Afa, caldo e malori: nei pronto soccorso è boom di codici bianchi

Lunedì 21 Giugno 2021 di Serena De Salvador
L'ingresso del pronto soccorso dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso

TREVISO - L’ondata di caldo intenso che negli ultimi giorni ha colpito la Marca non ha tardato a far sentire i suoi effetti anche sulla salute dei trevigiani. Specie dopo un maggio straordinariamente piovoso e con temperature tutt’altro che primaverili. Mancamenti, cali improvvisi di pressione, senso di vertigine sono in queste ore oggetto di numerose chiamate al 118 e di una serie di accessi nei pronto soccorso del territorio. Un fenomeno che si presenta all’arrivo di ogni estate, ma quest’anno ce n’è anche un altro che sta mettendo a dura prova le aree di primo soccorso degli ospedali: il boom di codici bianchi.

L’ANOMALIA

«Al pronto soccorso di Treviso abbiamo ogni giorno una media di 60 persone che si presentano manifestando i sintomi di fastidi più svariati, ma tutti estremamente lievi. A Conegliano sono almeno una cinquantina e via di seguito con tutti gli altri ospedali della Marca –sottolinea Enrico Bernardi, direttore del pronto soccorso del Ca’ Foncello–. Si tratta di una casistica del tutto anomala, anche rispetto agli anni passati e al periodo estivo. Non sono infatti pazienti con problemi concretamente legati al caldo. Sono persone che si presentano accusando malori che il più delle volte loro stessi collegano alle alte temperature ma senza reale fondamento. Il motivo? Siamo i primi a chiedercelo. Certo è che ciò rappresenta un problema non indifferente per noi. In questo modo i pronto soccorso sono oberati, specie in questi mesi in cui per garantire le ferie del personale le forze sono necessariamente ridotte.

Per non parlare delle difficoltà legate al Covid con cui la sanità sta ancora facendo i conti. Il 90% di questi pazienti viene dimesso immediatamente dopo le visite, segno del fatto che la loro salute non è in pericolo, ma con un impiego di tempo e risorse non indifferente. Fermo restando che tutti devono avere la possibilità di essere visitati e curati, serve anche senso civico per capire che ci si rivolge a un servizio di emergenza quando l’emergenza c’è davvero».

IL PERIODO

L’impennata di accessi al pronto soccorso per codici bianchi (quelli che “non presentano criteri oggettivi di sofferenza nel paziente”, ndr) si somma inoltre a quelli di coloro che realmente patiscono a causa del caldo. «Sono per lo più di anziani che hanno già problemi di pressione e che assumono farmaci. Queste temperature li mettono a dura prova, capita che svengano e per questo al loro arrivo in pronto soccorso il codice che viene assegnato in triage è ben più serio –prosegue Bernardi–. Questo sì, è un fenomeno fisiologico del periodo. In questi giorni parliamo di 4/5 accessi al giorno di questo tipo al Ca’ Foncello e 2/3 a Conegliano e negli altri ospedali. Nei prossimi mesi le cifre potrebbero salire, ma è evidente la sproporzione rispetto al boom di codici bianchi». Che i colpi di calore colpiscano soprattutto gli anziani lo dimostra in particolare l’ultima settimana. Domenica 13 giugno, nell’arco di una sola ora in tarda mattinata, sono state 14 le persone soccorse dal 118 per sintomi legati alle alte temperature. Tanti i pensionati che sono svenuti nelle chiese e nei negozi a causa dell’afa, ma anche in occasione di pranzi e cerimonie sia nei locali che in abitazioni private. Come d’altronde è successo anche in settimana e nel weekend. L’andamento è abbastanza regolare, con una media di una quindicina di telefonate al giorno registrate dai centralini del Suem per richieste d’aiuto provenienti da tutta la provincia. E se i primi giorni di caldo possono cogliere impreparato il fisico, l’esposizione per lunghi periodi potrà portare un nuovo incremento delle visite in pronto soccorso. «Nei prossimi mesi gli accessi potrebbero aumentare, per questo è importante non intasare le strutture per nulla» chiude Bernardi.

Ultimo aggiornamento: 08:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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