Aviaria, l'Uls vieta fiere e mercati. Sospetto focolaio in un terzo allevamento

Bloccata la macellazione nel raggio di 10 km da Volpago dove sono già state abbattute 49mila galline ovaiole

Domenica 30 Ottobre 2022 di Mauro Favaro
Aviaria, l'Uls vieta fiere e mercati. Sospetto focolaio in un terzo allevamento

VOLPAGO - Stop alla macellazione e al trasferimento di carne avicola tra gli allevamenti nel raggio di 10 chilometri dalla società agricola Toffoli Gianluigi in via Madonna della Mercede a Volpago. E' stata temporaneamente fermata anche l'attività di macellazione della Sandri Spa di Nervesa. Sale il livello dell'allerta influenza aviaria. Le misure restrittive sono state adottate in via precauzionale dall'Usl della Marca dopo l'identificazione di un focolaio ad alta patogenicità nell'azienda Toffoli. Qui proprio in queste ore si sta portando a termine l'abbattimento di 49mila galline ovaiole. Parallelamente il servizio veterinario dell'azienda sanitaria ha eseguito 1.500 tamponi per l'aviaria su altrettanti capi in allevamenti vicini o collegati alla stessa filiera.

Le restrizioni potranno essere tolte solo dopo l'arrivo degli esiti dei test, sempre se saranno tutti negativi. Il divieto di fiere, mostre e mercati avicoli con polli, tacchini, oche e così via, in tutta la Provincia, resterà valido fino a data da destinarsi. Così come la sospensione del rilascio di selvaggina per la caccia, essenzialmente fagiani.


LE ANALISI
«Auspichiamo che i risultati dei tamponi possano arrivare in un paio di giorni, o anche prima», spiega Stefano De Rui, direttore del dipartimento di Prevenzione dell'Usl. Nel frattempo, però, è emerso il sospetto di un altro focolaio di aviaria in un altro allevamento della provincia. Anche in questo caso si attende il responso degli esami condotti dall'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie. Ad oggi sono due i focolai di influenza aviaria confermati nella Marca in poco più di un mese. Prima dell'allevamento di Volpago era toccato a un allevamento amatoriale, più piccolo, di Silea. Alla fine saranno abbattuti complessivamente 50mila capi. L'anno scorso non era stato necessario abbatterne nemmeno uno. Adesso, però, il quadro si è fatto decisamente più complesso. E l'Usl auspica che possa presto arrivare il via libera europeo alla vaccinazione degli animali contro l'influenza aviaria, sempre parlando dell'ambito avicolo. «La presenza del virus negli uccelli selvatici oggi è estremamente significativa. Così si rischia di rincorrere una battaglia persa sottolinea il direttore gli allevamenti possono anche prestare la massima attenzione usando le bio-protezioni (come le barriere, ndr), ma se la minaccia arriva dagli animali selvatici, con questa proporzione, diventa tutto molto complicato. Con tutto ciò che ne consegue a livello di danni economici e pure sociali, dato che si è costretti a togliere della carne dal mercato, con il rischio di far salire il prezzo, in un periodo tutt'altro che semplice». Il riferimento è al contesto definito ad alto rischio per la presenza del virus negli uccelli selvatici (16 isolamenti del virus nelle regioni del nord Italia) e negli allevamenti avicoli (7 focolai con interessamento, oltre a Treviso, delle province di Verona, Ferrara, Bologna, Cremona e Pavia).


VACCINAZIONI
«Con questi numeri è difficile pensare di poter tenere gli allevamenti aviaria-free avverte De Rui sarebbe opportuno che l'Europa facesse una riflessione sulla possibilità di vaccinare gli animali, come succede negli zoo. Il bilanciamento dei costi oggi è cambiato. E a mio avviso rischia di diventare insostenibile». L'unità di crisi della Regione rilancia l'appello ai proprietari di allevamenti nel raggio di 10 chilometri dal focolaio di Volpago, anche piccoli o familiari, a segnalare immediatamente eventuali mortalità anomale ai veterinari dell'Usl. I rischi per l'uomo sono remoti. «Sostanzialmente non ce ne sono», specificano dall'azienda sanitaria. Il rischio maggiore, a fronte dell'elevata mortalità degli animali, è proprio quello economico. In caso di abbattimenti di massa dei capi allevati, nello specifico, le singole attività vengono risarcite. Ma la necessità di procedere con una serie di altri abbattimenti potrebbe portare a una carenza della carne sul mercato. E a un conseguente aumento dei prezzi.

 

Ultimo aggiornamento: 16:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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