Atlantia attacca il Governo e lo denuncia all'Europa: «Violato il libero mercato»

Venerdì 19 Giugno 2020 di Roberta Amoruso
Atlantia si scaglia contro il Governo e si appella all'Europa
TREVISO - Atlantia gioca l'ennesima carta, questa volta quella dell'Europa, per cancellare l'articolo 35 del decreto Milleproroghe che ha quasi azzerato 23,5 miliardi di indennizzo in caso di revoca della concessione di Aspi. Una norma «con finalità politiche» per Atlantia, che «viola le regole Ue» sul rispetto dei contratti e delle economie di libero mercato e che mina la «sopravvivenza di Autostrade per l'Italia».

LA BATTAGLIA
Dopo 22 mesi dal crollo del ponte Morandi, minacce cicliche di revoca della concessione, complesse indagini giudiziarie ancora in corso, una modifica unilaterale della convenzione autostradale da parte del governo e una trattativa sottotraccia con pochi risultati, il 9 giugno scorso la holding dei Benetton che controlla Aspi ha preso carta e penna per far arrivare direttamente sul tavolo di Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione Ue con delega sull'economia, un grido d'allarme durissimo contro il governo di Giuseppe Conte. Un esecutivo che ha «danneggiato la continuità aziendale di Aspi, privata di ogni possibilità di accesso al mercato e penalizzata nel valore di mercato», scrive Atlantia con riferimento alle bocciature delle agenzie di rating seguite al decreto Milleproroghe. Ma ha anche «violato politicamente le norme europee sul libero mercato forzando» la stessa Atlantia «a cedere la sua quota di controllo di Aspi a Cdp a prezzi di saldo», con tanto di danno a «migliaia di investitori italiani ed esteri». E ancora: il governo è arrivato perfino a mettere in atto una «palese discriminazione» nei confronti di Aspi quando «il viceministro dello Sviluppo economico (Stefano Buffagni, ndr) ha pubblicamente dichiarato che Aspi non può accedere ai prestiti garantiti dallo Stato» a conferma «del desiderio delle autorità italiane di compromettere la redditività di Aspi, indebolire la società e ridurne il valore a fini politici». Ma è altrettanto «discriminatorio» aver riservato ad Aspi-Atlantia un trattamento ben diverso da quello avuto con l'Anas, risparmiata da qualsiasi accusa o minaccia di revoca della concessione nonostante il grave crollo del ponte ad Aulla in Toscana, spiega ancora la lettera, un incidente «che ha risparmiato vittime soltanto perché avvenuto in periodo di lockdown» su un tratto altrimenti molto trafficato.

IL TEMPO STRINGE
Dunque, il presidente di Atlantia Fabio Cerchiai e l'ad Carlo Bertazzo chiedono a Bruxelles di prendere «iniziative rapide e decise» nei confronti del governo», per affrontare «le violazioni delle regole Ue», ma anche per contribuire ad attribuire «una certezza legale alla questione».
È la terza volta che Atlantia scrive a Bruxelles. Lo ha già fatto il 10 gennaio e il 13 marzo scorso. Poi il 29 maggio un nuovo aggiornamento è stato condiviso con la Direzione Stabilità finanziaria e dei mercati dei capitali della stessa Commissione, come ricordato dalla stessa lettera. Ma i toni e la durezza dell'ultima missiva danno più che mai il senso dell'urgenza. Non solo. La scelta di sollecitare l'intervento del vicepresidente Dombrovskis suggerisce che ormai lo scontro governo-Atlantia ha lasciato alle spalle gli aspetti tecnici della questione per diventare un affare tutto politico.
Già nel 2007 la Commissione era scesa in campo con una procedura di infrazione contro l'Italia, che per mano dell'allora ministro Antonio Di Pietro aveva modificato unilateralmente le concessioni autostradali in violazione delle regole Ue: l'Italia fu costretta alla retromarcia. Il binario imboccato è lo stesso di allora, per questo si pensa che il pressing Ue potrebbe costringere il governo a cancellar, o quantomeno a modificare il Milleproroghe. Del resto, nessun investitore, nemmeno la Cdp del Tesoro, può pensare di investire in un gruppo con 7.000 lavoratori a rischio e 9 miliardi di bond sul mercato europeo, incapace in queste condizioni di «implementare gli investimenti del piano industriale e anche di rifinanziare il debito sul mercato». La lettera di Atlantia è ora all'esame di diversi commissari Ue tra cui appunto Dombrovskis, ha spiegato ieri il suo portavoce. I tempi di risposta dell'Europa non sono rapidi di solito. Ma un faro Ue potrebbe comunque indebolire governo e soprattutto l'ala più dura dei Cinquestelle, convincendoli che qualsiasi accordo con Atlantia non può prescindere da una modifica dell'articolo 35 del Milleproroghe: un viatico che in caso di successive battaglie legali potrebbe costare caro allo Stato italiano. 
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