Treviso in lutto e blindata: il funerale di Gilberto Benetton. Il nipotino: «Ciao nonno, aiutami a crescere e diventare grande come te» /Foto /Video

Venerdì 26 Ottobre 2018
Il funerale di Gilberto Benetton

TREVISO - Una città il lutto attorno a una piazza blindata. Il funerale di Gilberto Benetton, oggi alle 11 al Duomo è un evento molto delicato dal punto di vista organizzativo e della sicurezza. L'imprenditore è morto lunedì scorso a 77 anni. Ma oggi è soprattutto il giorno del dolore e del ricordo: la chiesa è gremita e tanti in piazza sono arrivati per rendere omaggio a Gilberto. Un forte applauso ha accolto l'arrivo del feretro, riempiendo la piazza (Un forte applauso ha accolto l'arrivo del feretro). Ma tra i momenti più forti c'è stato il saluto della figlia Sabrina e dei nipoti, in particolare una frase pronunciata dal nipotino di Gilberto, Edoardo, una frase semplice che tuttavia è riuscita a zittire ogni sussurro, a frenare i respiri: «Ciao nonno - ha detto con un filo di voce -, aiutami  a crescere e diventare grande come te».

L'ARRIVO DEI CARI, DEGI AMICI DI SEMPRE, DEI COLLEGHI DI LAVORO, SPORTIVI E DEI DIPENDENTI
La chiesa si sta riempiendo, oltre ai familiari, dai fratelli ai nipoti, sono arrivati Maurizio Gherardini, Lorenzo Bernardi, Samuele Papi, Paolo Vazzoler (presidente De Longhi, ex capitano Benetton basket), Francesco Gaetano Caltagirone, Marco Tronchetti Provera, Mario Moretti Polegato, Flavio Briatore, Alberto Nagel (ad di Mediobanca), e i dirigenti di Edizione. In chiesa anche i massimi esponenti della finanza locale mentre per il Gruppo Benetton i manager Marco Patuano e Giovanni Castellucci, e Fabio Cerchiai. Assente la politica nazionale, presenti invece il Governatore Luca Zaia e il sindaco di Treviso Mario Conte. In chiesa anche Florentino Perez, presidente Real Madrid. 

I CITTADINI: «ADDIO "SIGNOR GILBERTO"»
E a salutare il terzo dei fratelli Benetton non c'erano solo i grandi nomi dell'economia e della finanza. Davanti al Duomo, già ben prima dell'inizio del funerale, si era raccolta una piccola folla di trevigiani, di quelli che vedevano ogni giorno il "signor Gilberto" andare dalla bella casa in centro storico alla vicina sede di Edizione Holding, la sua creatura, quell'holding finanziaria che ha consentito al Gruppo di Ponzano di diversificare, passando dall'abbigliamento alle partecipazioni finanziarie in tanti settori, dalle autostrade alla telefonia, agli Autogrill, all'immobiliare. Ma Gilberto, nonostante tutto questo, «è rimasto un uomo normale, tranquillo, come teneva a sottolineare spesso, che prediligeva passeggiare per le strade del centro storico assieme alla cara moglie Lalla», racconta chi lo conosce. Ed è proprio al "signor Gilberto" che i trevigiani hanno voluto dare l'ultimo saluto accogliendo con un caldo applauso l'arrivo del feretro davanti al Duomo, più che affollato e con tanti costretti a seguire da fuori il funerale.

LA BARA PORTATA DAI "SUOI RAGAZZI" DELLO SPORT
All'arrivo in chiesa il feretro coperto da rose bianche, seguito da tutta la famiglia Benetton, la moglie Lalla, le figlie Barbara e Sabrina i nipoti Carlotta, Edoardo e Rebecca, i fratelli Luciano e Giuliana, il nipote Alessandro, i parenti più stretti e gli amici, e dai tanti presenti prima dell'ingresso del feretro è partito un "Grazie Gilberto" che testimonia il ringraziamento che i trevigiani hanno voluto dare, per quanto fatto da Gilberto Benetton per la sua città, con opere di assistenza e nello sport. La bara, in legno chiaro, di Gilberto Benetton è stata portata dagli ex giocatori della squadra di basket. 

 

CHI ERA GILBERTO - LA LETTURA DEL VANGELO E L'OMELIA DEL SACERDOTE CONFESSORE E AMICO
«Ha amato la vita riservata, la sua provincia, la sua città, Treviso. Ha cercato Dio, ha vissuto il ruolo di marito e padre come quello più profondo del suo essere. Ha amato lo sport proponendolo come percorso educativo, senza usare la logica soltanto agonistica e competitiva, e difatti la Ghirada è diventata una vera e propria istituzione educativa». Nell'omelia il sacerdote don Adelino Bortoluzzi, confessore e amico dell'imprenditore trevigiano e che proprio qualche mese fa aveva celebrato il rito per il fratello Carlo. Nell'omelia il celebrante ha fatto riferimento alle avversità che negli ultimi mesi hanno toccato la famiglia (a febbraio era mancato il marito di Giuliana, Fioravante Bertagnin, a luglio il fratello Carlo, mentre il 14 agosto si è consumata la tragedia del crollo del ponte Morandi a Genova, la cui proprietà risale direttamente alla Holding), parlando di un «vento gagliardo e impetuoso che impone prove di ogni tipo». Gilberto Benetton è stato ricordato come una persona che amava invece la «brezza leggera del silenzio».

Il sacerdote si è rivolto alla famiglia di Gilberto Benetton, raccontandone l'umanità, il coraggio - «Non ho paura del futuro, mi ha detto domenica scorsa Gilberto quando sono andato a trovarlo. Un segno della sua straordinaria umanità. Alla famiglia dico: siate orgogliosi di Gilberto» - e la continua ricerca di normalità, la generosità e la fede nei valori. Commovente il momento in cui i nipoti, Carlotta Rebecca Edoardo, hanno salutato quello che per loro era semplicemente "il nonno", la figura di riferimento più dolce, salda e amorevole. «Ciao nonno - ha detto con un filo di voce -, aiutami  a crescere e diventare grande come te», la frase del nipotino Edoardo ha commosso tutti i presenti. Sentito il ricordo di Paolo Vazzoler, capitano della formazione di basket, vincitrice nei decenni scorsi di titoli memorabili.

L'amata figlia Sabrina a fine cerimonia si è avvicinata all'altare e ha salutato il padre leggendo un testo di Henry Scott Holland, "La morte non è niente" - «E' come se tu fossi nascosto nella stanza accanto (...) asciuga le tue lacrime e non piangere se mi ami, il tuo sorriso è la mia pace» -, commuovendosi durante la lettura di una lettera. «Grazie per avercelo donato», sono queste le ultime parole di don Adelino Bortoluzzi che chiudono la cerimonia di addio a Gilberto Benetton. Ancora una volta, all'uscita un applauso, questa volta lungo come un abbraccio, con l'intensità che ha raggiunto il suo apice alla comparsa del feretro e al passaggio dei familiari. Un "grazie" si è levato dalla folla (GUARDA IL VIDEO). Con il trasferimento della salma verso il crematorio, e la successiva prevista traslazione delle ceneri nella tomba di famiglia di Ponzano Veneto, si è conclusa la cerimonia funebre.

IL TESTO LETTO DALLA FIGLIA SABRINA
La morte non è niente. Non conta.
Io me ne sono solo andato nella stanza accanto.
Non è successo nulla.
Tutto resta esattamente come era.
Io sono io e tu sei tu
e la vita passata che abbiamo vissuto così bene insieme è immutata, intatta.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il vecchio nome familiare.
Parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce,
Non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.

Sorridi, pensa a me e prega per me.
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima.
Pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto.
È la stessa di prima,
C'è una continuità che non si spezza.
Cos'è questa morte se non un incidente insignificante?
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Va tutto bene; nulla è perduto.
Un breve istante e tutto sarà come prima.
E come rideremo dei problemi della separazione quando ci incontreremo di nuovo!​

 


IL RICORDO DEL FRATELLO LUCIANO. POI BRIATORE E OLIVIERO TOSCANI
All'uscita dal Duomo, Luciano Benetton ha ricordato Gilberto con un semplice ma commosso «un caro fratello, un fratello fantastico». Mentre l'ex direttore sportivo della squadra di F.1 della Benetton che scopri Micheal Schumacher, Flavio Briatore, ha voluto sottolineare come nella vicenda della tragedia del Ponte Morandi «sicuramente c'è stato un linciaggio senza precedenti che non ha nessun senso, ma bisogna pregare molto. Sono anche molto emozionato e molto triste, molto triste, con lui ho passato anni fantastici perché la sua è una famiglia fantastica». Quindi il nipote Alessandro Benetton ha ricordato «quando avevo 4, 5 anni e lui per un periodo ha abitato a casa nostra e ricordo il suo affetto, la partecipazione e la sua sensibilità. Mi viene da pensare che oggi ognuna delle persone che hanno avuto a che fare con lui ne hanno ricavato un insegnamento e una eredità, e questo è proprio bello. La mia eredità è quella dell'affetto». Infine il fotografo Oliviero Toscani, creatore di tante campagne pubblicitarie di successo del Gruppo Benetton ha sottolineato: «Lo ricordo sempre gentilissimo, con un incredibile attaccamento a questa città, gli dovete molto ehhh...
Generoso un vero imprenditore, e soprattutto ottimista che guardava al futuro con coraggio. Non so se ci rendiamo conto dell'umanità che hanno i Benetton. Siamo di fronte forse all'unica famiglia italiana con questa morale, cultura e questa voglia di fare ed energia. Sono tanti figli e nipoti e nessuno ha mai dato scandalo, è incredibile l'educazione e il rispetto estremo di tutti», ha concluso.


LE PAROLE DI ALESSANDRO BENETTON: «IO PENSO ALL'EREDITA' DI AFFETTI»
«Un mio maggiore coinvolgimento in Edizione? Oggi penso all'eredità di affetti che lo zio mi ha lasciato e che continua». Così Alessandro Benetton ha risposto, al termine dei funerali dello zio Gilberto, a chi gli chiedeva indicazioni sul futuro della società di famiglia. «Siamo un gruppo esteso - ha proseguito Alessandro Benetton - formato da persone che hanno valori, siamo un'impresa che ha valori come modo di intendere la vita. In momenti come questo ognuno pensa all'eredità che gli lascia chi non c'è più. Io penso all'eredità di affetti». Quanto alla mancanza di esponenti della politica nazionale ai funerali di Gilberto Benetton, il nipote Alessandro ha ribattuto: «Ognuno fa quello che sente. Poco fa una signora mi ha fatto le condoglianze a nome delle persone comuni. Questo è importante».

OLIVIERO TOSCANI E GLI ATTACCHI A GILBERTO SUL WEB: «MALATI MODERNI»
Commentando il fenomeno delle aggressioni rivolte alla famiglia Benetton attraverso i social network, anche dopo la morte di Gilberto, Oliviero Toscani ha detto di ritenere che chi li scrive siano «i malati moderni che farebbero bene ad andare dallo psicanalista». Ne ha parlato oggi a margine del funerale del vicepresidente di Edizione Holding. «Gli imbecilli sono imbecilli - ha aggiunto Toscani - e sono imbecilli soprattutto quelli che perdono tempo a leggere quello che loro scrivono».

IL MESSAGGIO NEL LIBRETTO DELLA FUNZIONE RELIGIOSA
Un messaggio chiaro, semplice e d'amore - "nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi ha amato" - con una foto emblematica: Gilberto Benetton che si volta e guarda l'obiettivo, poco prima di intraprendere il cammino lungo una strada bianca, una strada di pace in mezzo alla campagna. Questa la copertina del libretto per la messa in occasione dei suoi funerali.

  
 


MISURE DI SCUREZZA
Piazza Duomo completamente chiusa al traffico a partire dalle 8,45. Le auto in arrivo da porta Calvi deviate in via San Liberale o piazza Pio X. Nessuna eccezione prevista, tranne per i mezzi delle autorità. Il parcheggio della cattedrale svuotato e la sosta riservata solo alle forze dell’ordine.

Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 22:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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