Suyaya muore di parto: i suoi cinque cuccioli adottati da un altro cane

Sabato 3 Febbraio 2018 di Manuela Collodet
Suyaya muore di parto: i suoi cinque cuccioli adottati da un altro cane
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FOLLINA  - Morte, cuccioli, vita. Gli ingredienti per una di quelle storie che incantano il cuore ci sono tutti. Eppure la potenza di quella andata in scena alla Dolza, fattoria dal sapore antico adagiata ai piedi delle Prealpi trevigiane, è di quelle che raramente incontri. La protagonista è Suyaya, una splendida Samoiedo, che fa parte dell'allevamento canino di Enrico Curto, titolare dell'azienda agricola La Dolza di Valmareno, che dal Duemila alleva questi esemplari originari della Siberia.

LA TRAGEDIA
Suyaya la prima settimana di dicembre partorisce naturalmente cinque cuccioli. Ma qualcosa non va, non sta bene, viene chiamato il veterinario che le somministra dell'ossitocina per aiutarla ad espellere la placenta. Ma Suyaya non migliora e viene deciso di portarla in clinica dove viene sottoposta a un intervento chirurgico. Si scopre che nell'utero ha altri due cuccioli morti. L'operazione sembra però andare bene e Suyaya viene riportata a casa. Inizia ad allattare i suoi cuccioli e per cinque giorni tutto procede normalmente. Ma è solo il prologo della la tragedia. Quando racconta quelle ore Enrico si commuove ancora. «In quei giorni non la lasciavamo mai da sola. Mai. Ma quella sera dovevamo uscire tutti e lei è rimasta sola due orette. Sono tornato e subito sono andato a vedere come stava. Ho aperto la porta dello chalet e l'ho trovata accovacciata in un angolo. Mi sono avvicinato e ho visto che era immersa in una pozza di sangue. Si era letteralmente strappata gli intestini». 

IL DOLORE
La corsa per salvare Suyaya sarà senza tempo. Senza quella speranza che il suo nome spagnolo evoca. Morirà durante l'operazione. Troppo gravi le ferite che si era inferta forse nel tentativo di strapparsi le graffette che le avevano messo per suturare la cicatrice dell'altro intervento. Enrico riporta a casa la sua Suyaya. La adagia tra la paglia dello chalet perché i cuccioli possano salutarla. Poi la seppellisce in quella stessa terra che l'ha vista crescere e correre. 

LA RINASCITA
In un angolo ferma immobile muta testimone di un dolore senza razze per tutto il tempo era rimasta Rose, una Bovaro del Bernese di casa La Dolza. Ha atteso che l'attimo consumasse l'addio e poi ha iniziato a leccare i cuccioli per aiutarli a digerire il latte bevuto col biberon. E così ha fatto per tre giorni. Finché il latte non è venuto a lei. E per 52 giorni li ha svezzati. Li ha cresciuti come fossero cuccioli suoi. Una mamma Bovaro e la sua cucciolata di Samoiedo. 

IL DONO
«Allevo cani da diciotto anni, sia per lavoro che per passione, ma non ho mai visto nulla di simile». I veterinari affermano che a volte nel branco può accadere che se una cagna muore durante il parto le altre cagne si prendono cura di loro anche allattandoli. Ma nel branco, non in cattività. E' ancora incredulo Enrico mentre accarezza uno dei cinque cuccioli. «Sono stati tutti adottati -spiega - tranne una che porta il nome della mamma e che resterà con noi. David, il più bello sarà ceduto solo con un contratto espositivo, gli altri Mixer, Lupetto, Big Gin hanno già trovato casa». Il compito di Rose, la tata a quattro zampe, è finito. E lei lo sa. «Ora sta poco con loro, ogni tanto li allatta ancora. Ma non resta con loro, se ne torna nella sua cuccia». Di mamma ce n'è una sola. Non sempre. Anche in questo la natura non fa differenze. La differenza la fa sempre il cuore.
Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 12:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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