TREVISO - Togliere mille automobili dalle strade della provincia, riducendo l’inquinamento e aiutando le famiglie alle prese con il caro-carburante.
GLI OBIETTIVI
«Mom contava 3mila lavoratori abbonati prima dell’emergenza Covid. Adesso si è scesi a 2mila. Il primo obiettivo è quello di andare a colmare questo gap – fa il punto Stefano Marcon, presidente della Provincia – guardiamo sempre a più orizzonti. Con i prezzi dei rifornimenti per i veicoli privati alle stelle, abbiamo cercato una soluzione per dare una mano direttamente ai cittadini che nel tragitto casa-lavoro sostengono spese importanti. La crisi pandemica e il cambiamento climatico, poi, stanno incidendo sempre di più sulle nostre vite, quindi è fondamentale ideare delle strategie che agiscano direttamente a favore sull’ambiente, proteggendolo». Sulla stessa linea Giacomo Colladon, presidente di Mom: «Riportare l’utenza a usare i mezzi pubblici è una priorità: innanzitutto sul piano ambientale e di riduzione del traffico veicolare, ma anche sul piano economico – sottolinea – questa iniziativa, unica in Veneto, si pone l’obiettivo di far crescere l’utilizzo del mezzo pubblico come scelta consapevole da parte dei lavoratori pendolari. Al prezzo di tre mensilità si potrà viaggiare tutto l’anno». Come tutti i cittadini, anche la stessa Mom si sta confrontando con il caro-carburante. Il conto totale è aumentato del 30%. «Spendiamo tre milioni in più all’anno, a fronte di un’uscita che prima si aggirava sui 9 milioni – dice il presidente – il metano, in particolare, è aumentato del 500%. E l’aspetto paradossale è che per il trasporto pubblico sono previsti contributi statali solo per comperare nuovi mezzi proprio a metano, elettrici o idrogeno. Stiamo guardando anche a quest’ultimo. Ma è ancora presto».
I RINCARI
Per non parlare della bolletta della luce: «Quella del nostro deposito è quadruplicata: da 6mila a 24mila euro», fa i conti Colladon. I bus a metano, comunque, continuano a girare, anche se forse oggi converrebbe muovere solo quelli a gasolio. La riduzione delle accise approvata dal governo Draghi ha già finito il proprio effetto. Con la benzina sopra i 2 euro al litro si è sostanzialmente punto e a capo: come lo scorso marzo. «L’aumento è frutto di speculazione. Non è sostenibile da parte delle aziende del trasporto. Così come incide molto sulle famiglie – tira le fila Marcon, che oltre a essere presidente della Provincia e il responsabile commerciale dell’azienda Marcon Srl, specializzata in particolare nel trasporto di prodotti chimici nei Paesi dell’Est Europa – se non si interviene strutturalmente nel calmierare questi costi non ci potranno essere certezze nei costi dei servizi legati all’utilizzo di carburanti. Di conseguenza, si correre il rischio di ritrovarsi a dover adeguare le tariffe ogni settimana». Non quelle della Mom. Il problema ora riguarda le aziende private. Se non si risolve, però, il nodo è destinato ad allargarsi.