Raffica di malori, in 300 all'ospedale: «Disidratazione e malattie esotiche»

Venerdì 22 Luglio 2022 di Mauro Favaro
L'ospedale di Treviso Ca' Foncello

TREVISO - Aumentano malori e disidratazioni. Ma anche malattie di origini esotiche, a partire dal virus del Nilo (West Nile) diffuso dalle zanzare comuni, fino alla Tbe da zecca. Il caldo mette a dura prova la salute dei trevigiani sotto tutti i punti di vista. I più colpiti sono gli anziani. Il pronto soccorso del Ca’ Foncello conta oltre 300 accessi al giorno. «Tra le 50 e le 60 persone in più rispetto alla media – spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – a far la differenza sono proprio le richieste che arrivano da anziani con problemi di disidratazione». I reparti di Medicina e di Geriatria sono costretti a fare gli straordinari. Ma non solo. L’ondata di caldo sta moltiplicando i rischi anche sul fronte dei virus. Si rinnova la minaccia del West Nile. Sono già tre le persone contagiate da una puntura di zanzara che hanno sviluppato un’infezione sfociata in encefalite. E due di loro purtroppo hanno perso la vita: un 73enne di Merlengo di Ponzano e un 87enne di Salgareda.

LE CRITICITÀ

«Stiamo registrando un incremento delle malattie di origini esotiche anche perché questo clima caldo umido favorisce il proliferare di simili infezioni – mette in chiaro il direttore generale – Dagli esperti arriva la conferma che il clima di questi giorni porta a una maggiore aggressività da parte degli artropodi (insetti, zecche, ragni, acari e così via, ndr)». E l’ondata di caldo andrà avanti almeno fino alla prossima settimana. «L’apice è previsto per lunedì prossimo – specificano dall’Arpav – su buona parte della pianura si potranno raggiungere temperature massime di 36-38 gradi, con possibili locali punte anche lievemente superiori». Infine, incide pure la maggiore mobilità delle persone. «È ripresa dopo due anni di sostanziale blocco a causa dell’emergenza Covid», evidenzia Benazzi.

LE ANALISI

I test eseguiti sui pazienti trevigiani colpiti dal virus delle zanzare sono stati inviati ai laboratori di Padova per la conferma definitiva. In realtà, però, non si hanno già più dubbi. «Sono effettivamente legati al West Nile – dice il direttore generale – ma non bisogna farsi prendere da allarmismi. Oltre l’85% delle persone punte da zanzare infette non sviluppano alcun sintomo e il 10% solo dei sintomi lievi. Nell’1% dei casi, certo, soggetti con difese immunitarie particolarmente basse a causa di altre patologie possono arrivare anche al decesso. Ma sono situazioni veramente limite. E auspichiamo che restino isolate». Fino a pochi anni fa era prevista una disinfestazione specifica contro le zanzare attorno alle case delle persone contagiate dal virus del Nilo. Adesso non più. Al momento non sono stati registrati altri casi sospetti. Data che è stata confermata la presenza di zanzare infette, però, a quanto pare è questione di tempo. «La diffusione delle zanzare infette è a macchia di leopardo – spiega Pier Giorgio Scotton, direttore dell’unità di Malattie infettive dell’ospedale di Treviso – di conseguenza ci aspettiamo che possano emergere anche altri casi». L’Usl ha scritto a tutti i sindaci per chiedere loro di rafforzare le misure di prevenzione contro il West Nile riducendo il numero di zanzare. È l’unica via di prevenzione. Il primo passo consiste nell’uso di larvicidi. Bisogna poi fare piazza pulita dei contenitori con la presenza di acqua e così via. «Se possibile, meglio evitare di uscire all’imbrunire – aggiunge Benazzi – e in ogni caso è opportuno usare i normali repellenti ed evitare vestiti scuri, che attraggono maggiormente le zanzare comuni».

LE MALATTIE

Per quanto riguarda la malattia trasmessa dalle zecche, di seguito, nei giorni scorsi sono state ricoverate in ospedale due persone con Tbe. Una a Treviso e una a Montebelluna. Entrambe avevano sviluppato febbre, ma fortunatamente senza arrivare all’encefalite. «In questo caso c’è un vaccino straordinario: per chi è solito andare in montagna vale davvero la pena di farlo», sottolinea Scotton. E come se non bastasse è arrivato nella Marca anche il vaiolo delle scimmie. Nelle ultime 48 ore è emerso un nuovo caso di monkeypox, il virus che causa bolle e lesioni sulla pelle. Il totale sale così a 5. Tutte persone giovani, sui 30 anni, alcune rientrate dall’estero e altre rimaste sempre in questa zona. «Hanno inciso anche i rapporti tra persone che si conoscono – rivela il direttore generale – i casi, comunque, sono stati trattati in isolamento domiciliare e hanno risposto bene». Il vaiolo delle scimmie si trasmette attraverso l’esposizione prolungata alle goccioline di saliva e il contatto diretto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati, come vestiti o lenzuola. E inevitabilmente sono a rischio anche i rapporti intimi. «Ma dopo il tracciamento dei contatti avuti dalle persone contagiate non sono emersi altri problemi – tira le fila Benazzi – ciò indica che la cosa è delimitata. Non ci aspettiamo ulteriori sviluppi in questo senso».

Ultimo aggiornamento: 17:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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