Basket: gli Europei arrivano al Palaverde sei squadre a settembre

Lunedì 26 Luglio 2021 di Alberto Mariutto
PALAVERDE L’impianto di Villorba tornerà a ospitare dopo molti anni una manifestazione europea di basket Con Tvb protagonista

TREVISO - La notizia era nell’aria, ora è una certezza: il girone B del Qualification Round della Basketball Champions League 2021-22 si giocherà interamente a Treviso, dal 13 al 17 settembre. L’ufficialità dell’assegnazione da parte della Fiba arriverà con ogni probabilità nella giornata odierna: la candidatura di Treviso Basket ha prevalso sulle altre alternative, in particolare su quella dei bielorussi del Tsmoki-Minsk, che sarebbero stati lieti di disputare i preliminari nell’impianto di casa. Invece sarà la De’ Longhi a poter sfruttare il vantaggio di esordire nella prima competizione internazionale della propria storia proprio sul parquet del Palaverde: si tratta di un piccolo ma importante segnale della considerazione che la piazza trevigiana vanta ancora anche al di fuori dei confini italiani, nel mondo della pallacanestro.

MOLTE RESPONSABILITA’

La soddisfazione per questa scelta da parte della Federazione internazionale non deve nascondere la complessità di organizzare un evento di tale portata e le responsabilità prese in carico dalla società del presidente Paolo Vazzoler: in tempi di Covid è tutto più difficile, regole, controlli e protocolli si moltiplicano e richiedono molto più impegno a livello organizzativo ed economico. In pratica ci sarà da creare una “mini-bolla”, per fare in modo che l’evento si svolga nella massima sicurezza e sia completamente Covid-free. Non sarà semplice, se consideriamo che sarà prevista la presenza contemporanea di 6 squadre, provenienti da diverse aree europee: dovranno soggiornare diversi giorni a Treviso, alloggiando in sistemazioni sicure, mangiando in condizioni controllate, spostandosi lungo il tragitto hotel-Palaverde senza alcun rischio di contagio. Oltre alla De’ Longhi e ai bielorussi del Tsmoki, prenderanno parte alle qualificazioni anche gli inglesi del London Lions, i belgi del Belfius Mons-Hainaut, gli olandesi del ZZ Leide e i danesi del Bakken Bears. Non possiamo sapere quale sarà la situazione epidemiologica di quei Paesi nel momento in cui le squadre prenderanno il volo verso l’Italia, e non possiamo neppure prevedere quale sarà la pressione della pandemia all’interno dei confini nazionali.

PARAMETRI E LIMITAZIONI

Ciò che è certo, è che ci saranno da predisporre tutte le procedure per minimizzare il rischio contagio. Il discorso potrebbe non essere limitato ai soli giocatori e allo staff di ciascuno dei club coinvolti: se le cose non dovessero cambiare da qui a settembre, in base al Decreto Legge dello scorso venerdì la manifestazione potrebbe disputarsi a porte aperte, seppur con una serie precisa di limitazioni. Se il Veneto sarà in zona bianca, potrà assistere a ciascun match il 25% della capienza massima dell’impianto, vale a dire 1.336 persone. Se invece malauguratamente la regione dovesse diventare “gialla”, allora il tetto massimo sarebbe ridotto a un migliaio di presenze. Nessuno si augura ovviamente la situazione peggiore, cioè un Veneto sprofondato ad arancio o rosso: in quei casi, si giocherebbe a porte chiuse, come si è fatto praticamente per tutta la scorsa stagione. Gli organizzatori ovviamente dovranno farsi trovare pronti per ciascuna di queste evenienze, il che complica ulteriormente le cose. L’aspetto positivo è che si potrebbe tornare a vedere del pubblico al Palaverde, per quanto limitato nei numeri e strettamente vincolato al possesso del Green Pass. Quanti biglietti potrebbero venir riservati ai tifosi trevigiani e quanti alle tifoserie delle altre partecipanti, è ancora ignoto. Sicuramente un eventuale ingresso al Palaverde da parte di pubblico proveniente da fuori Italia sarà assoggettato ai controlli più severi. In ogni caso, spetterà al club trevigiano dettagliare con precisione le scelte che verranno prese a livello organizzativo: questo avverrà nei prossimi giorni, dopo che la Fiba avrà ufficializzato l’assegnazione dell’evento, che ormai è una formalità.  

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