Da Treviso a Mantova, Nicolas Zanco è il capo allenatore degli Stings: «Un sogno ma non un punto d'arrivo»

Lunedì 9 Gennaio 2023 di Alberto Mariutto
Nicolas Zanco nuovo allenatore degli Stings, da Treviso a Mantova

MANTOVA/TREVISO - È giovane, trevigianissimo, estremamente competente, e sta vivendo un periodo speciale. Cinque mesi fa è diventato papà della splendida Matilde, e ieri ha vinto la sua prima gara da capo-allenatore degli Stings Mantova, nel secondo campionato di basket italiano.

Esordiente assoluto come head coach a questi livelli, ad appena 37 anni è tra i più giovani nel suo ruolo, se consideriamo serie A e A2.

Il traguardo raggiunto da Zanco e le ansie del momento

Una bella soddisfazione, ma anche una grossa responsabilità per Nicolas Zanco, che raggiunge un importante obiettivo di carriera dopo una lunga gavetta: ha iniziato ad allenare all'età di vent'anni nelle giovanili del Basket Sile, quando ancora si divertiva giocando nelle minors venete. Poi l'ingresso nel mondo Benetton, culminato nella nomina a terzo allenatore in prima squadra, ai tempi di coach Jasmin Repesa. Quindi l'importante passaggio alla Leonessa Brescia (di cui è stato responsabile del settore giovanile e assistente in serie A), e le recenti esperienze nel mondo del basket femminile, a Venezia e Ponzano. È a Mantova dalla scorsa stagione come assistente e non si aspettava minimamente che sarebbe andata in questo modo. Visti i risultati deludenti ottenuti dalla squadra, qualche settimana fa la dirigenza della società virgiliana ha deciso di sollevare dall'incarico coach Valli e scommettere su Zanco, che guiderà uno staff molto di Marca: il nuovo assistente è Andrea Niccolai, uno scudetto vinto con la Benetton nel 1997, mentre il terzo allenatore è il trevigiano Alberto D'Amelio, classe 99, che ha giocato a Roncade e che fu allenato dallo stesso Zanco nelle giovanili Benetton. «In tutta onestà - ammette il nuovo coach degli Stings - non potevo prevedere di ritrovarmi oggi a ricoprire questo ruolo. Non mi aspettavo questo epilogo con Valli, con cui si era instaurato un ottimo rapporto professionale, ma anche di amicizia. Abbiamo condiviso molte scelte su squadra e lavoro quotidiano in palestra, eravamo in perfetta sintonia. Però devo riconoscere che, quando la società mi ha chiesto se mi ritenessi pronto per prendere il suo posto, non ho avuto alcun dubbio. Per me è stato un segnale di forte fiducia, che mi ha motivato tantissimo». Un sogno che si avvera? «La scelta di andare a Mantova, lontano da casa e affetti, dopo gli anni alla Reyer e a Ponzano, era proprio dettata dall'ambizione di fare un salto di carriera. Nella mia testa il sogno era questo, e si è realizzato. Sono davvero contento dell'opportunità che mi è stata concessa e voglio assolutamente dare il massimo per ottenere i migliori risultati possibili. Ovviamente non lo considero un punto di arrivo, ma l'inizio di un percorso che forse un giorno mi porterà, come spero, fino alla massima serie».

Il compito

Un ruolo prestigioso, ma anche molto stressante. «Siamo indietro in classifica e quello che mi è stato chiesto è di dare energia ad un gruppo che si trova in una situazione di difficoltà. Vorrei riuscire ad ottenere la salvezza con la maggior tranquillità possibile: sento il peso dell'obiettivo, più che del mio ruolo. È ovvio che non è semplice passare da assistente a capo allenatore: devi trovare il modo per rapportarti con i ragazzi, che ti vedono in una nuova veste. Prima eri il confidente e dovevi bilanciare la leadership dell'head coach. Ora invece devi trasmettere le tue idee, la tua personalità e il tuo modo di allenare, senza stravolgere tutto né perdere credibilità. In questo momento, abbiamo bisogno di trovare fiducia durante la partita nei momenti di difficoltà: se qualcosa va male, crolliamo». Lo stesso problema vissuto da coach Nicola con la Nutribullet.«Esatto. Dopo la sconfitta contro Verona ha attaccato i senatori, mettendoli spalle al muro: senza di loro, era difficile vincere le partite. I leader hanno avuto uno scatto di orgoglio e la squadra è cambiata, vincendo una serie di gare di fila. Mi piacerebbe poter fare lo stesso percorso che è riuscito a Marcelo».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci