Aeroporto Canova di Treviso, ad aprile non si riparte

Lunedì 1 Marzo 2021 di Paolo Calia
Aeroporto Canova di Treviso, ad aprile non si riparte

TREVISO L'aeroporto Canova non riaprirà in aprile.

E non è ben chiaro quando lo farà. Lo dice, con molta franchezza, Federico Caner, assessore regionale al Turismo: «Non voglio prendere in giro nessuno - premette - ma molto difficilmente l'apertura del Canova sarà in aprile». Il motivo è semplice: la curva dei contagi non dà alcuna garanzia. L'incombere delle varianti di Covid, la permanenza dei divieti di spostamento tra regioni, i diversi provvedimenti di limitazione presi dai vari stati rendono l'orizzonte ancora molto nebuloso. E le compagnie aeree non si fidano. Quindi, chi pensava a un ritorno alla normalità con l'inizio della primavera, adesso deve ricredersi. La stessa Ryanair, che parlava di voler riprendere i voli da Treviso proprio in aprile, non dà garanzie. «Potrebbe anche essere che Ryanair decida di ripartire ma con voli fortemente limitati - osserva Caner - ma un conto è limitarli a Venezia o a Roma, un altro a Treviso: i numeri sono diversi. Da noi limitare significa ridurre le operazioni veramente al minimo. Difficile pensare di riaprire l'aeroporto per due o tre voli al giorno».


IL QUADRO

L'assessore regionale ha ben presente i problemi legati a questa situazione: «Dobbiamo aiutare le nostre imprese - afferma - c'è un indotto legato all'aeroporto che soffre, è innegabile. Stiamo lavorando per porre rimedio. Al Governo e al ministro Garavaglia, per esempio, abbiamo chiesto di predisporre al più presto un chiaro piano vaccinale. La chiave di tutto è questa, il vaccino. La voglia di viaggiare c'è e lo dicono tante ricerche fatte. Appena sarà possibile, l'attività riprenderà come prima. Bisognerà farsi trovare pronti e in Veneto lo siamo». Intanto c'è da riprogrammare la ripartenza. Le compagnie aeree, dopo un anno di blocco praticamente totale, sono attentissime ai costi. E quando riprenderanno a volare, lo faranno scegliendo quegli aeroporti che riterranno più convenienti. Le regioni stanno quindi trattando col Governo per abbassare le tasse aeroportuali, rendendo così i costi più invitanti per i vari vettori. Treviso però può contare su un punto di forza: è stata scelta da Ryanair come sua base. E questo, in tempi così complicati, è un punto di partenza che mette al riparo da ogni pericolo.


LA RASSICURAZIONE

Il sindaco Mario Conte, che sull'apertura ad aprile ci aveva sperato, dispensa ottimismo: «La cosa principale - sottolinea - è aver messo al sicuro il futuro dell'aeroporto. Save ha confermato gli investimenti per migliorarlo, per aumentare la mitigazione ambientale e per la viabilità; Rianayr ha scelto il Canova come sua base. E i lavoratori sono in sicurezza con tutti gli ammortizzatori sociali del caso, come ribadiscono gli stessi sindacati. Per resto, a questo punto, è meglio non parlare di date e aspettare». Anche il primo cittadino ribadisce che tutto dipende dall'andamento della pandemia: «L'aeroporto riaprirà quando ci saranno i voli. Appena le compagnie annunceranno la ripartenza, il Canova riprenderà la sua attività. Adesso non saprei dire quando. Sabato scorso ero all'aeroporto di Venezia, di pomeriggio c'erano due voli in arrivo e uno in partenza. E parliamo di Venezia». Conte allarga le braccia: «Eravamo tutti convinti che a marzo il virus potesse essere non dico sconfitto, ma almeno fortemente limitato. E invece dobbiamo ancora lottare, aspettiamo che la campagna vaccinale entri nel vivo. Purtroppo dobbiamo fare i conti con i contagi e i voli, non solo a Treviso o in Italia ma in tutto il mondo, non sono ancora ripartiti come prima. Non diamo date, ma di sicuro l'attività del Canova tornerà quella di sempre». E sullo sfondo resta sempre l'altra questione, quella del Masterplan da 54 milioni. Investimenti pronti che attendono però la firma del nuovo ministro alla Transizione Ecologica. E nemmeno qui, a dire il vero, ci sono tempi certi: il progetto ha ottenuto il parere positivo della commissione Via, manca solo l'ok del ministro Roberto Cingolani. Che, ancora, non arriva.

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