I profondi tagli e gli incubi nella notte, lo choc dell'avvocatessa aggredita: «Non lo potrò mai perdonare»

Mercoledì 26 Aprile 2023 di Annalisa Fregonese
L'avvocato Meri Zorz

ODERZO - «Non lo perdono: ha cercato di ammazzarmi. Non ce l'ho con lui per il gesto dettato da un gravissimo disagio ma perché ha premeditato di uccidere una mamma». L'avvocata Meri Zorz è ancora ricoverata all'ospedale dopo la brutale aggressione di lunedì mattina, 24 aprile, quando il suo cliente Giuseppe Silvestrini l'ha accoltellata nel suo studio legale di via Dall'Ongaro, a due passi da piazza Grande. Il 53enne, infermiere dell'Oras di Motta di Livenza si è suicidato poco dopo, impiccandosi nel fienile di casa. La 50enne, professionista ed ex assessora, è riuscita a sfuggire alla furia omicida del suo cliente: con la mano destra (a cui è stata operata per le lesioni a un tendine) ha parato gran parte dei fendenti. E mentre si difendeva implorava il suo aggressore: «Non uccidermi, pensa alla mia bambina». Quei colpi erano diretti alla gola: «Voleva sgozzarmi» ha raccontato alle sorelle, ripercorrendo quei terribili momenti in cui ha lottato con tutte le proprie forze riuscendo a divincolarsi e a trovare rifugio nell'edicola accanto al suo studio. Prova compassione e dispiacere per il suo aggressore. Ma perdonarlo, ora, è impossibile. «Non ce l'ho con lui per il gesto dettato da un gravissimo disagio che stava vivendo suo malgrado... Ce l'ho con lui perché premeditatamente ha tentato di uccidere la mamma ad Anastasia. E con tutta la comprensione che posso provare, questa circostanza mi è difficile da perdonare. Vi mando questo pensiero ma vi chiedo di non commentare il mio aggressore» scrive Zorz in un post pubblicato sul suo profilo Facebook. L'avvocata sapeva che quella pratica civilistica per la gestione dell'eredità ossessionava il suo cliente.

Temeva che non avrebbe reagito bene alla sua decisione di rinunciare al caso. Ma aveva deciso comunque di incontrarlo da sola nel suo studio: «Se non mi vedete più vuol dire che mi ha ucciso» aveva detto al compagno e ai colleghi. Un presagio funesto di cui il giorno dopo resta la sensazione fortissima di averla scampata per un soffio.

L'INTERVENTO
«Sto pensando che mi avete inondato il cuore con i vostri messaggi e gesti - scrive Meri sui social -. Non credo che riuscirò a rispondere a tutti voi ma sappiate che vi sono immensamente grata. Circa le mie condizioni fisiche posso dirvi che sono un pochino ammaccata e...tagliata, ma poteva veramente andare peggio». L'intervento chirurgico alla mano destra è stato eseguito dal primario Enrico Rebuzzi, considerato un luminare nella chirurgia della mano. L'avvocata ha riportato anche ferite alla schiena e alla spalla. Durante la notte gli infermieri l'hanno udita agitarsi e gridare, probabilmente sono arrivati gli incubi nei quali ha rivissuto l'enorme choc e lo stress provati. I medici ieri hanno preferito non dimetterla. Il compagno Fabio, insieme ai genitori e alle tre sorelle le si sono stretti attorno, in un cordone di affettuosa e discreta protezione.

LA VICINANZA
Meri Zorz è conosciutissima in città, in queste ore il suo profilo Facebook è inondato di affettuosi messaggi di solidarietà e auguri di pronta guarigione. E' stata assessore alla Cultura e all'Istruzione dal 2006 al 2011 durante il mandato del sindaco Pietro Dalla Libera. Da molti anni ha lo studio legale in via Dall'Ongaro a pochi passi da piazza Grande. È lì che lunedì mattina, poco prima delle 10, è stata aggredita dal suo cliente Giuseppe Silvestrini che l'ha ripetutamente colpita con un coltello da cucina. L'arma non è ancora stata ritrovata. Con la forza della disperazione è riuscita a sottrarsi ai fendenti e a sfuggire alla furia dell'uomo, entrando sanguinante e sotto choc nell'edicola di Marino Bergamo. L'edicolante ha chiamato l'ambulanza e i carabinieri. Ha prestato i primi soccorsi alla donna, che era sul punto di svenire, facendola stendere a terra e cercando di aiutarla. Silvestrini era tornato al suo Fiat Doblò con il quale ha raggiunto l'abitazione di Basalghelle di Mansuè, dove si è tolto la vita. Altri legali hanno riferito di esser stati minacciati. Stando a quanto hanno riferito i fratelli, l'avvocata Zorz non era il primo legale al quale Giuseppe Silvestrini era ricorso. Stava cercando di vendere la proprietà ereditata dai genitori ma non trovava l'accordo con i fratelli. L'avvocata Zorz, stanca dei tentennamenti, aveva deciso di rimettere l'incarico. Ma l'uomo non ha accettato la decisione e l'ha aggredita.

      

Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 09:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci