Incontri Asolani, i dialoghi di Brunello tra voci e corde

Mercoledì 4 Settembre 2019 di Elena Filini
Incontri Asolani, i dialoghi di Brunello tra voci e corde
L'EVENTO
ASOLO Ci sarà la voce di Leo Ferrè, rinata dal recupero di un'antica bobina messa in forno due giorni (per evitare che si spezzasse). Ci sarà quella Ciaccona che è un compendio dei Corali di Bach. Ci sarà una Babele linguistica e ritmica, bandiera di integrazione possibile. E ci saranno loro: voci, pensieri, emozioni. E talento. Mario Brunello, storico amico degli Incontri Asolani porta domani al festival (San Gottardo, 20.45) un progetto desueto e amatissimo: un recital per violoncello solo, coro e percussioni. Compagni di viaggio le voci del Coro del Friuli Venezia Giulia dirette da Cristiano Dell'Oste e il soprano Karina Oganjan.
«Il nostro primo incontro risale al 2016-spiega il direttore- Mario voleva rimettere in piedi Sonnengesang di Sofia Gubaidulina. Grado di difficoltà sei, ma a Brunello non si dice di no. Ed ecco che abbiamo studiato per mesi, portandolo a Ravenna Festival ad Arte Sella al Monastero di Bose. E' nata un'intesa professionale, forse anche un'amicizia». Da lì il violoncellista castellano ha immaginato un programma insolito: uno strumento solo e un coro. «Uno dei brani più entusiasmanti del concerto è senza dubbio al Ciaccona. Uno studio ha dimostrato come dentro la Ciaccona siano contenute le linee melodiche di circa 14 corali bachiani. E noi ci siamo divertiti a fare questo esperimento con Mario-prosegue Dell'Oste- poi abbiamo chiesto a Walter Sivilotti di realizzare qualcosa per noi: ne è nata una Babele di canzoni popolari pezzi pop e poliritmia che vuole essere metafora di integrazione».
IL PROGRAMMA
In programma anche l'austera sacralità luterana di Johan Sebastian Bach con il Mottetto Singet dem Herrn BWV 225, il Corale  Christ Lag in Todes Banden BWV 4, e pagine del secondo Novecento: si andrà così dall'intonazione di alcune liriche della grande poetessa russa Anna Achmatova rese con astratta asciuttezza da John Tavener in Achmatova songs per soprano e violoncello alla profonda meditazione del Requiem per violoncello e coro di Peter Joshua Sculthorpe, il maggior compositore australiano degli ultimi decenni, fino a Fratres, celebre pagina di Arvo Pärt scritta alla fine degli anni Settanta in cui si condensa e trova una forma compiuta quel particolare linguaggio musicale fondato sui tintinnabuli che caratterizza tanta parte del lavoro del compositore; più volte rivista in svariate versioni per diversi organici dallo stesso Pärt, Fratres sarà proposta per violoncello, coro e percussioni. «Sivilotti è anche arrangiatore di un pezzo cui teniamo moltissimo,Muss es sein di Leo Ferrè. E' un inno incondizionato d'amore per la musica, una vera dichiarazione di fiducia nei confronti del suo potere. Abbiamo recuperato la voce originale di Ferrè, quello che lui declama mentre dirige. Per farlo si sono dovute mettere le bobine in forno, per evitare che si spezzassero. Insomma massima artigianalità per ripodurre in tape poi quella voce inconfondibile. Mario farà presto anche una versione orchestrale di questo brano con la Kremerata Baltica». Dialoghi tra corde e voce che superano le barriere dei generi e delle consuetudini musicali. Racconti di vita oltre la partitura, testimonianza viva di come la musica classica abbia voglia di mescolarsi col mondo, di impastarsi con l'attualità.
 
Ultimo aggiornamento: 13:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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