Il "re" della carta Zago: «Aumento i listini del 30% solo per poter ripartire»

Mercoledì 24 Agosto 2022 di Maurizio Crema
Bruno Zago

TREVISO - «Riapriremo il 29 agosto dopo quasi un mese di ferie obbligate anche dai rincari: nel luglio 2021 abbiamo speso per il gas una quindicina di milioni, il mese scorso siamo arrivati a 50 milioni, e in settembre temo si possa salire a 60-70 milioni.

Se i clienti non ci riconoscono un aumento dei prezzi del 30% in due mesi non converrà nemmeno stare aperti, il gas mi costerebbe più di quello che incasso e devo metterci sopra anche la manodopera, i trasporti, le materie prime».


Bruno Zago è presidente del gruppo trevigiano Pro-Gest (950 milioni di fatturato previsto a fine anno, 500 dipendenti in Veneto sui 1400 totali, 28 stabilimenti comprese le 7 cartiere, due venete), uno dei colossi italiani della carta e degli imballaggi che per la Cgil rischia di finire bruciato dai prezzi folli dell'energia. Una filiera che insieme alla grafica e alla stampa secondo il sindacato produce «un giro d'affari di 22 miliardi in Italia (l'1,4% del Pil) e porta in positivo il nostro export per 3,5 miliardi». «Il Veneto è una delle regioni più importanti per il settore, con oltre 27.000 addetti e con alcune delle aziende leader a livello nazionale - evidenzia Nicola Atalmi, segretario Cgil regionale di settore - oltre a importanti realtà locali. In questo settore il costo dell'energia incide per il 30% e in un anno il prezzo del gas è passato da 30 euro/Mwh a 120 euro/Mwh. A settembre si prevede possa superare i 200 euro/Mwh. Per questo si annunciano fermi produttivi, mentre l'aumento dei costi energetici falcidierà l'Ebitda (margine lordo, indicatore di redditività) cui è legata gran parte della contrattazione aziendale e dei premi di risultato, tagliando nettamente la retribuzione dei dipendenti già nell'anno in corso e ancor di più nel prossimo. Nelle fabbriche si comincia a parlare di cassa integrazione ed è paradossale, visto che gli ordinativi non mancano».


«Noi per ora non abbiamo in programma cassa integrazione, spererei proprio di farne a meno, ma siamo in piena emergenza e navighiamo a vista: i costi del gas sono intorno ai 270 euro al Mwh quando per lavorare in pareggio dovrebbero essere sui 100 come a giugno. Oggi è impensabile far girare le cartiere senza aumenti dei listini di vendita - sottolinea Zago, leader nel mercato della riciclata - spero che i clienti ci vengano incontro sul prezzo: un po' ci sacrificheremo noi e un po' si applicheranno loro. Il governo poi deve intervenire subito, serve un tetto ai prezzi per almeno i prossimi sei mesi per permetterci di programmare la nostra attività, non si può lavorare con rincari del 30% dalla sera alla mattina. Non ho la sfera di cristallo: oggi apri e non sai quanto puoi andare avanti». Già ma così il peso dei rincari verrà scaricato sui cittadini consumatori e addio ripresa. Che aumenti volete proporre ai vostri imballaggi per esempio utilizzati come contenitori delle pizze? «Servirebbe un rincaro del 20% a settembre e un + 10% a ottobre - risponde Zago - nella speranza di capire cosa succede dopo. Già in luglio abbiamo lavorato abbastanza tirati. In agosto abbiamo preferito fare manutenzioni e in pratica chiudere mentre l'anno scorso ci siamo fermati per 8-10 giorni. E ora siamo pronti a partire perché abbiamo carta nei magazzini: c'è domanda, anche se in calo. A metà settembre faremo il punto: se lo Stato non si muove mettendo il tetto ai prezzi di gas ed elettricità sarà durissima». Zago è critico sull'operato del governo: «Hanno fatto dei tagli alle tasse, il credito d'imposta è servito a qualcosa, ma spesso c'è stata confusione, ogni giorno una novità che contraddiceva quella di prima».


IL SOLARE NON BASTA
Rischiate anche lo stop alle forniture? «I contratti le compagnie non li hanno rinnovati ma le grandi compagnie come l'Eni, da cui ci riforniamo, a prezzo di mercato ti devono dare il gas - risponde Zago -. Di sicuro stiamo assistendo a una speculazione, c'è poco da dire». E il fotovolaico? «Noi i pannelli li abbiamo ma l'elettricità copre solo il 10% dei nostri consumi energetici», spiega l'imprenditore trevigiano mentre la Cgil lancia l'allarme: c'è il rischio di fermi produttivi. «Mentre impazza una campagna elettorale in cui gli schieramenti politici si sfidano rilanciando promesse più o meno credibili, nelle fabbriche del nostro territorio serpeggia una grave inquietudine rispetto alle condizioni in cui ci troveremo già da settembre a causa dell'impennata dei costi energetici», ricorda in una nota Atalmi. E il direttore di Assocarta Massimo Medugno chiede la «garanzia di Stato sui contratti di fornitura di gas alle imprese: il razionamento non spaventa il settore ma serve chiarezza».
 

Ultimo aggiornamento: 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci