: 1,780 euro. Con il self service, di contro, si va da 1,983 euro dell’Ip di viale Montegrappa a Treviso e da 1,974 della stazione Calstorta Nord sull’A4 a Cessalto fino a 1,780 euro ai distributori Oil Italia di via Circonvallazione Ovest a Castelfranco e di Villarazzo e a 1,799 al Bc di via Castellana, sempre a Castelfranco. Per quanto riguarda la benzina, sul fronte del servito si è a 2,294 euro al litro all’Ip di via Caprera a Castello di Godego e a 2,209 nella stazione Sile Ovest dell’A27. Mentre si scende a 1,700 al Bc di via Castellana a Castelfranco e all’Oil Italia di Villarazzo. Il self più caro oggi si trova all’Eni di via Casale sul Sile a Mogliano: 1,957 per un litro di benzina. Seguito da Calstorta Nord sull’A4 (1,954). Il self meno caro, invece, è quello del distributore Bc di Castelfranco: 1,699 euro. Appena più su, a 1,700 euro al litro, ci sono l’Oil Italia di via Circonvallazione Ovest a Castelfranco, l’Oil Italia di Villarazzo e l’Iper Station di viale Europa a Castelfranco. Per il Gpl si va da 0,878 euro della stazione Crevada Est sull’A27 a Conegliano a 0,685 del distributore di via Dante a Cessalto. E per il metano da 3,252 euro dell’Eni di via Nazionale a Vedelago a 1,799 dell’Eni di via Postumia a Oderzo. Sono gli effetti dell’aumento delle accise. O meglio, della fine dello “sconto”. Il calo delle quotazioni del petrolio al momento non è stato sufficiente per controbilanciare. Il Codacons ha calcolato che un pieno di benzina oggi costa tra gli 8 e i 9 euro in più rispetto a dicembre. Il governo Meloni, dal canto suo, ha assicurato che sta vigilando sul caro-carburanti. Matteo Salvini, ministro dei Trasporti, sottolinea l’importanza dei controlli a tappeto da parte della guardia di finanza «perché anche in questo caso qualcuno ne sta approfittando». Ma i gestori degli impianti non ci stanno a recitare la parte degli speculatori. E puntano il dito contro gli utili da record delle multinazionali del petrolio.


I GESTORI
«Come al solito si mettono nel mirino i benzinai, quali maggiori imputati per il caro carburanti. Il Ministero dà l’ordine di sguinzagliare la guardia di finanza a caccia del gestore speculatore. Questa passerà ore e ore su ogni impianto e alla fine qualche irregolarità di sicuro la troverà, che non c’entrerà nulla con il caro carburanti – scandisce Moreno Parin, coordinatore del gruppo gestori carburanti Treviso di Casartigiani e Artigianato trevigiano – il polverone sollevato verso i benzinai nasconde le vere responsabilità. Già il petrolio è nero di suo. Mettici un bel polverone sopra e il solo che si vedrà sarà il gestore, che è l’unico a metterci la faccia». «Non importa se il prezzo di vendita gli è praticamente imposto, addirittura modificato direttamente dalla sede centrale della compagnia di turno – conclude Parin – il tutto per poco più di 3 centesimi al litro, lordi ovviamente. Due euro lordi per 100 euro di rifornimento. Sarebbe auspicabile che chi ha il potere e gli strumenti per farlo cominci a guardare oltre i benzinai per cercare i veri responsabili del caro carburanti. Magari emergerà che è il mercato internazionale il vero colpevole. Ma almeno i benzinai usciranno dal mirino dei cercatori di colpevoli».

Ultimo aggiornamento: 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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