Aziende senza manodopera: premio in busta basta a chi recluta operai

Venerdì 24 Settembre 2021 di Mattia Zanardo
Mancano operai nelle aziende

TREVISO - «Ci sono aziende arrivate a riconoscere un premio in busta paga al dipendente che presenta un'altra persona da assumere». Mario Pozza, presidente della Camera di commercio di Treviso e Belluno, evidenzia uno dei più recenti effetti della difficoltà di reperire manodopera in questa fase di ripresa economica: qualche impresa ha previsto degli incentivi per chi, anche tra il proprio personale, favorisce l'individuazione dei profili lavorativi ricercati.

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IL MECCANISMO
Specie le piccole imprese hanno spesso basato il loro reclutamento su canali informali e sul passaparola, spiega il numero uno dell'ente camerale. Oggi il meccanismo, però, è evidentemente diventato più farraginoso e così qualche ditta prova ad agevolarlo. Succede per settori che in questi mesi stanno vivendo una rapida ripartenza dopo lo stop Covid, come l'edilizia o il turismo, ma anche nel manifatturiero. Un fenomeno per molti versi paradossale, viste le rilevazioni su molti giovani alla ricerca di occupazione, anche nella Marca. Proprio il mercato del lavoro trevigiano e le sue dinamiche rappresentano il tema dell'accordo sottoscritto dalla stessa Camera di commercio, insieme all'Associazione Comuni della Marca Trevigiana e a Veneto Lavoro, con le locali associazioni imprenditoriali (Assindustria Venetocentro, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confcommercio, Confcooperative) e Cgil, Cisl e Uil territoriali. Al centro, un'azione di monitoraggio dell'andamento economico e occupazionale, anche grazie all'integrazione delle diverse banche dati, per poter favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, creare percorsi mirati tra mondo della scuola e lavoro, dar vita a politiche attive per la riqualificazione e la ricollocazione dei lavoratori.

I NUMERI
A fine giugno, il saldo tra assunzioni e cessazioni nei dodici mesi precedenti, in provincia, è positivo per 8.515 unità, quasi il doppio dello stesso periodo 2019 (4.725). Il numero di ingressi (98.730), resta inferiore del 13,5% rispetto al pre - Covid, così come le uscite (90.210, meno 17,6%). «Fatte cento le richieste di assunzioni da parte delle imprese - ha spiegato Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro - metà sono di difficile reperimento. E di questo 50%, un'ulteriore metà, cioè il 25% complessivo, è difficoltosa per ragioni demografiche: ovvero mancano le persone. L'altra metà perché mancano le competenze adeguate». A partire, come sottolineato anche dai rappresentanti del mondo datoriale, da quelle legate alle nuove specializzazioni imposte dalla rivoluzione digitale.

GLI OBIETTIVI
Tra gli obiettivi, però, c'è anche migliorare l'efficienza della ricerca da parte delle aziende: ad oggi sull'apposito portale di Veneto Lavoro, sono pubblicate più di seicento offerte relative alla provincia di Treviso, per circa 1.200 posti. «È necessario che le imprese inviino i loro fabbisogni, sulla nostra piattaforma o su altre analoghe attivate dalle associazioni di categoria - sottolinea ancora Barone - Più è chiara la composizione dell'offerta di lavoro, più sarà facile anche creare programmi per cercare di soddisfarla, ad esempio con la riqualificazione dei disoccupati».

LA SFIDA
Ora la sfida sarà dare concretezza al protocollo «affinchè non resti solo un'affermazione di principio condivisa, ma si traduca in buone pratiche», ammonisce Massimiliano Paglini, segretario generale della Cisl Belluno Treviso, insieme ai colleghi Mauro Visentin (Cgil Treviso) e Gianluca Fraioli (Uil Belluno Treviso). «Diventa strategica un'azione di tutto il sistema - ribadisce Paglini - nei confronti di chi deve decidere le politiche industriali e dell'occupazione, anche per arrivare alle regolarizzazioni e alla gestione dei flussi migratori proprio per far fronte alla domanda di addetti». I confederali chiedono di puntare sulla formazione, scolastica e continua, per favorire «occupazione di qualità, che crea prospettive e benessere per il territorio». Evitando, al contrario, per dirla con Mauro Visentin, «il rischio di passare dal mercato del lavoro a quello dei lavoratori, come indicano i premi per presentare nuovi assunti».
 

Ultimo aggiornamento: 09:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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