SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA (TREVISO) - Il caso di Sonia Fregolent agita le acque nella Lega, dove il nervosismo non manca anche se l'ordine di scuderia è di non aggiungere tensione a tensione. Il bonus incassato dalla senatrice trevigiana, 240 euro dati dal comune di Sernaglia (di cui è stata sindaco per dieci anni) come rimborso per i centri estivi frequentati dal figlio, continua a far discutere. E poco importa se per rimediare quella cifra non se l'è tenuta, ma l'ha direttamente versata nella casse dell'asilo parrocchiale. Gesto nobile, ma che ha inevitabilmente aggiunto critiche a critiche. Ieri, seppur con molta cautela, si è mosso anche il segretario federale della Lega Matteo Salvini.
Come sempre accade quando si accendo fuochi improvvisi sul territorio, ha voluto prendere informazioni, si è fatto spiegare cosa stesse accadendo in provincia di Treviso.
LE REAZIONI
Caustico è stato Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Pd: «Nulla le vieta di fare beneficenza, ci mancherebbe - ha osservato - data la sua indennità da parlamentare, però, la senatrice Fregolent la faccia con i soldi suoi, non con quelli della comunità. Mai come in questo periodo, con tanta gente in difficoltà, è necessario comportarsi seguendo rigorosamente i principi di equità sociale. I primi a dare il buon esempio dovrebbero essere proprio coloro che hanno responsabilità politiche. Tanto o poco non importa, il punto è che la senatrice, che non ne aveva evidentemente bisogno, ha tolto quel bonus a chi invece ne aveva la necessità». Da Roma arrivano poi le parole sferzanti di Francesco Silvestri, deputato del Movimento 5 Stelle, che non si fa scrupoli nell'attaccare un alleato di governo: «Dopo lo scandalo dei furbetti del bonus da 600 euro dell'Inps, furbetti che Salvini aveva promesso di cacciare dal partito, cosa poi mai avvenuta, la Lega si trova nuovamente coinvolta in un episodio imbarazzante». Il tenore, insomma, è stato questo.
TENSIONE
Nella Marca intanto l'aria è pesantissima. I militanti hanno gradito ben poco questa disavventura, di cui avrebbero fatto volentieri a meno. E Bof si è trovato costretto a gestire una situazione delicatissima: «Aspetto di parlare con Sonia - ammette - forse lo farò domani (oggi ndr), forse tra qualche giorno, quando sarà tornata un po' di calma. Queste situazioni è meglio affrontarle a mente fredda. Però mi deve spiegare». Bof ha ben chiaro che la posizione della Fregolent non è difendibile: «La conosco bene, siamo stati sindaci nello stesso periodo. Voglio capire perché ha chiesto quei 240 euro di cui non ha certo bisogno. Poi, sottolineo: eventuali provvedimenti per un parlamentare non dipendono dal provinciale, ma dai vertici regionali e federali». Per inciso il commissario regionale del Carroccio Alberto Stefani ha seguito fedelmente la linea del silenzio: «Nessuna dichiarazione da fare», ha tagliato corto. Più facile per Bof trattare invece il caso degli altri due, del vicesindaco e dell'assessore di Sernaglia: «Hanno preso i bonus dati dal loro stesso comune e ci parlerò. Ma la situazione, in questo caso, è diversa. Parliamo di amministratori che prendono rimborsi ridotti, in pratica fanno volontariato. Non si possono paragonare a chi prende ben altri emolumenti. Certo, c'è un'opportunità politica di cui tener conto. Ma tutte le situazioni vanno calate nella loro realtà. Voglio ascoltarli e poi decidere, con calma, la linea da prendere».