Caroselli e assembramenti in piazza Duomo per la vittoria dell'Italia, il questore: «Denunciamo»

Martedì 13 Luglio 2021 di Maria Elena Pattaro e Mattia Zanardo
Caroselli e assembramenti in piazza Duomo per la vittoria dell'Italia, il questore: «Denunciamo»
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TREVISO - L'indicazione era stata chiara: niente caroselli in caso di vittoria della nazionale.

Il trionfo c'è stato e gli strombazzamenti in auto pure, deviati lungo il put. E adesso il questore Vito Montaruli si riserva di visionare i filmati della videosorveglianza per identificare i furbetti che si sono abbandonati a un tifo sregolato. Che cosa rischiano? Una denuncia per inosservanza di provvedimenti dell'autorità, con relative sanzioni. Dopo la parata di Gigio Donnarumma che ha sancito la vittoria azzurra, migliaia di persone si sono riversate sulla scalinata del duomo: bandiere tricolori, balli, cori da stadio, fumogeni. Mentre piazza dei Signori è stata risparmiata dall'invasione che si era registrata martedì scorso, dopo la semifinale vinta contro la Spagna. 


CENTRO BLINDATO

Stavolta invece centro blindato, con un dispiegamento di forze senza precedenti: una dozzina di pattuglie interforze schierate in città per vigilare sul rispetto dell'ordinanza contro i maxi schermi e sul rispetto delle norme anticovid. Mascherine e distanziamento sono diventati ricordi sbiaditi sui gradini del duomo, scalzati dalla voglia dei tifosi di esultare, tutti insieme, tutti di nuovo vicini. Se chi era a piedi si è dato appuntamento lì, le macchine festanti sono state deviate invece sul put, visto che piazza duomo era off limits per le auto, presidiata da tre pattuglie della polizia locale. I caroselli sono migrati dunque in quella zona: rombi di motori e colpi di clacson fino a tarda notte. Tanto che più di qualche residente ha segnalato gli schiamazzi alle forze dell'ordine, che però non hanno riscontrato criticità particolari. Nella centrale operativa della polizia locale un agente ha monitorato costantemente le 170 telecamere installate in città, senza rilevare palesi violazioni del codice della strada. Del coordinamento dell'intero dispositivo di sicurezza si è occupata invece la questura. La situazione è tornata alla normalità verso le 3.30 e l'alba ha riportato anche il silenzio dopo la baldoria da notte magica. Tirando le somme, non si contano danni alle auto in sosta, a differenza invece della semifinale che ha visto carrozzerie lievemente compromesse e vetture scosse dall'euforia dei tifosi. Né feriti. 

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I COMMENTI

Nel complesso le autorità, dal prefetto Maria Rosaria Laganà a l questore Montaruli ritengono di aver fatto tutto il possibile, convinti che evitare del tutto il bagno di folla festante fosse un'utopia. Lo pensa anche il sindaco Mario Conte: «A Treviso abbiamo assistito a scene viste nelle piazze di tutta Italia: tanti hanno festeggiato con buon senso, altri hanno esagerato. Abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere per evitare queste esagerazioni: non è possibile, e non credo sia nemmeno giusto, militarizzare una città per la finale di un Europeo di calcio». 


TUTTO IL POSSIBILE

Conte ribadisce come l'amministrazione abbia seguito alla lettera le indicazioni date sul tema dalla Prefettura, vietando l'installazione di maxischermi nelle piazze o da parte di locali. La Polizia locale ha poi bloccato il traffico di veicoli in piazza Duomo proprio per scongiurare il rischio che qualcuno finisse investito o venissero causati incidenti. «Di più, francamente, non era possibile fare - nota il sindaco -. Chiudere le piazze in via preventiva? Se avessimo chiuso piazza Duomo, la gente si sarebbe riversata in piazza dei Signori, se avessimo chiuso quest'ultima, sarebbe confluita in piazza della Vittoria... La gente comunque sarebbe venuta. E blindare il centro storico non è possibile. Bisogna appellarsi al senso di responsabilità: qualcuno l'ha dimostrato, qualcun altro no. Però, ripeto, non si tratta di una questione trevigiana, ma italiana». Sul pericolo che gli assembramenti diano origine a nuovi focolai, Conte specifica: «Terremo monitorato l'andamento. Sicuramente situazioni come quelle viste nelle piazze d'Italia non aiutano a contenere la diffusione».

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