Ha accumulato troppi debiti, chiude l'unico asilo nido di Quinto

Martedì 19 Marzo 2019 di Mauro Favaro
Ha accumulato troppi debiti, chiude l'unico asilo nido di Quinto
QUINTO - Troppi debiti: l'unico asilo nido di Quinto chiude i battenti. Il 31 luglio la Domus Nostra, struttura privata nata per accogliere donne in difficoltà, cancellerà definitivamente il servizio per i più piccoli. Le suore di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore l'hanno annunciato alle famiglie dei 37 bambini (una ventina da Quinto) che oggi frequentano villa dei Ciardi. Non si porterà nemmeno a termine il ciclo d'istruzione in corso. Da agosto i genitori dovranno cercare un'altra struttura per i loro figli. Di conseguenza è più che mai incerto anche il futuro delle nove dipendenti: sette educatrici, una cuoca e un'addetta alle pulizie. 
 
LE DIFFICOLTÀ
Un fulmine a ciel sereno arrivato dopo 35 anni di attività. A pesare nella decisione, che appare irremovibile, sono state soprattutto le difficoltà economiche. La scelta non è stata semplice. L'ordine religioso ha iniziato a valutare la chiusura del nido quasi un anno fa. Adesso è arrivata la conferma. «Le ragioni non riguardano assolutamente la qualità della proposta educativa, le competenze professionali delle educatrici o la gestione del servizio, peraltro accreditato dalla Regione con un punteggio di cento su cento mette in chiaro suor Teresa Linda, direttrice della struttura, nella comunicazione consegnata ai genitori ma risiedono nell'impossibilità da parte della Congregazione di continuare a sostenere le spese onerose del funzionamento del nido che negli ultimi cinque anni ha registrato una grave passività media di 45mila euro, con una tendenza al peggioramento».
L'IMPEGNO
Educatrici e famiglie hanno fatto di tutto per ridurre le perdite. Ma non è bastato. L'alternativa alla chiusura era far schizzare gli importi delle rette alle stelle. Una strada impraticabile. Così tra quattro mesi calerà il sipario. «A fronte delle diminuzioni significative dei contributi degli enti pubblici sottolinea suor Teresa mantenere attivo un nido privato oggi significherebbe condividerne i costi reali aumentando in modo significativo la quota delle famiglie di circa 150 euro al mese, escludendo così le famiglie a basso reddito». «La Congregazione aggiunge non intende né gravare sulle famiglie né assumersi ulteriormente un onere così elevato per un servizio che non risponde agli orientamenti carismatici». 
IL FUTURO
In altre parole, un'attività come quella del nido non fa parte del core business dell'ordine religioso. Il 4 marzo in villa dei Ciardi c'è stata una prima assemblea con i genitori. Non per discutere la decisione della chiusura - ormai il dado è tratto - ma per definire con le educatrici come accompagnare i bambini al cambiamento che vivranno da settembre. Il Comune è stato informato un paio di settimane fa. «Da parte nostra, siamo arrivati a dare un contributo anche di 17mila euro all'anno. Più elevato rispetto agli asili parrocchiali, perché c'erano necessità diverse fa sapere il sindaco Mauro Dal Zilio il servizio era ottimo. Purtroppo perdiamo l'unico asilo nido. Cercheremo di avviare un'attività alternativa. Ma prima di tutto bisogna trovare gli spazi adeguati. Ormai non si riuscirà per settembre: i tempi sono troppo stretti». 
Mauro Favaro 
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