Statua del Canova danneggiata per un selfie, ora si corre ai ripari: «Servono sensori sulle opere»

Lunedì 3 Agosto 2020 di Elena Filini
Statua del Canova danneggiata per un selfie, ora si corre ai ripari: «Servono sensori sulle opere»

POSSAGNO Sfregio ai danni di Paolina Bonaparte: dopo la rabbia è polemica sui sistemi di sicurezza. Nella sala centrale della Gypsoteca mancano i sensori e la custodia fissa. «L'unica soluzione di tutela è installare dei sensori anti-avvicinamento. Solo così i capolavori saranno al sicuro» commenta Philippe Daverio. Vittorio Sgarbi, passata l'escandescenza, in parte ammette. «Il 7 agosto sarò a Possagno. Faremo una riunione sulla questione sicurezza. Chiederò il presidio fisso nella sala centrale della Gypsoteca. Ma niente intenti repressivi. Le persone devono potersi scattare un selfie in compagnia delle opere d'arte».

Rompe la statua del Canova per farsi un selfie. Sgarbi furioso: ​«Sfregio inaccettabile, prendete quel barbaro Visigoto subito»

L'ATTACCO
«È successo un fatto molto grave. Il Museo non può auto assolversi» polemizza Ennio Bianco, presidente del Premio Comisso. «A Vienna le sculture di Canova sono protette dai sensori. Non spostiamo il tiro della polemica focalizzandoci sulla nazionalità del turista. Pensiamo a come proteggere i nostri capolavori». Venerdì alle 12,23 un turista austriaco, durante un tour al Museo Canova, si è seduto sul piede di Paolina Borghese. Nella manovra tre dita si sono staccate sbriciolate. Il colpevole, pur avvedendosi del danneggiamento, ha lasciato il museo senza denunciare l'accaduto. Passato lo sdegno - e mentre gli investigatori stanno cercando di rintracciare l'incauto visitatore, filmato dalle telecamere della sala - c'è lo spazio per le polemiche. «Il danneggiamento non sarebbe avvenuto se il museo fosse dotato di teche per proteggere i capolavori. E anche quest'insistenza sulla nazionalità del presunto danneggiatore mi sembra inopportuna» riprende Ennio Bianco. Daverio, di nascita austriaca, glissa ma precisa. «I grandi musei del mondo proteggono i loro patrimoni con i sensori. Sono il metodo meno impattante e più efficace. Questa è l'unica strada per la Gypsoteca se ritiene di mettere al sicuro il suo immenso patrimonio.
 



TECHE
«Escludo in maniera assoluta l'uso di teche per proteggere le sculture: dice Sgarbi. «Il fatto di lasciare i capolavori visibili è una scelta precisa - replica Valerio Favero, sindaco di Possagno e vicepresidente della Fondazione - oggi come inevitabile tutti si interrogano. La verità è che le teche toglierebbero notevole impatto all'incontro con l'arte canoviana. E che i sensori sarebbero un mero deterrente». Ben consapevole dei bilanci del Museo casa Natale Sgarbi. Se ne parlerà il 7 agosto». 

POST RAZZISTA
Il tono del post della Gipsoteca e le sottolineature di Sgarbi sulla nazionalità del presunto danneggiatore non sono piaciute a molti appassionati. «Post razzista? Non capisco - si difende Sgarbi - ho voluto solo sottolineare che il bel culone che si è posato sulla povera Paolina non era nè ghanese nè senegalese ma austriaco. «Il bailamme creato sullo straniero temo che sia nato dal voler coprire una carenza - riprende Bianco, che dà voce ad una posizione minoritaria ma fortemente critica - Speriamo che oggi il museo si impegni nel tutelare meglio i suoi capolavori».

Turista danneggia statua del Canova per un selfie e scappa. Frantumate tre dita del piede di Paolina Bonaparte Foto Video

SELFIE
«Non concordo con chi dice che bisogna impedire le fotografie.
Anzi, il selfie è un modo di creare empatia e continuità tra opera d'arte e pubblico» tiene a mettere in chiaro però Sgarbi «La misura non è quella di scoraggiare la foto ingessando la visione dei musei. Ma di prevedere che, d'ora in poi, che desideri scattare un'immagine ricordo con il capolavoro debba necessariamente avvisare la sicurezza in modo che il custode controllare». Proposta lodevole, ma non facile. «Ci troviamo di fronte ad un gesto imprevedibile. Mi viene in mente tutto tranne che uno possa sedersi su un gesso di Paolina Bonaparte. Ma siccome è dimostrato che accade, dovremo impegnarci. Prendere contromisure è una cosa, ma voglio una misura il meno repressiva possibile. Già domani mi confronterò con il sindaco. E, nell'attesa della riunione del 7 agosto, mettiamo due custodi fissi e un cordone».

Ultimo aggiornamento: 11:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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