Forno d'Asolo, la sfida dolce e tecnologica di Benetton

Venerdì 27 Gennaio 2017 di Maurizio Crema
Alessandro Benetton
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TREVISO - Innovazione, internazionalizzazione, creazione di posti di lavoro. «Sono sempre stati i punti cardinali della mia azione di imprenditore che oggi si concretizzano perfettamente in questa sfida entusiasmante che è Forno d'Asolo». Alessandro Benetton, 52 anni, è rilassato e sorridente. «Abbiamo uffici operativi a Milano, Parigi, in Polonia, pensavamo di essere a posto a Treviso. Poi invece siamo tornati a puntare decisamente in Italia e nel Nordest». Anche perché gli investimenti nell'alimentare non si fermano malgrado la recente cessione dei vini Farnese.


«Forno d'Asolo l'abbiamo acquisita dalla famiglia nel 2014, nel marzo dell'anno scorso la società trevigiana ha comprato La Donatella di Jesolo, pasticceria da una trentina di milioni fatturato che fa anche il Tiramisù con la ricetta tradizionale, e ora il fatturato di gruppo è passato da una settantina di milioni a 115. In questi due anni abbiamo investito decisamente in tecnologia, il magazzino automatico refrigerato di Forno d'Asolo è avveniristico (sette piani tre dei quali nel sottosuolo), e ora abbiamo comprato la più avanzata macchina al mondo per produrre brioches. E siamo passati da 250 a 495 addetti l'anno scorso. E altri addetti ne assumeremo quest'anno»...
 
 
Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 11:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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