Opere d’arte urbana: la Restera diventa museo a cielo aperto

Martedì 28 Luglio 2020 di Elena Filini
La presentazione di Anthropica sulle Restera
TREVISO È il parco della città. Sport, passeggiate, canoa. Un tempo rifugio per tossici e coppiette la Restera è diventata il polmone del centro di Treviso. Ma i servizi ancora mancano. Non è una storia di oggi, ma emerge in maniera ancora più chiara guardando il museo a cielo aperto che Anthropica sta creando. A via Alzaia guarda il nuovo progetto su Prato della Fiera che il Comune dovrà mettere in campo con l’ordine degli architetti. Ma anche sul tavolo dell’Ipa la questione è stata posta. Di sicuro c’è che l’assessorato al turismo ha 40 mila euro da spendere in promozione e che realizzerà una mappa interattiva pronta forse per la Fiera di Monaco. Ma la cucitura delle piste ciclabili e l’attenzione all’intera area è una partita strategica per l’amministrazione.
«In questi giorni gli artisti del Festival Anthropica sono impegnati in Restera, nella zona immediatamente a valle del Ponte della Gobba, per realizzare le opere d’arte urbana che, insieme a quelle già realizzate negli anni precedenti, contribuiranno ad abbellire il paesaggio urbano di uno dei luoghi più belli ed amati di Treviso. Ci si chiede però quando partirà un progetto per dotare questa zona di servizi, aree verdi e bagni da destinare ai trevigiani che qui quotidianamente fanno sport e ai cicloturisti della Greenway» commenta Michele Zappia, direttore artistico del festival, che sta trasformando quest’area della città in una Urbs Picta 4.0. Nessun intento polemico: comune e associazione collaborano fattivamente per cambiare pelle all’area. «Mi piace che questi murales vengano contestualizzati con la realtà trevigiana-risponde l’assessore Lavinia Colonna Preti- Questa riqualificazione diventa una vetrina interattiva per attrarre l’interesse di creativi e designer internazionali. Abbiamo un sogno che non siamo ancora riusciti a realizzare per creare un progetto destinato alle pitture en plein air della città, moderne e antiche per costruire il museo a cielo aperto della città».
LE OPERE
Ieri mattina sono state presentate le opere che quest’anno vanno ad irrobustire l’offerta di street art. Si tratta di 7 nuove opere e 2 capitelli profani. Sono “Solo Google ti conosce come la mamma” di Zappia, “Sono un Fauno moderno” di Giacomo Gilli, “No Future” di Sciospen, “Il Bacio” di Anna Crema. Poi “Efferve scienza in naturale” opera in plexiglass di Luca Massarin, “Carte da gioco “Arcani Minori” si Nicoletta Biondo e Joseph Moro diell’ Ass. Gioiosa et Amorosa e infine “Senza umani, pianeta libero” di Aldana Ferreyra. All’ingresso del ponte della Gobba fanno bella mostra di sè due edicole profane realizzate con giocattoli anni 80 “To Social Control” e “Lode all’Innocenza” del Collettivo Subsculture. Le opere racconta un’altra Treviso, quella degli anni dell’infanzia dei piaceri gastronomici e dell’invasione tecnologica. La città che lasceremo e che fa pendant con i celebri affreschi sui palazzi antichi del centro. Davanti a questa pinacoteca all’aperto sfrecciano ciclicli e runner, famiglie. Ma in tutto il tratto comunale (lungo circa 5 km) l’unico locale d’affaccio è il Makallè.
IL PROGETTO
L’amministrazione Conte, all’interno del progetto di cucitura tra la ciclopolitana e i percorsi naturalistici, potrebbe inserire la riflessione sulla Restera affrontandola probabilmente anche come estensione dell’intervento su Prato della Fiera. Al turismo compete invece la promozione dell’area. «All’interno dell’Ipa- conferma Lavinia Colonna Preti, attuale presidente su mandato del sindaco- la cosa concreta è che sono stati messi a budget 40 mila euro per riprendere il masterplan della bicicletta e realizzare una cartina interattiva che possa dare risalto alle piste ciclabili che già ci sono, per promuovere questi tracciati alla prossima Fiera di Monaco»
Ultimo aggiornamento: 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA