Anche Cerchiai lascia Autostrade per l'Italia

Venerdì 14 Dicembre 2018
Fabio Cerchiai
Fabio Cerchiai preannuncia l'intenzione di lasciare l'incarico di Presidente di Autostrade per l'Italia. Dopo l'addio comunicato dall'Ad Giovanni Castellucci, si prepara a un passo indietro anche l'altro protagonista della creazione del nuovo colosso costituito dalla fusione tra Atlantia e Abertis. Ed è proprio la dimensione della sfida imposta dal nuovo gruppo che sarebbe alla base della decisione. Nel corso del Cda di Aspi che si è svolto ieri, infatti, «alla luce della nuova dimensione e complessità raggiunta dal Gruppo Atlantia, a seguito del perfezionamento dell'acquisizione di Abertis, il Presidente Fabio Cerchiai ha anticipato l'intendimento di formalizzare le proprie dimissioni dal Consiglio e dalla carica una volta che sarà concluso il processo di individuazione del suo sostituto».

 
LA CARRIERA
È quanto si legge in una nota della società. L'Amministratore Delegato, Giovanni Castellucci, aveva già espresso pubblicamente la sua intenzione, a valle del closing Abertis, di rinunciare alla carica, come era previsto sin dal 3 agosto scorso. Il Consiglio di Amministrazione ha conferito mandato a Castellucci di avviare le procedure per l'individuazione del suo sostituto».
Cerchiai, che è anche presidente di Atlantia e di Edizione, la holding finanziaria del gruppo Benetton, è nato a Firenze nel 1944 ma veneziano di adozione; laureato in Economia e Commercio, ha ricoperto incarichi di primo piano in cda di numerose società assicurative è stato anche Ad delle Generali e presidente dell'Ania, l'associazione delle compagnie assicurative. È presidente di Autostrade per l'Italia e di Atlantia Spa dall'aprile 2010.
È inevitabile che il preannuncio del passo indietro venga anche collegato alla tragedia del Ponte Morandi di Genova, anche se lo stesso AD Castellucci aveva preannunciato il passo indietro in tempi non sospetti con le stesse motivazioni di Cerchiai; il 3 agosto scorso infatti dopo aver illustrato al cda di Atlantia il disegno di sviluppo del gruppo, leader globale delle infrastrutture da trasporto alla luce della conclusione in Spagna dell'operazione Abertis, Castellucci aveva espresso la necessità di un suo progressivo disimpegno da Autostrade per l'Italia, come naturale conseguenza del successo della strategia di crescita del gruppo. E lo scenario per il ruolo di Cerchiai era analogo.
La tragedia del Ponte Morandi di Genova, 11 giorni dopo, ha invece congelato la situazione per dare modo ai manager al vertice di Autostrade di fare fronte ail dolore e alla rabbia per i 43 morti, allo strascico di vicende giudiziarie e di polemiche governative che colpirono e colpiscono tuttora duramente Autostrade, i suoi dirigenti, le migliaia di lavoratori.
Una tragedia sulla quale Autostrade ribadisce di non avere responsabilità dirette. Tantìè che proprio ieri il Cda ha deciso di ricorrere contro il decreto Genova del Governo, pur senza chiedere la sospensiva per non ritardare o ostacolare la ricostruzione del viadotto Polcevera. Aspi fa sapere che «il Cda, tenuto conto dei pareri dei legali che assistono la Società, ha autorizzato la presentazione del ricorso avverso il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri di nomina del Commissario straordinario per la ricostruzione e di alcuni decreti emessi dal Commissario stesso. Nel ricorso Autostrade rappresenterà di non avere intenzione di determinare in alcun modo ritardi o ostacoli alla ricostruzione del viadotto Polcevera e, di conseguenza, la dovuta difesa dei diritti e degli interessi della Società non rallenterà le attività avviate dal Commissario».
R.E.
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Ultimo aggiornamento: 08:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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