Dietro l'autoritratto di Canova spunta un dipinto inedito: chi sono quei due volti misteriosi? Foto

Domenica 14 Febbraio 2021 di Chiara Pavan
Dietro l'autoritratto di Canova spunta un dipinto inedito

Canova dietro Canova. O forse no: magia dei restauri che portano alla luce dettagli inaspettati di un'opera d'arte. Così, dietro l'«Autoritratto come scultore» firmato da Canova nel 1799 e custodito al Museo di Possagno, affiora a distanza di secoli un dipinto sconosciuto. Una sua opera inedita? O una tela vecchia utilizzata per autoraffigurarsi? Dalle 4 radiografie alle quali il quadro è stato sottoposto durante il recente intervento di recupero, infatti, sono emersi due volti misteriosi, uno solenne e autorevole sulla sinistra, e uno più giovane, a destra, leggermente inclinato verso l'altro.

Opera di Canova? Domande per ora senza risposta, «servono ulteriori indagini per poter dare una risposta» conferma la direttrice del Museo, Moira Mascotto. Eppure, quei due volti misteriosi che si delineano nella radiografia aprono molti interrogativi, il più importante dei quali riguarda la paternità: appartiene a Canova o a qualche altro artista? E quando è stato realizzato? E perché è stato coperto?


LA CRITICA

«Colgo qualcosa di tizianesco nel volto a sinistra, e di canoviano in quello a destra»: Vittorio Sgarbi, presidente della Fondazione Canova, si muove cauto. Dopo tutto, si sa, «gli artisti, mentre dipingevano, avevano pentimenti e cambiavano l'immagine - aggiunge il critico - qui però il pentimento mi pare difficile: sembra si tratti proprio di un altro quadro, il che fa pensare che la tela, in precedenza, fosse già stata dipinta, ma non da lui. Oppure può anche essere che Canova non avesse voluto perfezionare qualcosa, ma inventare un'immagine nuova, solenne: nel suo Autoritratto indica la propria dimensione di scultore con orgoglio, con la solennità dell'aristocrazia». Nel dipinto, infatti, Canova non soltanto si mostra, ma si racconta dal punto di vista psicologico: emerge da uno sfondo scuro, elegantemente vestito, la fronte spaziosa, un po' di calvizie, il naso importante e la bocca socchiusa, quasi a sussurrare qualcosa. Gli occhi sono vivaci e intelligenti. Tra le mani tiene mazzuolo e scalpello, a sinistra si vede una Testa ideale, soggetto poi scolpito qualche anno dopo. Sotto, la firma: «Anto Canova Sc. si dipinse 24 luglio 1799».


IL LAVORO

Il progetto di restauro viene avviato una settimana prima della riapertura del museo, come racconta Mascotto, «il quadro è stato tolto dalla cornice e dal telaio, abbiamo anche conservato chiodi e graffette. Una volta steso, è stato messo su un telaio a elastici. La restauratrice ha iniziato a pulirlo, a togliere le vernici. E così, indagando la pellicola pittorica, abbiamo notato che il lato sinistro del quadro presentava delle porzioni di pittura incompatibili con il dipinto noto. Cosa c'è sotto? In accordo con la soprintendente Pregnolato abbiamo avviato un'indagine radiografica. E dalle 4 radiografie ecco rivelarsi i volti. Le domande che ci siamo posti forse potranno trovare risposta grazie ad ulteriori indagini scientifiche e a ricerche negli archivi del Museo, cercando tra inventari, libri dei conti e i molti documenti conservati che attestano l'attività canoviana».


PAOLINA BONAPARTE

Intanto, con l'avvicinarsi delle celebrazioni del 2022, bicentenario della morte di Canova, il Museo di Possagno è pronto «per un biennio intenso, con tutto il palinsesto delle mostre che ci stanno aspettando». Senza però sottovalutare la manutenzione ordinaria del patrimonio, ossia «portare avanti i restauri - precisa la direttrice - Stiamo concludendo il restauro del modello in gesso del cavallo, poi c'è il lavoro sull'autoritratto, tra pochi giorni inizia quello sul gesso di Paolina Borghese che lo scorso luglio è stata danneggiata da un visitatore irresponsabile». Un danneggiamento, fa eco Sgarbi, «che ci ha portato pubblicità somma in tutto il mondo grazie alla collaborazione di questo obeso signore austriaco che però ha rotto le dita ricostruite in un restauro del 2004: insomma, il danno è stato fatto a una protesi, quindi la restaurazione, in un certo senso, sarà meno dolorosa». 


GLI APPUNTAMENTI

E proprio a Paolina Borghese è dedicata la mostra che si apre il 19 marzo a Possagno (fino al 31 maggio), curata dalla stessa direttrice, che racconta l'opera attraverso due percorsi diversi: il primo affronta l'iter creativo di Canova, il secondo la storia del gesso di Paolina, «per capire come è stato portato a Possagno e perché, a differenza di altri gessi, abbia dovuto attendere il 2003 per essere reintegrato. Senza però trascurare cosa è accaduto durante la prima guerra». Vittorio Sgarbi propone a sua volta altre due mostre, sempre a Possagno, la prima ad aprile con la Maddalena di Canova in dialogo con la Maddalena di Caravaggio in arrivo da Londra; la seconda, Canova e il contemporaneo, a fine settembre, che raccoglie giovani scultori di oggi «che si ispirano ai tempi della scultura classica, non astratta. Sarà una mostra che prelude a quello che ho in mente di fare al Mart di Rovereto, con fotografi come Mapplethorpe in dialogo con Canova. Mentre a Treviso, progetto già fissato con il sindaco, metteremo Canova a rapporto con Martini». In attesa delle celebrazioni del 2022, anno «in cui Possagno dovrà diventare protagonista, non soltanto con la Gypsotheca, ma anche con iniziative a distanza - spiega il critico - Vorremmo restituire a Canova e alla sua Gypsotheca una centralità in Veneto», magari ponendolo in relazione con il Museo di Bassano che possiede un'altra forte dotazione di opere, disegni e dipinti. 


LE IDEE

Per il 2022 Sgarbi mira a progetti complessi, per esplorare la scultura veneta del 500 in riferimento al neoclassicismo. Senza scordare i dialoghi aperti con l'Hermitage per uno scambio di gessi e marmi: «Siamo all'inizio - spiega - attendo l'incontro con il comitato di studio, fra settembre e ottobre, per capire meglio e avere conferma dello stanziamento dello stato per Canova: spero arrivi almeno a 700-800 mila euro». Indicativamente Sgarbi sarebbe interessato a mantenere le iniziative a Possagno per il 2022, guardando all'estero l'anno seguente, Singapore, Seul, gli Usa, e poi Tokyo, e l'Hermitage.


LO SGUARDO

Dopo tutto, Canova merita attenzione ovunque, e lo sa bene la direttrice Mascotto che continua ad emozionarsi ogni volta che entra in Gypsotheca, «proprio come la prima volta che l'ho vista quando mi sono detta wow, sono nel posto più bello del mondo» sorride. Ma oltre al Canova scultore, Moira Mascotto vuole sottolineare la figura di Canova grande intellettuale, «un diplomatico prima di tutto, mandato da Papa Pio VII per recuperare le opere d'arte che Napoleone aveva trafugato dall'Italia. E poi esperto d'arte: fu invitato dal governo inglese per dare un giudizio sui marmi portati via dal Partenone di Atene, per capire se erano davvero di Fidia. E poi Canova mecenate, che si è speso per i giovani artisti, come Francesco Hayez, il padre del romanticismo. Senza scordare il tempio donato al Possagno, considerata la sua patria insieme alla Repubblica di Venezia e a quell'Italia ante-litteram».

Ultimo aggiornamento: 14:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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