Coronavirus, scuola. La Fism lancia la sfida: «Asili aperti d'estate per aiutare i genitori che lavorano»

Sabato 18 Aprile 2020 di Alessandra Vendrame
Una scuola materna

Asili aperti in piena estate per permettere a mamme e papà di tornare quanto prima al lavoro, dopo l’emergenza sanitaria Covid-19. A ventilare la non ultima ipotesi di poter giocare, qualora fosse possibile, la carta di un’apertura straordinaria delle scuole materne per la prima volta nei mesi di luglio e agosto è la Fism, la federazione italiana delle scuole dell’infanzia e asili nido paritari di Treviso: «Se fosse possibile si potrebbe permettere alle scuole dell’infanzia paritarie un’apertura straordinaria estiva tutta da valutare – spiega il presidente della Fism trevigiana, Francis Contessotto – Noi comunque teniamo aperta questa possibilità. Le nostre scuole sono nate per essere a servizio del territorio. La soluzione dell’ipotesi tuttavia non è semplice. Da tener conto ci sono gli aspetti contrattuali in capo al personale che non prevedono il frazionamento delle ferie. Per poter permettere al corpo docente, e non solo, di lavorare d’estate bisognerebbe poter affrontare questo aspetto. Per questo stiamo cercando di fare fronte comune con i sindacati per trovare una soluzione».

Coronavirus, rette asili e materne paritarie chiuse: «Subito sconto del 65% alle famiglie venete» Cosa fare

IL SALVAGENTE
A scuola nei mesi di vacanza dopo l’emergenza Coronavirus. Lezioni estive dunque non tanto per recuperare “il tempo perduto” - come nell’ipotesi alternativa lanciata dall’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan – quanto piuttosto per lanciare il necessario salvagente alle famiglie alle prese con il lento ritorno al lavoro: «Le nostre sono scuole di comunità – mette in luce Contessotto – Mi ha commosso vedere come in queste settimane tantissime maestre si siano impegnate per mandare filmati di saluto e realizzare attività per i bambini. Ma la didattica a distanza non riesce a risolvere un aspetto fondamentale proprio della scuola dell’infanzia e dei nidi, che è l’accudimento». E sono quasi 16 mila i piccoli alunni dai zero ai sei anni in classe quest’anno nei 215 asili paritari della Marca. Due bambini su tre frequentano in provincia di Treviso le scuole dell’infanzia paritarie, la maggior parte parrocchiali. Un migliaio le insegnanti in cattedra. Con la chiusura delle scuole la Fism ha fatto scattare fin da subito una riduzione del costo della retta media mensile per la mancata fruizione del servizio.

GLI AIUTI
In seguito al Decreto “Salva Italia” del 17 marzo è scattato il ricorso agli ammortizzatori sociali, garantendo la cassa integrazione al personale: «Come Fism abbiamo indicato per andare incontro alle famiglie uno sconto massimo del 65% della retta – spiega il presidente Contessotto – Nel frattempo abbiamo cercato di accelerare il processo di erogazione dei contributi ministeriali ordinari che dovrebbero essere garantiti, vista l’emergenza, a giugno e non ad ottobre».

Resta per molte famiglie in difficoltà il nodo delle rette da saldare. Tanto che ora anche l’Anci Veneto, l’associazione dei comuni, ha accolto la richiesta della federazione di valutare la possibilità di andare incontro a madri e padri nella fase di emergenza con il rimborso di una percentuale della retta. Mentre la Fism nazionale ha avanzato la richiesta per i mesi di chiusura delle scuole la detraibilità integrale del costo delle rette versate. 

Ultimo aggiornamento: 08:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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