«Io, allergica a telefonini e pc: una vita impossibile». Il caso di Iris

Malattia individuata dal medico di base

Venerdì 24 Giugno 2022 di Fulvio Fioretti
La donna soffre di una forma di estrema sensibilità ai campi elettromagnetici
4

VITTORIO VENETO - La tecnologia non sempre cambia la vita in meglio, anzi a diverse persone, complice anche il lockdown dal febbraio 2020, la sta davvero rovinando.

Sta emergendo forte in questo periodo il problema dei malesseri, spesso anche in ragazzini, dovuti a elettrosensibilità. Ora in ogni casa, scuola o luoghi pubblici, wi-fi, computer, cellulari di ultima generazione, orologi digitali, tv e praticamente ogni elettrodomestico, sono veicolatori di onde elettromagnetiche che in qualcuno provocano gravi danni.


LA VICENDA

È il caso di Iris, giovane professionista vittoriese, che al collaudo di un nuovo strumento elettronico, collegato a internet, sul posto di lavoro, il 20 febbraio 2020 è stramazzata improvvisamente al suolo, colpita da malore. «Come essere stata colpita da un fulmine, la sensazione di essere folgorata». Ora non ha più una vita sociale, deve isolarsi nel vero senso della parola: le sono vietate gite, cinema, teatro, chiese, da due anni non accende la tv, entrare in ospedale è malore sicuro. «Il fenomeno è ancora poco conosciuto – racconta - l’elettrosensibilità è “malattia” rara in Italia, ma molto invalidante che si manifesta quando si è vicini a cellulari, computer o ci si trova in luoghi wi fi e si presenta con diversi e gravi sintomi: vertigini, emicranie, tachicardia, parestesie, sanguinamento delle gengive, formicolio in tutto il corpo. Ma solo in Svezia è riconosciuta malattia invalidante. La prima volta non so come sono arrivata a casa». Poi sempre peggio: con lo smart working e l’uso del computer e telefonini ecco un altro attacco, stavolta in casa. E con il lavoro sarà costretta a cambiare mansionario.


LA DIAGNOSI

A dare il nome al fenomeno che l’aveva colpita è stato il suo medico di base: «Mi erano rimasti dolori lancinanti alla testa, un mal di testa pazzesco, mi sentivo come friggere e mentre stavo raccontando i sintomi al dottore, lui ha acceso computer e stampante. Sono crollata a terra all’istante e ha capito. Ha spento tutto e ho potuto riprendermi».


IL CALVARIO

Il fatto è che a raccontarla l’elettrosensibilità spesso viene scambiata per una forma di ansia o depressione, per cui la persona che ne soffre si sente incompresa, derisa e per evitare di stare male, è costretta ad isolarsi. «La mia vita è cambiata totalmente – spiega Iris - perché l’ambiente che ci circonda è invaso da tecnologia ovunque e nessuno riesce più a farne a meno. Far capire alle persone che questo mio malessere e disagio quotidiano dipende anche dalle loro abitudini, è difficile».


L’APPELLO

Da qui l’appello al buonsenso di tutti: «Bisognerebbe magari durante la messa domenicale, a un concerto o a teatro, avere l’ accortezza di disattivare i dati mobili, il wi-fi, il bluetooth, la modalità aerea, la posizione – dice accorata- Non serve semplicemente spegnere il cellulare, perché altrimenti l’ antenna mobile continua a fare da centralina e a dar così l’ innesco all’elettrosensibile alla serie di sintomi della malattia. Io devo evitare di andare a trovare amici e conoscenti a casa, anche passeggiare all’aperto spesso è difficile. Io “sento” l’arrivo di un orologio-smartphone a diversi metri di distanza e appaiono subito i sintomi». E tra poco attiveranno anche il 5G: «Bisogna fare prevenzione, prima che sia troppo tardi, alla tossicità delle onde elettromagnetiche diffuse con la tecnologia, e attenzione a chi soffre».

Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci