Sciopera la prof, studenti costretti ad uscire. «Noi volevamo andare in classe»

Sabato 28 Settembre 2019 di Mauro Favaro - Elisa Fais
Sciopera la prof, studenti costretti ad uscire. «Noi volevamo andare in classe»
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MOGLIANO VENETO (TV)  - I ragazzi del primo anno del liceo Berto di Mogliano volevano andare a scuola, come ogni giorno. Non se l'erano sentita di prendere l'autobus o il treno per raggiungere le manifestazioni organizzate dal movimento Fridays for Future a Treviso e a Venezia. A scioperare per il clima, però, è stata la professoressa che avrebbe dovuto far loro lezione nella prima ora della giornata. La docente ha aderito allo sciopero formalmente proclamato per l'intera giornata di ieri da Flc-Cgil, Cobas, Usi, Sisa e altre sigle sindacali. E agli studenti non è rimasto che tornare a casa. Molti hanno dovuto richiamare i genitori. «Non si fa scuola», hanno detto loro.
 
Le mamme e i papà sono tornati a prenderli sbigottiti. Nessuno, né gli stessi ragazzi né le famiglie, aveva immaginato lo stop alle lezioni. Lo sciopero del personale della scuola funziona proprio così. Vale per le elementari come per le medie e le superiori. Le famiglie devono presentarsi davanti all'istituto, di prima mattina, per verificare se l'insegnante della prima ora o i collaboratori scolastici hanno aderito allo sciopero proclamato nei giorni precedenti. 
IL MOTIVO
«Siamo informati sui problemi relativi ai cambiamenti climatici e alla salvaguardia dell'ambiente dicono i ragazzi del primo anno che ieri hanno dovuto fare dietrofront però non ce la sentivamo di andare a manifestare tra migliaia di persone in città che nemmeno conosciamo per bene». Gli studenti sono anche entrati in aula. Ma dopo pochi minuti sono stati raggiunti da un collaboratore scolastico che ha detto loro che la professoressa non sarebbe arrivata e che quindi dovevano far ritorno a casa. «Gli insegnanti che hanno aderito allo sciopero per il clima lo hanno fatto in modo legittimo», chiarisce Barbara Sardella, dirigente dell'ufficio scolastico di Treviso. Non sarebbe stato possibile aderire semplicemente alla manifestazione del movimento Fridays for Future. In questo caso l'assenza del docente sarebbe stata ingiustificata. Lo sciopero è stato invece possibile sulla base della serrata proclamata all'inizio della settimana scorsa da diversi sindacati, sempre per la difesa dell'ambiente. A Treviso città, invece, il corteo pacifico dalla stazione alla piazza era di oltre 5mila persone.
A VENEZIA
Greta Thunberg ieri ha ritwittato il video di una studentessa veneziana, Zoe Argenton. E i seimila ragazzi scesi in campo a Venezia di colpo si sono trovati sul profilo Twitter della paladina dell'ambiente. Il cinguettio di Greta è stata la ciliegina sulla torta per i seimila ragazzi (numero ufficiale comunicato ieri pomeriggio dalla questura di Venezia al Ministero dell'Interno) che ieri si sono dati appuntamento in piazzale Santa Lucia, davanti alla stazione ferroviaria, e attraverso Strada Nova sono arrivati a campo Sant'Angelo per il comizio finale del terzo Friday for Future in salsa veneziana. A manifestare c'erano veramente tutti: bambini, mamme, studenti delle superiori e dell'università, politici, sindacalisti e professionisti, capaci di far sentire le loro ragioni utilizzando un sistema di amplificazione ad impazzo zero, cioè ad alimentazione solare. Nel mirino dei manifestanti sono finiti Mc Donald's in Strada Nova e Benetton in campo San Salvador, oggetto di due flash mob: in entrambi i casi i ragazzi hanno transennato con un nastro bianco e rosso gli ingressi delle attività e le forze dell'ordine schierate per la loro protezione. Immancabile, lo striscione appeso sul Ponte di Rialto: «Abbiamo l'acqua alla gola». Sul fronte scuola, diversi i professori dissidenti che hanno preferito stare in classe e trasformare le lezioni in momento di confronto sul tema dell'ambiente, dedicando comunque la giornata a quello per cui altri stavano manifestando. Mentre alcuni genitori del liceo Marco Polo hanno impedito ai propri figli di partecipare, mandandoli a scuola. 
A PADOVA
A Padova l'esercito pacifico di Greta Thumberg ha attraversato il centro storico in nome dell'emergenza climatica. Hanno partecipato migliaia di studenti, ma anche molti adulti e decine di bambini accompagnati dai genitori. Tanti i cartelli e i manifesti irriverenti, come «Ci siamo rotti i polmoni», «Anche i dinosauri pensavano di aver tempo». Il corteo è partito alle 9.30 da piazzale Stazione, per finire a Prato della Valle attorno alle 13. La manifestazione si è svolta in concomitanza con il Flormart, il salone internazionale del florovivaismo. I due eventi hanno mandato in tilt il traffico in città. 
IN FRIULI
Quasi duemila studenti a Udine sono scesi in piazza. Gran parte delle scuole cittadine sono rimaste vuote e i presidi in alcuni casi hanno addirittura chiuso gli istituti. Il corteo ha percorso un tratto della città, poi ci sono stati gli interventi di alcuni ragazzi e infine sono stati scanditi gli slogan a sostegno di Greta. Insieme ai ragazzi anche diversi cittadini, in particolare anziani. A Pordenone la manifestazione ha preso un'altra piega. La mattina, pur partecipando in massa allo sciopero (anche nel capoluogo del Friuli Occidentale alcune scuole sono state chiuse), non ci sono stati cortei o eventi organizzati. I giovani si sono radunati in piazza, ma senza uno schema preciso. Alle 13.30, invece, oltre trecento di loro in bicicletta hanno raggiunto il parco dei laghetti di Rorai distante alcuni chilometri e insieme hanno piantumato circa 500 piante. Poi tutti a casa.
Infine, un migliaio gli studenti scesi in piazza Belluno, 300 quelli a Rovigo.
Mauro Favaro
Elisa Fais
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Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 10:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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