Lo stalker della barista non si ferma: macabro avvertimento alla figlioletta

Le minacce di morte alla 32enne: «Scegli come vuoi morire: ti butto l’acido addosso o ti dò fuoco alla macchina»

Sabato 25 Febbraio 2023 di Maria Elena Pattaro
La Citroen della 32enne bruciata

TREVISO - Prima le minacce di morte: «Scegli come vuoi morire...o ti butto l’acido addosso oppure ti dò fuoco alla macchina». Poi l’auto bruciata sotto casa. Ieri sera - 24 febbraio - l’ennesimo avvertimento: un sacco con i vestitini della sua bimba di 6 anni e, infilata in mezzo, la custodia di un pugnale. Lo stesso con cui Anna (nome di fantasia) teme di essere uccisa dal suo ex fidanzato, un ex poliziotto romeno con parecchi precedenti.
«Cos’altro deve succedere perché lo arrestino? - si chiede terrorizzata la donna, barista romena di 32 anni che da oltre dieci vive e lavora a Treviso -. È ancora libero e io non ho nessuna protezione». La giovane non ha dubbi: «È stato lui a bruciarmi la macchina, ne sono sicura».
Sono passati ormai dieci giorni dal rogo della sua Citroen C3, divorata dalle fiamme la notte del 15 febbraio, vicino allo stadio Tenni di Treviso. Ma il sospettato numero uno continua a essere a piede libero, senza nessun divieto di avvicinamento alla vittima. Nonostante sia stato denunciato per ben due volte dalla donna con l’accusa di stalking e arrestato l’8 marzo del 2022 quando le era piombato in casa minacciandola con un coltello. E malgrado la recente escalation di intimidazioni, con tanto di interventi di polizia e carabinieri, a cui però il 36enne romeno è sempre riuscito a sfuggire di un soffio.
«Il Codice rosso dov’è?» si chiede indignato il suo avvocato Aldo Pardo, che nei giorni scorsi ha depositato in Procura una memoria difensiva chiedendo che il 36enne venga arrestato. Per tutelare la vittima e la figlioletta di 6 anni, prima che sia troppo tardi. «Vivono nel terrore e l’autorità giudiziaria non sta facendo abbastanza per proteggerle» afferma il legale.
 
NON MOLLA LA PRESA
Quel sacco di vestiti posizionato vicino all’auto di cortesia della barista significa una cosa sola: l’uomo non ha intenzione di mollare la presa. Giovedì pomeriggio è scattata l’ennesima chiamata al 112: i carabinieri sono rimasti a pattugliare la zona fino a mezzanotte, ma del 36enne non c’era traccia. Così il verbale dell’intervento è finito nel faldone del pubblico ministero Barbara Sabattini, titolare del caso. L’ennesima segnalazione in un fascicolo già corposo. Nel frattempo la squadra mobile trevigiana indaga alla ricerca delle prove che inchiodino il responsabile del rogo. Oggi si parla di stalking e minacce. Ma il terrore di Anna è che domani sia femminicidio. «So che gira armato di coltello. Ho paura che uccida me e la mia bambina» ripete la barista, costretta a vivere guardandosi costantemente le spalle. «Torna con me: ti ricompro la macchina. Ritira la denuncia e ricominciamo daccapo». Questo il tenore dei messaggi con cui lui continua a tempestare la donna. Messaggi in cui i “Ti amo” si mescolano alle peggiori offese. 

UN INCUBO
Già, perché l’uomo non si è mai rassegnato alla fine della loro relazione. Si erano conosciuti su Facebook e si era accesa la scintilla. Ma Anna, una volta scoperto il passato di quell’uomo, ha deciso di lasciarlo. Lui non l’ha mai accettato e ha iniziato a tormentarla. Un calvario messo nero su bianco nella memoria difensiva. A marzo dell’anno scorso, dopo varie denunce e un arresto in flagranza, l’uomo era stato sottoposto a un’ordinanza di divieto di avvicinamento, poi revocata.
La barista nel frattempo si era rifugiata per tre mesi in Romania pur di sfuggirgli. Ma al suo rientro a Treviso, l’ex era tornato alla carica. Il 13 febbraio all’ennesimo rifiuto di riallacciare quella relazione tossica, il 36enne le scriveva: «O torniamo insieme oppure moriamo insieme. Scegli come vuoi morire...o ti butto l’acido addosso così non ti guarda più nessuno oppure ti dò fuoco alla macchina».
Il giorno dopo, lui si è presentato fuori dall’asilo della bimba con due mazzi di fiori: uno per la piccola e uno per la donna. Un goffo tentativo di galanteria pur di convincere la sua ex, che aveva scaraventato a terra i bouquet dicendo di non farsi più vedere. La sera del 15 febbraio il blitz sotto casa: lui aveva estratto un coltello per convincerla a incontrarlo: «Se non scendi vedrai cosa ti faccio stanotte con questo. Basta una spinta alla finestra e sono in casa». Il tempo di chiamare la polizia e l’uomo si era dileguato. Poche ore dopo la Citroen C3 era bruciata sotto casa. Due giorni dopo l’ennesima pioggia di messaggi intimidatori, dopo aver negato di essere il piromane. E quell’avvertimento che toglie il sonno ad Anna: «La polizia non dorme con te». 
 

Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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