Imprese nel trevigiano, una su 5 è gestita da imprenditrici donne. Sono oltre 16mila tra cura della persona e anche costruzioni

Martedì 17 Gennaio 2023 di Mattia Zanardo
Imprese nel trevigiano, una su 5 è gestita da imprenditrici donne

TREVISO - Un'impresa su cinque nella Marca è guidata da donne. E il loro numero è in crescita: al netto delle chiusure, a giugno scorso si contavano 157 ditte in rosa in più dell'anno precedente e 257 rispetto allo stesso periodo del 2019, prima dello scoppio della pandemia. Anzi, queste aziende hanno continuato ad aumentare anche in controtendenza rispetto all'andamento generale del tessuto economico provinciale, come quattro anni fa. Secondo la rilevazione della Camera di commercio in provincia le imprese al femminile trevigiane ammontavano a 16.161.

Servizi alle persone e commercio restano i terreni privilegiati: qui si concentra oltre un terzo di tutte le realtà di questo tipo attive in provincia. E In ulteriore espansione: il primo comparto ha guadagnato 64 sedi nel triennio, il secondo 25 (anche se grazie al commercio all'ingrosso, più 67, a compensare quello al dettaglio, meno 57).

Nel trevigiano il 60% delle aziende è gestito da donne

Tra parrucchieri, centri estetici e affini, il 60% del settore è donna, nella moda o nella sanità e assistenza ci si aggira a quattro su dieci. Ma sempre più imprenditrici o manager dirigono attività nei servizi alle imprese (3.287 sedi, 268 in più dal 2019, di cui 132 nell'ultimo anno). Il manifatturiero, con 1.659 aziende femminili, rimane sostanzialmente stazionario sia negli ultimi dodici mesi che rispetto alla consistenza pre-Covid. L'incidenza dell'imprenditoria femminile del comparto risulta pari al 17%, al di sotto della media provinciale, al di là di picchi, come appunto il tessile-abbigliamento. Ma c'è anche un 2% di imprese rosa - una sessantina - nelle costruzioni. Curiosità: il 29% di queste aziende è anche a conduzione straniera, a fronte di una media provinciale del 13,7%. Effetto della recente proliferazione di ditte nel settore sulla scia dei bonus, spiegano da piazza Borsa. La ristorazione perde 39 imprese in tre anni, solo in parte rimpinguato dal più 10 segnato dalle attività di alloggio, mentre sebbene resti il comparto con la maggior concentrazione (21% di tutta la platea in rosa) l'agricoltura vive la riduzione più consistente, 99 unità, conseguenza di un riassetto di lungo corso. Barbara Barbon presidente del Comitato per l'Imprenditoria femminile della Camera di commercio, traccia il profilo di queste imprese: «Sono più piccole, infatti pur rappresentando il 20% di tutte le aziende, occupano il 13,3% degli addetti (42.377 ndr), e sono spesso meno strutturate da un punto di vista societario, ma si rinnovano velocemente, a testimonianza che le donne imprenditrici non mollano e ripartono. Soprattutto si fanno sempre più portatrici di nuovi stili di leadership, più inclusivi, sostenibili, accoglienti e armoniosi, con al centro la persona». Il Comitato, operativo dal 2000 e formato da 14 componenti, nei mesi scorsi è stato rinnovato fino al 2026 e ha messo in campo un programma di iniziative per promuovere la cultura imprenditoriale al femminile, tra formazione, bandi e premi (anche per tesi di laurea a tema) e progetti di ricerca in materia. Allo scopo, la Camera di commercio ha stabilito uno stanziamento record di 50mila euro: «Ho individuato nella collaborazione al femminile un plus di cui ha bisogno il nostro ambito economico - sottolinea Mario Pozza, presidente dell'istituzione - Si tratta della capacità di fare squadra creando connessioni che generano fiducia reciproca e così fiducia nel fare impresa. La Camera di commercio è qui per sostenere le connessioni, favorire le collaborazioni fattive, affrontare insieme le difficoltà per superarle e puntare sullo stile al femminile che caratterizza nel mondo il Made in Italy».
 

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