Suora trucidata in Mozambico mentre era al telefono con la nipote. La testimone: «L'ho vista morire»

Venerdì 9 Settembre 2022 di Maria Elena Pattaro
Suora trucidata in Mozambico mentre era al telefono con la nipote. La testimone: «L'ho vista morire»
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MARENO DI PIAVE - «Papai calma, calma papai». così suor Maria De Coppi ha cercato di fermare i terroristi che l'hanno trucidata. Sono le ultime parole che la nipote suor Gabriella Bottani, anche lei comboniana, le ha sentito pronunciare. Era al telefono con lei martedì sera quando un gruppo di jihadisti ha assaltato la missione di Chipene, nel nord del Mozambico. Suor Gabriella si è trovata ad ascoltare impotente il martirio della zia. Chi invece l'ha vista morire sotto i propri occhi (e ha temuto di fare la stessa fine) è la consorella suor Angeles Lopez Hernandez, che alla tv mozambicana Twm ha raccontato i terribili momenti dell'assalto: «Erano molto armati, con l'uniforme. Pensavo che fosse tutto finito». Invece l'hanno risparmiata, uccidendo con un colpo alla testa la suora trevigiana. «Il mio pensiero è che lei desse fastidio perché era molto impegnata nelle attività».

I guerriglieri jihadisti hanno messo a ferro e fuoco la missione lanciando un chiaro avvertimento, ancora bene impresso nella mente della suora graziata: «Non crediamo in questa religione, tutto il mondo deve essere fondamentalista».

Suor Maria, impegnata in prima linea nell'evangelizzazione, era consapevole del pericolo. E probabilmente quella sera sentiva che la sua ora era vicina. Per questo chiamato i suoi cari. «L'avevo sentita solo venti minuti prima - racconta con un nodo alla gola il fratello Paolo De Coppi -. Mi hanno riferito che per recuperare il corpo è intervenuto l'esercito e che la gente ha cercato di aggrapparsi al camion dei militari che trasportava la salma, pur di scappare da quella zona». Sconvolta anche la sorella Lucia, che si sofferma su un altro particolare di quella notte di orrore: «Mi hanno detto che i terroristi erano in venti, incappucciati e non parlavano portoghese». L'attacco è scattato alle 21. A quell'ora suor Maria era al telefono con la nipote: «Ho sentito dei battiti forti, dei colpi secchi e la sua voce che diceva: Papai calma, calma papai (forma di cortesia usata in alcune zone dell'Africa per rivolgersi alle persone adulte, ndr) - racconta suor Gabriella sul sito delle comboniane - poi ho sentito altri colpi secchi, forse proiettili, e una voce di donna, che non era di zia, ripetere: Misericordia, misericordia, misericordia.. Altri colpi e poi un silenzio profondo».


ATTACCO IMMINENTE
L'attacco era nell'aria. Eppure lei aveva deciso di restare, armata solo della sue fede incrollabile in Dio e dell'amore incondizionato verso quel popolo di cui era al servizio da ben 59 anni. È a loro che suor Maria ha dedicato l'ultimo pensiero: «Il Signore protegga noi e protegga anche questo popolo» - la si sente scandire nel messaggio vocale inviato alla nipote poco prima dell'attentato. Nell'audio le confidava la sua preoccupazione. «Qui la situazione non è buona. Venerdì i ribelli, quel gruppo che qui chiamano Al-Shabaab, ha attaccato un posto della nostra parrocchia. Sono a 15-20 chilometri da qui, sembra che siano armati. Hanno già rapito e ucciso, dove passano fanno stragi. Il popolo sta scappando». «Appena ho sentito il messaggio l'ho richiamata - racconta la nipote -. La sua voce era seria. Erano rimasti solo i missionari e con loro alcune ragazze delle zone rurali, che aspettavano l'alba per lasciare la missione. Le chiesi: Zia, e tu non parti? e lei, dopo una pausa di silenzio, mi rispose: Non lo so, voglio aspettare, vediamo come si mettono le cose».


DUE COMUNITA' AFFRANTE
La sua uccisione, ieri rivendicata dall'Isis (secondo la Bbc), ha scosso l'intera Marca. In particolare le due comunità di Santa Lucia di Piave, dove era nata, e Mareno di Piave, dove si era trasferita da bambina con la famiglia. E che oggi sono unite nel cordoglio: in entrambi i paesi è stato proclamato il lutto cittadino nel giorno del funerale, celebrato in Mozambico ma a cui parteciperanno spiritualmente anche le sue comunità di origine, attraverso una messa in suffragio alle 18.30 nella chiesa di Ramera. Alla celebrazione saranno presenti anche i sindaci Giampietro Bottai (Mareno) e Fiorenzo Fantinel (Santa Lucia): «È doveroso ricordarla. Con la sua testimonianza di fede e di vita rimane un esempio per tutti» affermano. Bandiere a mezz'asta e serrande abbassate dunque. Anche la sagra parrocchiale di San Michele osserverà il silenzio, aprendo lo stand soltanto a celebrazione terminata. Del resto a Ramera non c'è più molta voglia di festeggiare.
 

Ultimo aggiornamento: 12:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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