Barbie Bebe boom: 15.000 bambole Mattel per Tokyo 2020

Domenica 5 Gennaio 2020 di Elena Filini
Bebe vio Barbie
TREVISO - Doveva essere un omaggio celebrativo per i 60 anni della celebre bambola. Ma Barbie Bebe macina record di entusiasmo anche nella versione in plastica. Al punto che Mattel Italia avrebbe proposto alla casa madre americana di produrne 15mila pezzi in vista delle Olimpiadi di Tokyo. «Certo, ci sono importanti costi di produzione. Ma sarebbe un segnale importante nei confronti dello sport paralimpico. Dopo Londra è cambiato tutto nelle nostre discipline. L'entusiasmo, l'interesse. Il nostro obiettivo è che non si parli solo di mia figlia o di Alex Zanardi, ma di altri grandi atleti paralimpici che stanno crescendo». Ruggero Vio, papà di Bebe, racconta come la bambola più amata che ritrae perfettamente la campionessa paralimpica (protesi annesse) sia stata a lungo rimandata. «Doveva uscire nel momento giusto, e soprattutto avere un senso». Oggi dietro a Barbie Bebe c'è la grande scommessa di mantenere viva l'attenzione su sport e disabilità e preparare l'audience ai mondiali di Tokyo. «L'idea di una bambola dedicata a Bebe è nata molto tempo fa. Dopo l'abbuffata olimpica del 2017 abbiamo deciso di uscire dal cono di luce. Bebe è tornata ad essere una studentessa e un'atleta. Ora è il momento giusto per ricominciare a metterci la faccia. Ma non per un motivo personale. Quello che davvero a Bebe sta a cuore è promuovere gli altri atleti paralimpici e l'anno di Tokyo».
IL MOVIMENTO In Italia ci sono 10mila atleti olimpici, 1000 di questi rappresentano l'elite e 100 andranno a Tokyo. I Vio sperano di riuscire a portare in Giappone alcuni degli atleti di art4sport, l'associazione fondata 10 anni fa a Mogliano Veneto. «La nostra scommessa, come associazione, è riuscire a piazzare almeno 5 dei nostri. Ed è proprio per motivare i ragazzi che Bebe ha ricominciato ad avere visibilità. Non a caso nella pubblicità della Barie, mia figlia è intervistata da Citra, una bimba della nostra associazione». Il 17 dicembre la campionessa è stata in televisione con un super scherzo alle Iene. E lo scopo è sempre quello di promuovere le prossime Olimpiadi.
REALISMO Quando la Mattel ha iniziato a lavorare sul prototipo la campionessa veneta ha chiesto il massimo realismo possibile. «Bebe desiderava le protesi staccabili, e poi ha chiesto di poter essere vestita in tre modi diversi: l'atleta, la studentessa, la party girl. Lei è così, una che suda, studia ma fondamentalmente si diverte. L'azienda l'ha accontentata facendo un lavoro iper certosino».
Ecco che la Mattel ha chiesto il materiale ignifugo delle tute da scherma a Negrini Verona, la Nike ha fornito i materiali per il vestito da studentessa e Tommy Hilfiger il tessuto per l'abito delle feste. «Con questa bambola mia figlia desidera insegnare la disabilità agli altri. Chiede ai bambini di toccare le protesi, vuole essere un esempio: il senso è quello di far capire che anche se non nasciamo perfetti possiamo davvero realizzare i nostri sogni».
A cambiarle la visione, secondo il padre, sono state le Olimpiadi di Londra, in cui ha fatto da tedofora. «Il claim di Londra era Inspire a generation!. Ecco, credo sia proprio quello che Bebe sta facendo». Bebe da piccola non era una grande fan delle bambole, però usava la sua Barbie per sfidare il Ken di suo fratello. E di solito, vinceva. «È sempre stata persuasa che anche nello sport le donne possano molto. Magari non avranno la forza e la potenza maschile, ma hanno testa, coraggio, cuore e riflessi». Ora la campionessa paralimpica ha scelto di ritornare ad essere personaggio pubblico per promuovere lo sport olimpico legato alla disabilità. «Il suo più grande desiderio è diventare Presidente del Cip» ha confermato il padre.
Solo in un caso sino ad ora una bambola celebrativa è andata in produzione. Vedremo se Bebe, grazie al successo delle Olimpiadi di Tokyo del prossimo anno e alla sempre più estesa comunità di follower, potrà rivaleggiare con Frida Kalho. 

 
Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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