Treviso. Allarme furti in casa, il sindaco Conte scrive a Roma: «Servono più agenti»

Martedì 8 Novembre 2022 di Maria Elena Pattaro
L'escalation: con il ritorno del buio sono tornati anche i ladri in azione. In foto l'abitazione di Goppion.
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TREVISO - Marca trevigiana sotto assedio: si moltiplicano i casi di furti in abitazione. Nel mirino anche le ville dei vip, come quella dei Goppion, i “signori del caffè”, razziata mercoledì pomeriggio a due passi dal centro di Treviso, con i predoni arrivati dal fiume Sile. E scappati con diversi gioielli di pregio, per un bottino che si stima in decine di migliaia di euro. Nelle ultime settimane Treviso, così come l’intera provincia è diventata terreno di caccia di diverse bande organizzate che scorrazzano svaligiando le case. Ladri acrobati, scassinatori e adesso persino “pirati”.

Nella villa degli imprenditori del caffè - la cui Goppion Caffè spa è azienda leader nel settore - i malviventi si sono intrufolati dalle sponde del Sile, su cui si specchia l’edificio. Per raggiungere indisturbati il bersaglio (e poi fuggire con gli stessi modi furtivi) potrebbero aver usato una barca. Erano le 6 del pomeriggio e i figli si erano appena allontanati scordandosi di inserire l’allarme. La sera dopo la banda ha tentato di replicare il colpo in una casa (ora disabitata) di una nota avvocata. Ma l’allarme li ha messi in fuga.

Sugli episodi indagano ora i carabinieri, che, insieme alle altre forze dell’ordine, sono alle prese con centinaia di segnalazioni provenienti da tutta la provincia. In questa attesa ondata autunnale è finita nel mirino soprattutto la parte sud della provincia, con “epicentro” a Mogliano e Preganziol. Lungo l’asse del Terraglio è scattata di nuovo l’allerta. E non potrebbe essere diversamente visti gli assalti alle ville dei vip andati in scena un anno fa: la rapina milionaria al noto petroliere Giancarlo Miotto, l’assalto sventato dal custode a quella di Nicola Giol, rampollo della famiglia veneziana che per anni ha gestito il colosso Pam Panorama. E il furto in una dépendence di proprietà del principe Sebastien Egon von Fürstenberg. Se quest’area della Marca è un bersaglio sensibile, anche nel resto della provincia i cittadini non dormono sogni tranquilli: da Castelfranco a Conegliano, da Loria a Spresiano si moltiplicano le segnalazioni di residenti derubati. 


BOOM DI RICHIESTE AI RANGER
Di fronte all’ondata di furti che sta imperversando in tutta la Marca, i cittadini corrono ai ripari. E in molti casi si rivolgono alle società di sorveglianza privata. Nelle ultime due settimane, gli istituti si sono trovati di fronte a un vero e proprio boom di richieste da parte di privati: 40 solo quelle arrivate a Civis e Mondialpol, realtà ben radicate nel Trevigiano. Dove fino a qualche tempo fa seguivano soprattutto banche, imprese e realtà commerciali. Adesso invece i nuovi clienti sono soprattutto privati: coppie e famiglie. Impennata analoga anche nell’installazione dei sistemi d’allarme, con un aumento di richieste di sei volte rispetto a fine estate. «Siamo passati da una media di tre richieste a settimana alle venti degli ultimi giorni», riferisce Christian Cavasin, titolare dell’azienda LaSim di Marcon (Venezia) con molte commesse nella Marca. E se i facoltosi proprietari delle ville sul Terraglio, l’anno scorso prese d’assalto, possono permettersi di assoldare uno o più ranger, in servizio anche 24 ore su 24, nei paesi i cittadini stanno ragionando sulla possibilità di condividere una stessa guardia giurata, così da contenere le spese pro capite. 


L’APPELLO AL MINISTERO
Anche i sindaci guardano con una certa preoccupazione al fenomeno, pur non volendo alimentare l’allarmismo. «Chiederò al ministero di inviare più agenti delle forze dell’ordine», dice Mario Conte, sindaco di Treviso nonché presidente di Anci Veneto, intenzionato a scrivere una lettera a Roma. «Non siamo di fronte a un’emergenza ma il fenomeno va arginato e la reazione più efficace non può che essere di comunità: ognuno deve fare la sua parte». La ricetta? «Più pattuglie, più tecnologie a servizio della sicurezza (telecamere e droni, ndr) e denunciare sempre». Formula e cui altri suoi colleghi sindaci aggiungono il controllo di vicinato e nessun passo indietro sull’illuminazione pubblica, nonostante il caro-energia: «I lampioni devono restare accesi». Tutto pur di arginare le razzie. 

Ultimo aggiornamento: 17:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA