CORNUDA - Non è solo il papà di Mattia Mariuzzo, il cantante dei Bengala Fire, gruppo di Cornuda che giovedì affronterà il primo appuntamento con i live di X factor, su Sky. E' anche la persona che per oltre 10 anni ha sostenuto quelli che, per lui, sono, idealmente, tutti sui figli. E lo ha fatto nei ruoli più disparati: dal trasporto degli strumenti all'organizzazione delle date dei concerti. Più di ogni altro, quindi, Andrea Mariuzzo, imprenditore di Cornuda, è in grado di raccontare il gruppo che, dallo scorso 14 ottobre, è chiuso in un albergo di Milano, in preparazione della diretta, dopo aver superato tutte le fasi preliminari.
IL GRUPPO
«Li ho visti crescere» esordisce Andrea, riferendosi in particolare, oltre che a suo figlio Mattia, detto Mario, ad Orso (Andrea Orsella) e Borto (Davide Bortoletto).
GLI AMICI
Mentre gli altri del gruppo entravano nella sua vita. In trasmissione i ragazzi hanno detto «siamo come fidanzati». «Effettivamente sanno tutto l'uno dell'altro, condividono litigate e discussioni. Insomma, tutto quello che c'è in un rapporto umano». In un crescendo di passione, di bravura, di amicizia. «So benissimo -continua- a cosa si è riferito Mattia quando, in trasmissione, ha parlato di sagre marce. Si riferiva a un concerto cui si sono presentati quattro spettatori. Ma io ho sempre detto loro che devono, sempre e comunque, dare il massimo. E così fanno». Con spirito di sacrificio e impegno. «Ricordo anche un concerto al Mattorosso, dove Orso diede tutto se stesso nonostante avesse 40 di febbre». Così fino a gennaio. Quando il percorso verso X Factor è cominciato. Ed ora, mentre i Bengala a Milano trascorrono almeno sei ore al giorno in sala prove, a Cornuda sale la febbre del rock di casa. «Sia io che gli altri genitori abbiamo ricevuto centinaia di messaggi. Mia mamma, che ha 80 anni, è tornata dal mercato stupita, la fermavano ogni due metri. L'amministrazione ci sta riservando un'attenzione commovente».
IL DESIDERIO
E il papà confida: «Il mio sogno è che mio figlio faccia della passione il suo lavoro». Anche perché l'impostazione che i Bengala hanno dato all'impegno merita riscontro. «Sono stati tenuti assieme da un obiettivo diverso da quelli di molti altri. Sono davvero dei tipi da birra, panino e chitarra. Vivono la musica come una disciplina da praticare con impegno. Possibilmente senza snaturarsi. «Di sicuro non distorceranno la propria identità: se avessero voluto farlo si sarebbero già venduti. Se tutto finirà in niente torneranno a fare concerti nei peggiori bar. Per ora vivono l'esperienza, ma sarà importante preparare il dopo. Dovranno vivere il momento dell'uscita capendo che X Factor è solo un punto di avvio». Saranno i nuovi Maneskin? «Sono fondamentalmente diversi. Difficilmente i Bengala andrebbero a Sanremo. Il loro sogno è suonare in giro per l'Europa, da Canterbury allo Sziget festival di Budapest».