Baby gang a Treviso, Conte: «Il Prefetto convochi i sindaci»

Lunedì 21 Marzo 2022 di Paolo Calia
Un gruppetto di ragazzini in centro a Treviso viene controllato dalla polizia locale
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TREVISO - Un’alleanza tra prefetto, sindaci, associazioni, scuola e mondo del volontariato. È questa la ricetta che il sindaco Mario Conte vuole seguire per tentare almeno di arginare il fenomeno delle baby gang o, meglio, di quei gruppetti sempre più numerosi di ragazzini che per vincere la noia non trovano di meglio che affrontarsi a suon di ceffoni per le vie del centro, filmare tutto e o poi fare i gradassi sui social. «Scriverò al prefetto - annuncia Conte - per chiedere di convocare me e i sindaci di quei comuni da dove arriva la maggior parte dei ragazzini che scelgono di passare il pomeriggio nella nostra città, tra cui quelli che poi creano problemi. Dobbiamo approntare una strategia unica per affrontare il problema, che non può essere ovviamente scaricato solo sui primi cittadini». Conte, insomma, parte dai sindaci per poi allargare l’orizzonte: «Bisogna coinvolgere anche associazioni, scuola, volontariato oltre alle istituzioni. È più che mai necessario un lavoro di squadra, creare una rete».

E poi la frecciata: «Chi prova a scaricare tutta la responsabilità solo sul sindaco non ha capito niente. Strumentalizza un problema vero, da affrontare seriamente, e solo per guadagnare una manciata di voti». A febbraio c’è già stato un incontro sul tema. Al tavolo si sono seduti prefetto e i sindaci di Treviso, Castelfranco, Conegliano, Oderzo, Mogliano e Vittorio Veneto per discutere del tema “baby gang” e per individuare soluzioni e proposte. Non è bastato.


LA PREOCCUPAZIONE


E che un “caso baby gang” ci sia, è evidente. Sabato pomeriggio alcuni ragazzini a zonzo per la città hanno candidamente ammesso al Gazzettino che per loro la città è «come un ring. Ci si dà appuntamento per regolare i conti e si attacca rissa. O si fa casino». Parole pesantissime, che aprono squarci su una realtà che troppo spesso sfugge agli adulti. Realtà fatta di sfide lanciate via web, piazze e vie scelte come campi di battaglia e di rese dei conti improvvise. E proprio per evitare guai che, ormai ogni sabato pomeriggio, in città cala un dispositivo di sicurezza tanto discreto quanto fitto. I diverbi si sono ridotti ma il problema resta. «È stato bruttissimo leggere quelle dichiarazioni - ammette il sindaco - altro segnale che bisogna, assolutamente, fare qualcosa. E dobbiamo farla tutti. Per fortuna i ragazzini che fanno simili affermazioni sono una minoranza. La stragrande maggioranza di bravi ragazzi, come sempre, si nota meno». 

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L’ALTERNATIVA


Il sindaco replica anche a chi accusa il Comune di non offrire ai giovanissimi grandi possibilità di occupare meglio il proprio tempo: «Non è così - ribatte Conte - sono pronto ad elencare tutte le attività che la nostra città offre per i ragazzi di quell’età tra sport, musica e altre attività».
Sul tema, dal suo profilo Facebook, interviene anche l’assessore alla Scuola Silvia Nizzetto: «Approfitto per ricordare e mettere nuovamente a conoscenza coloro che alzano la voce indignati, di una realtà come il Progetto Giovani, dove i giovani appunto, possono trovare risposte ed iniziative positive alternative, in grado di accompagnare e divertire in modo sano ed educativo». «Una cosa semplice, concreta e decisamente utile, che ognuno di noi può fare per contribuire ad arginare questa problematica, non è certo la sterile polemica, ma una comunicazione capillare e continua per evidenziare che esistono delle risposte e dei servizi nel territorio. Proposte pensate e costruite da giovani con competenza per i giovani».

Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 12:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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