Blitz contro i "venetisti" in 5 province:
«Hanno minacciato Napolitano»

Giovedì 6 Settembre 2012
Il simbolo del Movimento di liberazione nazionale veneto
TREVISO - Perquisizioni della polizia sono in atto da stamane in tutta la regione a carico di 18 tra promotori e aderenti al Movimento di liberazione del popolo Veneto. L'accusa, secondo quanto si è appreso, è di costituzione di associazione paramilitare.



Un "avviso" al presidente Napolitano. Sul sito web del sedicente Movimento compare anche un «Avviso e monito» al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in occasione della visita a Nordest: «Il Veneto no xe la to Italia, Ocio!!», è il titolo in dialetto dell'intervento, datato 3 settembre 2012, nel quale il presidente del movimento venetista, Sergio Bortotto, definisce Napolitano «il capo dello stato straniero italiano». Sul sito si giudica «non gradito» l'arrivo di Napolitano «nel territorio di questa Repubblica Veneta, per l'esattezza a Venezia e nella città di Mestre», dove il presidente «vorrebbe tenere un discorso allo stato straniero occupante razzista e colonialista italiano da lei rappresentato». L'organizzazione rileva poi che al Governo Provvisorio della Repubblica Veneta, «non risulta essere pervenuta alcuna richiesta di accreditamento» da parte dello staff di Napolitano.



Minacce all'incolumità. «La sua personale iniziativa, sfrontata e imprudente - prosegue Bortotto, riferendosi al Capo dello Stato -, integra a tutti gli effetti un vero e proprio illecito internazionale». Infine l'inquietante avviso: «ciò posto - conclude Bortotto -, si avvisa che la sua sicurezza e incolumità personale non saranno garantite, fermo restando il legittimo ricorso al diritto di rappresaglia da parte di questo Mlnv, secondo il diritto internazionale».



Sei mesi di indagini. L'operazione contro il movimento, coordinata dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione del ministero dell'Interno e della procura di Treviso, è l'epilogo di circa sei mesi di indagini della Digos trevigiana. Il blitz ha interessato 13 indagati nel trevigiano, 3 nel vicentino, uno a Padova e un altro a Verona. Le perquisizioni, non ancora concluse, vedono impegnate anche le Digos delle questure di Venezia, Verona, Vicenza e Padova.



Armi, tessere di riconoscimento
del "Governo provvisorio della Repubblica Veneta", la 'Costituzione' del Movimento di Liberazione del Popolo Veneto (siglia Mlpv), divise e altra documentazione figurano tra gli oggetti sequestrati dalla polizia nelle perquisizioni. Il movimento, che non riconosce la validità dell'annessione del Veneto all'Italia nel 1866, è già stato oggetto nel 2009 di un'altra azione della Digos trevigiana nei confronti di altre 13 persone - alcune delle quali sono tra gli indagati odierni - ancora sotto inchiesta.



L'ex ispettore e la vigilessa. Tra gli indagati nell'inchiesta del pm trevigiano Giovanni Valmassoi ci sono ancora il presidente e i vicepresidenti ovvero l'ex ispettore di polizia Sergio Bortotto, ora vigilantes presso un ipermercato trevigiano e anche "comandante in capo delle forze militari" e Paola Gallina, comandante della polizia locale di Cornuda (Treviso) ma anche "capo del dipartimento federale".



Il materiale sequestrato. Nelle perquisizioni sono stati trovati e sequestrati giubbotti e cappelli di fattura militare con la sigla del movimento, camice e magliette con intestazione 'Polisia', tessere plastificate di riconoscimento fornite di foto con l'indicazione delle funzioni militari svolte da ciascuno nei vari 'ministeri' organo di governo (ufficiali di comando per l'attività trasporti, per la sicurezza interna e per la sicurezza esterna), tesserini della 'Polisia nathionale veneta' simili a quelle in uso alle forze di polizia italiane, un centinaio di armi bianchi come sfollagente e coltelli tattici da combattimento, 4 pistole semiautomatiche legalmente detenute e numeroso materiale documentale come moduli di reclutamento, foggia delle divise, stemmi e placche di riconoscimento, regolamenti militari dell'organizzazione.



Secondo gli inquirenti il Mlnv sarebbe acceso da fanatismo ideologico. Dalle indagini non sarebbero emersi legami o contatti di alcun tipo con altri movimenti o con partiti. Il 6 settembre 2009, in occasione della festa dei Popoli Veneti a Cittadella (Padova), alcuni componenti dell' organizzazione avevano marciato indossando le tute mimetiche, ma erano stati subito allontanati dagli organizzatori.
Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 18:20
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