Zaia: «Insegnanti solo veneti? Non esiste proprio». In anteprima un capitolo del libro di Bruno Vespa

Giovedì 29 Ottobre 2020 di Bruno Vespa
Bruno Vespa e Luca Zaia

«Premetto che io non sono esperto di cose europee» precisa Luca Zaia. Il governatore del Veneto, confermato per il terzo mandato con un plebiscito, si tiene lontanissimo dai temi politici. Sa che i nemici di Salvini lo vogliono usare contro il Capitano e si guarda bene dal dargli corda. La manifestazione del 29 settembre a Venezia insieme a Salvini per festeggiare la vittoria elettorale è stata enfatizzata per mettere la pietra tombale su qualunque remota ipotesi di polemica. Cosi, per spiegare la svolta moderata della Lega, Zaia attinge ai ricordi. «Fin dai tempi di Bossi, la Lega ha costruito il consenso investendo sugli amministratori. E gli amministratori, per loro natura, sono moderati perché pragmatici. Un partito di governo che aspiri a guidare l'Italia deve necessariamente guardare all'area moderata che, in questo momento, e priva di un riferimento solido. Questo spiega pure le forti fluttuazioni che vediamo alle elezioni. Per me ha votato anche gente che non è della Lega. Nemmeno a livello nazionale esistono più due poli blindati. Il cittadino non compie più le sue scelte indossando una casacca ideologica. Questo spiega il successo di Renzi ieri e di Salvini oggi. Prendono voti quando parlano al cuore della gente». Zaia ha preso i voti che ha preso perché gli viene riconosciuto di saper amministrare bene e perché ha sventolato una bandiera magica: autonomia. Che cosa significa autonomia per una regione che produce 160 miliardi di Pil (il 9 per cento, più o meno, di quello nazionale) e lascia allo Stato 15 miliardi di «residui fiscali», cioè la differenza tra quanto la regione prende e quello che versa nelle casse centrali?
Zaia sa che, in un paese lungo e diseguale come l'Italia, se lui tirasse troppo la coperta a Nord, lascerebbe il Sud con i piedi scoperti. Non rivendica, quindi, i soldi che versa in più, ma vorrebbe organizzare in proprio alcuni servizi che oggi sono forniti dallo Stato. «Facciamo l'esempio della sanità» precisa il governatore. «La spesa sanitaria nazionale è di 110 miliardi. A noi ne toccano 9 miliardi 360 milioni, l'8 per cento. Da dieci anni il nostro bilancio sanitario è in utile. Il vero tema e la vera disparità tra le regioni sta nella qualità dell'amministrazione. Molte regioni stanno rientrando dai buchi di bilancio che hanno fatto. Non voglio fare polemiche, ma perché, a parità di popolazione, il numero dei dirigenti diverge? Perché alcune regioni hanno i magazzini pieni di roba scaduta? A noi non scappa un codice. Io sono in grado di ricostruire il viaggio di ogni siringa. Perché altrove non e cosi?».
Le materie sulle quali il Veneto invoca competenza sono 23. La più importante è la scuola. Qui la regione si trascina dietro molti anni di polemiche. Si è parlato di programmi veneti e di insegnanti solo veneti: e ciò sarebbe in palese contrasto con la Costituzione, oltre che con il buon senso. Zaia non ha in mente niente di tutto questo. «C'e solo un problema di organizzazione scolastica. Perché in Trentino Alto Adige le cose funzionano meglio che da noi, a cominciare dalle supplenze? Perché hanno autonomia. Noi non tocchiamo palla. Abbiamo 707.000 studenti e 95.000 tra insegnanti e operatori scolastici. Non crede che, se non fosse tutto gestito dalla casa madre, le cose andrebbero meglio? Se avessimo l'autonomia, sa quanti milioni risparmieremmo?».
E la storia degli insegnanti solo veneti? «Non esiste. Non avrebbe nessun senso. Il Veneto è una regione cosmopolita, anche sotto il profilo culturale. Ma abbiamo 16.000 posti vacanti e ogni anno è uno strazio. Non andiamo da nessuna parte se arrivano insegnanti meridionali che, appena posata la valigia, pensano al trasferimento. Vorremmo persone che decidono di costruire qui un progetto di vita. O, almeno, dovremmo fare come con i militari. Prima di un congruo numero di anni non si può chiedere il trasferimento». Altro tema caldo, l'ambiente. «Apriti cielo ogni volta che chiediamo l'autonomia sui vincoli paesaggistici. Guarda che, se gliela concedi, Zaia costruisce grattacieli sulle colline del prosecco... Ma quando mai? Guardiamo ai modelli federalisti che funzionano, come la Germania e gli Stati Uniti. I veneti amano la loro terra e vogliono proteggerla. Ma non possiamo andare avanti con statuti medievali». Nel 2026 si svolgeranno le Olimpiadi invernali Milano-Cortina. «L'autonomia arriverà molto prima del 2026», assicura il presidente della Regione del Veneto.
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